Niente vestiario e mezzi aziendali rotti: infermieri costretti a lavarsi le divise e a fungere da manutentori

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Come se l’incubo professionale vissuto quotidianamente dagli infermieri italiani (fatto di sfruttamento, demansionamento, stipendi ridicoli, riconoscimento pari allo zero e stress insostenibili) non bastasse, addirittura c’è chi deve trasformare la propria abitazione in una lavanderia per lavare e sanificare le proprie divise utilizzate al lavoro. 


Avete capito bene. Come denunciato da Nursing up Trento e Uil Fpl Sanità (VEDI Il Dolomiti), per i professionisti del servizio cure primarie «da anni non viene distribuito il vestiario necessario per poter svolgere il lavoro in sicurezza, come le scarpe antinfortunistiche e gli zaini appositi per una maggiore distribuzione dei carichi, addirittura sono costretti a portarsi l’abbigliamento a casa per poterli lavare e sanificare».


Sugli eccessivi carichi di lavoro del personale, Cesare Hoffer (coordinatore Nursing up Trento) e Giuseppe Varagone (segretario della Uil Fpl Sanità del Trentino) spiegano in una nota congiunta: «Negli ultimi mesi alcuni infermieri hanno cessato il proprio servizio o hanno fatto la scelta di licenziarsi e a tutt’oggi non sono stati sostituiti; quindi va da sé che i carichi di lavoro per chi è ancora in servizio sono aumentati in modo esponenziale, anche perché è aumentato il numero dei pazienti presi in carico».


Ed ecco che si materializza la solita solfa: ore di straordinario in eccedenza, riposi saltati e difficoltà di poter usufruire delle sacrosante ferie. Molti infermieri, perciò, «non riescono ad usufruire del distacco psico-fisico necessario, con notevole stress lavoro-correlato», sottolineano dai sindacati.

E non finisce qui. Già, perché gli infermieri delle cure primarie sono anche costretti a usare i propri veicoli, visto che quelli aziendali sono rotti: «Molti sono in disuso per rotture varie – spiegano i sindacalisti – e non sono stati né sostituiti né riparati, costringendo in molti casi i professionisti ad utilizzare il proprio mezzo personale. 


Scandaloso è il fatto che i professionisti sanitari debbano farsi carico della gestione dei mezzi aziendali come il cambio gomme e la manutenzione ordinaria al di fuori del proprio orario di lavoro programmato, sottraendo tempo prezioso all’attività assistenziale, cioè quella che dovrebbero prioritariamente garantire i riposi».

I rappresentanti sindacali, che hanno richiesto un incontro istituzionale urgente, si domandano: «Ma è possibile che le inadempienze dei dirigenti aziendali le devono pagare sempre i cittadini ed i professionisti che operano tutti i giorni con diligenza e professionalità?»

E intanto l’attrattività della professione infermieristica cresce a dismisura

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Alessio Biondino

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