Medico tentò di baciare infermiera, la Cassazione non ha dubbi: fu violenza sessuale consumata

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Tentare di baciare forzatamente la bocca di una persona, anche se l’atto non riesce per la resistenza della stessa, è da considerarsi violenza sessuale compiuta e non solo tentata. Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione con una sentenza che ha condannato un medico originario della Basilicata oggi 63enne.

I fatti, raccontati da Il Secolo XIX, si svolsero in questo modo: il professionista chiuse la porta di una stanza dove in quel momento si trovava con l’infermiera e, una volta che le aveva preso tra le mani la testa, tentò di baciarla sulla bocca. Cosa che non gli riuscì, perché la donna girò la testa prontamente.

In primo grado (nel settembre del 2019) l’uomo era stato condannato a una pena di un anno e otto mesi di reclusione per violenza sessuale consumata,seppur di lieve entità, dal Tribunale di La Spezia. La Corte di Appello, però, nell’ottobre 2021 aveva poi ridotto la condanna a soli sei mesi e 20 giorni con sospensione condizionale della pena, ritenendo che l’atto compiuto dal camice bianco «non avesse integrato il reato di violenza sessualema solamente l’ipotesi tentata di esso».


Gli “ermellini” hanno però accolto il dettagliato ricorso presentato dal procuratore generale di Genova, che ha sottolineato come «anche il semplice bacio dato sulla guancia della persona offesa, laddove questa non sia consenziente, integra gli estremi del delitto di violenza sessuale consumatoe non solamente tentato, avendo la condotta dell’imputato interessato una zona erogena del soggetto passivo del reato ed essendo la condotta posta in essere chiaramente finalizzata a compromettere il bene della libertà sessuale».

I giudici hanno perciò confutato la tesi della Corte d’Appello in quanto anche solo un bacio sulla guancia ricevuto contro la propria volontà «configura violenza sessuale nella forma consumata e non solo tentata», perché in grado di «incidere sulla libertà sessuale della vittima». Per il medico, che comunque risulta recidivo (è già condannato per precedenti simili dalla Corte di Appello di Firenze a due anni di carcere), niente sconti e una nuova sentenza all’orizzonte.

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Alessio Biondino