Mangiacavalli: “Caro candidato, ascolta gli infermieri”

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In un’accorata lettera rivolta ai diversi schieramenti politici e pubblicata da Il Fatto Quotidiano, la presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI), Barbara Mangiacavalli, invita ogni singolo candidato a ricordarsi degli infermieri italiani.

Il disperato appello

Nello scritto, che sa di ultimo disperato appello e che, vista la pressoché totale assenza della ‘questione’ infermieristica nei diversi programmi politici (VEDI), purtroppo ha il gusto amaro dell’ennesimo buco nell’acqua, la presidente parla di territorio, di pandemia, dei pronto soccorso e di ‘centralità’ della professione infermieristica. Lo riportiamo qui integralmente.

«Caro candidato, noi infermieri sappiamo bene come ci si sente a mettere a disposizione della comunità la propria professionalità, la propria passione, le proprie competenze specifiche.

In qualche modo, siamo noi stessi gli eterni “candidati”, al cospetto di decisori politici e istituzionali, quando si tratta di progettare nuovi modelli di assistenza, di cura e presa in carico di cittadini e pazienti, fuori e dentro gli ospedali.»

In attesa di risposte concrete

«E siamo noi stessi pazienti, nel senso che pazientiamo da anni aspettando risposte concrete per rilanciare i servizi sociosanitari sul territorio. Quel territorio che si è rivelato così strategico – ma così deficitario – nella crisi pandemica.

La famiglia professionale che con orgoglio rappresentiamo è formata da oltre 460 mila infermieri e infermieri pediatrici e ha sviluppato un’autonoma e critica linea di pensiero.

In questa anomala campagna elettorale, si sta parlando poco di Sanità e di programmazione, nonostante il periodo critico che abbiamo attraversato e le sfide che la stagione fredda porterà con sé. Assistere ancora al balletto di responsabilità tra competenze statali e regionali non aiuta a trovare soluzioni.»

La frustrazione

«Della penosa situazione dei pronto soccorso ha scritto, meglio di chiunque altro, il presidente della Simeu Fabio De Iaco il 20 agosto scorso su queste colonne.

Modelli alternativi e cambi di paradigma nella gestione territoriale sono la chiave per evitare una parte dei problemi descritti, per fare in modo che non si arrivi in ospedale quando è troppo tardi, quando non è necessario o quando semplicemente non si trovano altre soluzioni, perché nella sanità del futuro la nostra casa dovrà diventare il “luogo di cura” d’elezione.

E noi infermieri avvertiamo la frustrazione di un’intera categoria che, nei fatti, costruisce ogni giorno quei modelli nei percorsi di prevenzione, di assistenza domiciliare, di presa in carico post-operatoria, fino ad arrivare nelle scuole, nucleo primario delle nostre comunità.»

Centralità

«Lo facciamo, tra l’altro, con tremila infermieri di famiglia e comunità già sul territorio in un contesto difficile e non sempre attrezzato per questa innovazione (peraltro ribadita dal PNRR), ma per tutto il paese ne servirebbero oltre 25 mila.

Le regioni che hanno già puntato sull’infermieristica di prossimità hanno registrato un calo del 10% di ricoveri impropri, riducendo i tempi di attesa per i casi più gravi.

Caro candidato, il Covid-19 ha drammaticamente posto all’attenzione di tutti la centralità delle professioni infermieristiche, il valore e i valori di queste figure nei reparti di terapia intensiva, ma parallelamente è diminuita l’attrattività della nostra professione per le nuove generazioni.»

L’ultima possibilità

«Vale la pena studiare tanto per poi avere un percorso lavorativo faticoso, con poche possibilità di crescita professionale e una vita personale disordinata e difficile tra turni, aggressioni e stress da carenza di personale?

Caro candidato, intende dunque farsi carico di queste problematiche? Le affronterà, portando in Parlamento la voce di noi professionisti sanitari? La politica ha oggi, in questa fase di ricostruzione e di rilancio del Paese, l’ultima possibilità per far sì che l’infermiere torni ad essere la professione del futuro per i nostri giovani. Non sprechiamola».

Le richieste della FNOPI al prossimo Parlamento

Alessio Biondino

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