Non solo sanitari: si valuta vaccino obbligatorio per altre categorie

Redazione 26/11/21
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Il dibattito politico è sempre più favorevole ad ampliare la platea dei destinatari dell’obbligo vaccinale. Secondo voci autorevoli, la libera scelta del vaccino può comportare gravi conseguenze all’intero sistema e ai cittadini che hanno aderito volontariamente alla campagna vaccinale. Il dilemma politico e sociale dell’autodeterminazione dei cittadini all’adesione rimane aperto.

Non solo sanitari: si valuta vaccino obbligatorio per altre categorie

Noi siamo stati i primi a introdurre l’obbligo vaccinale per i sanitari. Bisogna riflettere se farlo con altre categorie, quella che sono a contatto con il pubblico, tipo le forze dell’ordine o chi lavora nella grande distribuzione. Saranno valutazione che dovremmo fare attenzionando i dati, ma dobbiamo guardare al futuro con fiducia e dobbiamo continuare a rispettare le regole“.

E quanto ha affermato Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ai microfoni di Rai Radio 1 continuando: “Il tema dell’obbligatorietà vaccinale non l’abbiamo scelta perché abbiamo scelto un rapporto di fiducia con i cittadini“.


Gli aspetti giuridici dei vaccini

La necessità di dare una risposta a una infezione sconosciuta ha portato a una contrazione dei tempi di sperimentazione precedenti alla messa in commercio che ha suscitato qualche interrogativo, per non parlare della logica impossibilità di conoscere possibili effetti negativi a lungo termine.

Questo volume intende fare chiarezza, per quanto possibile, sulle questioni più discusse in merito alla somministrazione dei vaccini, analizzando aspetti sanitari, medico – legali e professionali, anche in termini di responsabilità.

Gli aspetti giuridici dei vaccini

La necessità di dare una risposta a una infezione sconosciuta ha portato a una contrazione dei tempi di sperimentazione precedenti alla messa in commercio che ha suscitato qualche interrogativo, per non parlare della logica impossibilità di conoscere possibili effetti negativi a lungo termine. Il presente lavoro intende fare chiarezza, per quanto possibile, sulle questioni più discusse in merito alla somministrazione dei vaccini, analizzando aspetti sanitari, medico – legali e professionali, anche in termini di responsabilità.   Fabio M. DonelliSpecialista in Ortopedia e Traumatologia, Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina dello Sport. Profes­sore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano nel Dipartimento di Scienze Biomediche e docente presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Già docente nella scuola di Medicina dello Sport dell’Uni­versità di Brescia, già professore a contratto in Traumatologia Forense presso l’Università degli Studi di Bologna e tutor in Ortopedia e Traumatologia nel corso di laurea in Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Siena. Responsabile della formazione per l’Associazione Italiana Traumatologia e Ortopedia Geriatrica. Promotore e coordinatore scientifico di corsi in ambito ortogeriatrico, ortopedico-traumatologico e medico-legale.Mario GabbrielliSpecialista in Medicina Legale. Già Professore Associato in Medicina Legale presso la Università di Roma La Sapienza. Professore ordinario di Medicina Legale presso la Università di Siena. Già direttore della UOC Me­dicina Legale nella Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Direttore della Scuola di Specializzazione in Me­dicina Legale dell’Università di Siena, membro del Comitato Etico della Area Vasta Toscana Sud, Membro del Comitato Regionale Valutazione Sinistri della Regione Toscana, autore di 190 pubblicazioni.Con i contributi di: Maria Grazia Cusi, Matteo Benvenuti, Tommaso Candelori, Giulia Nucci, Anna Coluccia, Giacomo Gualtieri, Daniele Capano, Isabella Mercurio, Gianni Gori Savellini, Claudia Gandolfo.

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Purtroppo abbiamo una recrudescenza dei numeri che non ci fa stare tranquilli – continua Costa – Credo che il Green pass fosse lo strumento che potevamo utilizzare, però l’unica cosa che ci può mettere al sicuro è l’obbligo vaccinale, quindi quello è un percorso su cui dobbiamo avere il coraggio di fare una riflessione seria“.

Dello stesso avviso anche Carlo Bonomi, presidente Confindustria, che afferma: “Purtroppo i dati che arrivano dal nord ed Est Europa sono preoccupanti non ci possiamo permettere di bloccarci, la nostra è un’economia basata sulla trasformazione, e quindi sull’export: quest’anno forse faremo il record di 500 miliardi e non ci possiamo fermare“.

Anche il governatore ligure Toti sollecita nuove misure: “Credo che il Governo stia evitando di acuire la tensione sociale, ma sono certo che ha ben chiaro che non possiamo richiudere il Paese quando il 90% delle persone corre una porzione di rischio molto inferiore all’anno scorso. Tra i vaccinati in ospedale la percentuale è minima“.

Sembra che la forbice si stia stringendo verso l’obbligatorietà del vaccino. I numeri dei non-vaccinati sono circa il 22% della popolazione, un numero certo non esiguo ma minoritario rispetto alla possibilità di nuove misure restrittive che inficerebbero tutti gli sforzi socio-economici complessivi del paese, che in qualche modo sta cercando di rialzarsi più forte di prima.

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