Migliaia di infermieri sono pronti al pre-pensionamento entro l’anno?

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La recente e lungimirante idea partorita dal Governo Meloni, ovvero quella di ridurre le aliquote di rendimento dei contributi versati tra il 1981 e il 1995 dai dipendenti pubblici e statali (con una perdita stimabile tra il 5%  e il 25 % dell’assegno pensionistico annuale), seguita a creare polemiche nella nostra già martoriata sanità.


Tra sindacati sul piede di guerra, presidenti degli Ordini in rivolta (VEDI articolo Draoli, Fnopi: “Taglio pensioni agli infermieri? Colpo mortale al SSN”) e i medici che con ogni probabilità la scamperanno (VEDI articolo Il ministro Calderone conferma: “Tagli pensioni ai medici? Per loro correzione in maxiemendamento”), in questi giorni sta tirando davvero una brutta aria.


Anche la Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Pesaro Urbino e Consigliere Comunale nel Comune di Pesaro, Laura Biagiotti, è intervenuta sulla questione con profondo disappunto: «Il taglio sostanzioso ai futuri assegni non solo potrebbe generare un aumento della fascia di povertà in un corto circuito drammatico, ma apre le porte a un effetto fuga importante da ospedali e territorio. Chi potrà, a queste condizioni, correrà inevitabilmente al pre-pensionamento entro l’anno».

Anche per la presidente Biagiotti ciò rappresenterebbe «un colpo mortale per il sistema sanitario nazionale, già aggravato dalla carenza di infermieri».


Eppure, per prevenire questo colpo di grazia il Governo si sta muovendo da tempo e la sua linea è piuttosto chiara: far arrivare Dio solo sa quanti lavoratori dalla dubbia professionalità dall’India (VEDI) e da altri paesi in cui non si può proprio dire che la sanità rappresenti un fiore all’occhiello (VEDI articolo Bertolaso: “Prenderemo infermieri da Africa, Sud America e li formeremo”. Gli Opi: “Non siamo stati coinvolti”), produrre pseudo infermieri a basso prezzo (come gli Assistenti alla Salute “con competenze infermieristiche”, VEDI) e assumere medici (VEDI).


La Biagiotti, però, forse con la speranza che l’Infermieristica italiana si possa ancora salvare, rivolge un appello a tutte le forze politiche affinché venga modificata quanto prima almeno la norma sulle pensioni, evitando così lo svuotamento repentino delle strutture: «Un grande paradosso, da un lato diciamo da tempo che mancano gli Infermieri e la soluzione del Governo attuale qual è?

Quella di tagliare le pensioni per far sì che molti di loro avranno convenienza ad andarsene svuotando i nostri ospedali e distretti. Ma non è finita l’assurdità nella nostra realtà, è che non assumiamo gli infermieri che si laureano nella nostra Università Politecnica delle Marche, favorendone la loro fuga dalla nostra Provincia e Regione, per trovare un posto di lavoro altrove.


A conferma di questo è il bando per Infermieri scaduto a ottobre scorso, non tenendo minimamente conto delle lauree imminenti di novembre e dicembre dove solo a Pesaro si laureeranno 44 nuovi Infermieri, ad Ancona 40, a Macerata 40, 30 ad Ascoli e 30 A Fermo.

Un tempo per non far scappare dal nostro territorio i nuovi laureati, si concordava la scadenza del bando per dar loro la possibilità di parteciparvi e iniziare subito a lavorare nei nostri ospedali. Con una scadenza della partecipazione al bando il 5 ottobre, non raccoglierà nemmeno i laureati all’inizio dell’anno perché di certo staranno già lavorando altrove e in molti non decideranno di rientrare.


Se poi guardiamo al fabbisogno Infermieristico richiesto nel bando per ogni realtà provinciale, è palese che vi è una richiesta irrisoria per poter garantire una adeguata presenza di infermieri sulla rete sanitaria territoriale al fine di realizzare realmente gli obiettivi promessi sui Piani Socio Sanitari dalla nostra Regione».

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Alessio Biondino

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