Dopo l’ondata Omicron la pandemia non tornerà

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Quanto durerà ancora la pandemia da Covid-19? È chiaro che in molti, stanchi dell’assurdo incubo che ci siamo ritrovati a vivere due anni fa e che sembra non voler finire mai, si facciano oramai da tempo e quotidianamente questa domanda. 

L’articolo su The Lancet

E negli ultimi giorni una risposta è arrivata. No, stavolta non si tratta delle azzardate (e puntualmente sbagliate) previsioni di questo o di quel virologo, bensì di un articolo pubblicato 12 giorni fa sulla prestigiosa rivista scientifica medica The Lancet e firmato da Christopher J. L. Murray, medico statunitense, economista sanitario e ricercatore, professore all’Università di Washington a Seattle, dove è anche presidente del dipartimento dell’Health Metrics Science e direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME).

‘La fine della pandemia è vicina’

Nel pezzo, intitolato “Covid-19 will continue but the end of the pandemic is near” (“Il Covid-19 continuerà ma la fine della pandemia è vicina”), Murray arriva ad una rassicurante conclusione: “Dopo l’ondata di Omicron il Covid 19 tornerà, ma la pandemia no”.

Per asserire ciò, il ricercatore ha analizzato il mare di dati relativo alla pandemia e alle ‘novità’ che la variante Omicron, con le sue caratteristiche (elevata contagiosità a fronte di una minore pericolosità), ha portato nel suo andamento.

Merito della contagiosità di Omicron

E secondo le stime prodotte dall’IHME, l’elevato tasso di contagiosità di Omicron (a metà gennaio il virus viaggiava al ritmo di 125 milioni di infettati al giorno nel mondo) sarebbe la chiave di volta: questo farebbe sì che oltre metà della popolazione mondiale verrà infettata da questa variante entro la fine di marzo e perciò immunizzata (in fretta) anche contro le potenziali varianti successive.

Il Sars-Cov2 sarà un’altra malattia ricorrente

Come spiegato da Murray, l’impatto della futura trasmissione della SARS-CoV-2 sulla salute sarà minore grazie all’ampia esposizione precedente al virus, ai vaccini regolarmente adattati a nuovi antigeni o varianti, all’avvento degli antivirali e alla consapevolezza che i vulnerabili possono proteggersi durante le ondate future, quando necessario, usando maschere di alta qualità e distanziandosi fisicamente. Il Covid 19 diventerà un’altra malattia ricorrente che i sistemi sanitari e le società dovranno gestire”.

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