Mamma dimessa dall’ospedale con una neonata non sua

È incredibile: nel 2022 è ancora possibile, in Italia, che vengano consegnati alle neo-mamme dei neonati sbagliati. È accaduto lo scorso martedì sera a una coppia di Bergamo, tornata a casa coi loro gemellini (un maschietto e una femminuccia) quattro giorni dopo il parto avvenuto all’ospedale Papa GiovanniXXIII.

“Quella bimba non è vostra”

Poco dopo essere rientrati, una telefonata arrivata dall’ospedale gli ha fatto letteralmente gelare il sangue: “Quella bimba non è vostra, c’è stato un errore”. E che errore… Gli operatori sanitari del reparto hanno infatti chiesto alla coppia di controllare subito il braccialetto identificativo della piccina, che aveva al polso quando è stata dimessa e che mamma e papà avevano già tagliato e sistemato tra i loro ricordi.

Ed è solo in quel momento che è arrivata la conferma: il codice di mamma e bimbo non corrispondevano. Ma soprattutto, il numero identificativo era quello di un’altra bambina, nata nello stesso nosocomio e più o meno alla stessa ora.

Scambio durato giorni

Appena riagganciato, immaginiamo con quale stato d’animo, i neo genitori sono subito tornati in ospedale: Siamo volati al Papa Giovanni martedì notte e lì abbiamo incrociato la mamma che, al posto nostro, aveva accudito per giorni la nostra bimba mentre noi cullavamo la sua”.

Cosa è successo di preciso? Chi non ha rispettato i protocolli, piuttosto semplici e a prova di errore? Quando è avvenuto lo scambio?

La mamma aveva espresso dubbi

Di sicuro, come raccontato dalla madre della piccola a L’Eco di Bergamo, già la mattina dopo il parto c’era qualcosa di molto strano: “Mi sono ricordata di quando avevo espresso dubbi di quando mi ero stranita nel vedere capelli e ciglia scure.

La mia bimba appena nata aveva colori chiari, come i miei. Ma quella che ho accudito sin dal giorno dopo il parto, invece, era mora. Non era lei”.

L’errore

Per fare luce sull’increscioso episodio e accertare eventuali responsabilità, è stata istituita una commissione interna alla struttura. Già, perché qualcuno ha sbagliato: il sistema dei braccialetti con lo stesso codice, posizionati direttamente in sala parto a mamma e bimbo e da cui non devono separarsi fino alla dimissione, è un più che valido sistema di identificazione.

Ma è necessario controllare sempre la corrispondenza del codice ogni volta che si consegna il piccolo alla madre (per farlo allattare), che lo si riprende per metterlo in culla o per portarlo in reparto e ovviamente anche in fase di dimissione.

“Situazione eccezionale”

Eppure… Qualcosa non ha funzionato. E l’ospedale, in una nota, esprimendo profondo rammarico per quanto accaduto, ha provato a spiegare la svista: Si è trattato di una situazione eccezionale, mai verificatasi in precedenza nel nostro punto nascita dove vengono alla luce più di 4mila bambini ogni anno, generata – presumibilmente – dal mancato rispetto della procedura in essere, che prevede la verifica dei braccialetti identificativi della coppia mamma/neonato al momento dell’arrivo del bambino nella stanza di degenza della mamma dopo essere transitato dal Nido”.

Alessio Biondino

Infermiere presso sanità pubblica. Autore della raccolta di racconti “La suocera sul petto e altre storie vere” (Ianieri Edizioni, 2018), del romanzo “Buonanotte madame” (0111 Edizioni, 2014) e coautore del manuale di divulgazione scientifica “Assistenza respiratoria domiciliare…Continua a leggere

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