Mensa aziendale, gli infermieri protestano: “Qualità e quantità del cibo scarsa, meglio i buoni pasto”

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Gli infermieri e gli altri operatori sanitari dell’ASL TO4 (Ciriè/Chivasso/Ivrea), a forza di testimonianze e segnalazioni al sindacato Nursind, bocciano senza mezzi termini il servizio mensa. Tanto che il sindacato ha deciso di promuovere un sondaggio sulla ristorazione nelle strutture sanitarie locali.


E ciò che è emerso è davvero poco rassicurante: qualità e quantità del cibo scarsa, pasta e patate crude, riso incollato, banane nere, budini ammuffiti, pesce stopposo e carne bruciata o dura. Come spiegato dal Segretario Territoriale Giuseppe Summa (VEDI Torino Oggi): «Il 90% dei 500 dipendenti intervistati che usufruisce della mensa o del pasto in reparto, ha letteralmente bocciato il servizio». Nello specifico,c’è chi lamenta una scarsa qualità del cibo (il 74% degli intervistati) e una scarsa quantità (il 60%).


Ma… è sempre stato così? Summa sottolinea che «la qualità del servizio mensa è peggiorata notevolmente nell’ultimo periodo: circa il 77% dei dipendenti intervistati ha dichiarato che ciò è avvenuto dopo il periodo pandemico. La situazione è ormai diventata inaccettabile, sia per i dipendenti che per gli stessi utenti ricoverati. Addirittura il 50% del personale intervistato ha dichiarato che preferisce portarsi il cibo da casa a proprie spese: il 90% preferirebbe usufruire del buono pasto, in sostituzione al servizio mensa».


«Il cibo – conclude Summa – ha un’importanza enorme sul benessere della persona in generale e, nel caso dei pazienti, risulta fondamentale. Incide sul benessere o malessere degli stessi, che se ben alimentati possono ridurre i tempi di degenza e tornare più in fretta alla loro vita. Investire su una nuova strategia per migliorare questo aspetto non è solo auspicabile, ma necessario».

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Alessio Biondino

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