Al Policlinico di Messina il sindacato Nursind lamenta una situazione drammatica: «Almeno 60 infermieri del policlinico di Messina non sono attualmente in servizio per vari motivi legati a infortuni, legge 388, gravidanza, quiescenza, e altri 53 coordinatori non sono mai stati sostituiti come personale addetto all’assistenza diretta».
La gravissima (e ovviamente cronica) carenza di personale infermieristico e di supporto ha costretto il sindacato allo stato di agitazione, visto che tutto ciò sta causando una «catastrofe assistenziale nei reparti di Rianimazione, Tin, Pronto soccorso generale e pediatrico, Malattie infettive, Neurochirurgia, Ematologia, Medicina interna e d’urgenza, Neonatologia, Ortopedia, Cardiologia, Epatologia, Chirurgia Toracica e Ostetricia».
Come sottolineato dal segretario del Nursind Messina, Ivan Alonge e dal segretario aziendale Massimo Latella: «Ciò che pesa in questo contesto è la delegittimazione totale e la mancanza di autonomia della direzione infermieristica, che non riesce e non può garantire gli standard assistenziali perché non autonoma ma sotto il controllo della direzione strategica aziendale. Il problema si protrae da mesi, la direzione infermieristica che in passato aveva garantito la migliore gestione delle risorse umane, con questo management ha perso completamente le funzioni creando un caos assistenziale senza precedenti con infermieri in esubero in alcuni blocchi operatori e una grave carenza in altri settori».
Altresì, il Nursind denuncia problemi nella mobilità interna, che permetterebbe di ridistribuire il personale, di favorire il pagamento dei festivi infrasettimanali (non avviene da anni) e di assumere nuovo personale per far fronte all’emergenza: «I vertici dell’azienda hanno vantato la riduzione delle liste d’attesa, ma come sono riusciti? Grazie al personale già spremuto come un limone costretto a continui straordinari e senza possibilità di andare in ferie. Chiediamo un adeguato piano di assunzioni per poter garantire Le ferie estive e soccorrere i reparti in affanno una mobilità interna che possa finalmente ridare le motivazioni al personale».
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