“Nuove figure per ‘compensare’ la carenza di infermieri? Una sconfitta generale”

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“Una sconfitta generale”. Della politica, dell’infermieristica italiana e del nostro sistema salute. È così che il presidente OPI La Spezia Francesco Falli, in una lettera inviata a Quotidiano Sanità, ha commentato la scelta del Governo di formare altre figure per mettere una toppa (risparmiando tempo e tanto denaro) alla terribile carenza di infermieri che attanaglia il paese.

«In queste settimane, siccome il numero di coloro che in Italia scelgono di diventare infermiere è inferiore alla necessità, osserviamo alcune proposte tese alla formazione di “nuove figure” che dovrebbero in qualche modo andare a compensare questa carenza» evidenzia Falli.


Che continua: «Diventa ai miei occhi, per questo, piuttosto impressionante la proposta di legge depositata dall’on. De Palma, tesa al varo di una figura detta dell’assistente alla salute.

Mi rendo perfettamente conto che la politica, se non può investire economicamente in incentivi con la stessa disinvoltura che applicò nel 1990 l’allora Ministro Francesco De Lorenzo sia costretta ad altro: lo comprendo, ovviamente non lo approvo, per gli stessi motivi citati da altri e perché serve cautela, tanta, anche nel fare “proposte strane ed alternative”.


Ad esempio, chi vive il nostro mondo sa benissimo che uno dei problemi nella gestione delle attività in corsia e, comunque, in Sanità, deriva anche (non solo, ma anche) dal testo della Conferenza Stato Regioni che, nel febbraio del 2001, varò l’operatore socio sanitario (Oss).

Un testo a tratti poco chiaro, aperto ad interpretazioni ambigue, ricco di spazi nei quali, come già ricordato, c’è chi si inserisce per proporre nuove figure a costo zero e risolvere (si fa per dire) problemi di altra natura.


Premesso che è una sconfitta generale, e quindi anche della politica, mettersi a costruire una figura alternativa all’infermiere con meno formazione e con meno competenze (ma inserita in sua vece!), nel leggere la proposta dell’On. De Palma sono rimasto colpito da alcuni passaggi che certificano la completa mancanza di conoscenza della materia».

Il presidente Opi La Spezia elenca poi quelle che, a suo dire, sono i punti critici della suddetta proposta: «all’ Art 1 comma b), la figura verrebbe chiamata a “svolgere tutte le funzioni infermieristiche di primo livello”.

Ma quali sarebbero, le funzioni infermieristiche di primo livello? Chi le ha mai classificate in questo modo?


Mentre all’Art 3, la proposta indica come ambiti di intervento di questa nuova figura solo alcuni settori: mancano le degenze dell’area medica e dell’area chirurgica che sono, probabilmente, quelle dove l’attuale Oss opera oggi con maggior frequenza e, credo, con una buona appropriatezza di risultato, rispetto ad altri contesti.

Ma la parte più ricca di perplessità, che si può spiegare solo con l’abuso della funzione del “copia e incolla” è quella dell’allegato B, che solerti collaboratori dell’onorevole hanno composto; leggiamo queste frasi, riferite alla nuova figura: “…identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi…” E ancora: “…pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico”.


Scusate: ma questo è esattamente – parola per parola – il contenuto dell’articolo 1, comma 3, punti b) e c) del DM 739 del 14.9.1994, o “profilo professionale” dell’infermiere, ancora oggi norma della Repubblica, vigente per identificare le responsabilità di questo professionista sanitario.

Non c’è nessuna differenza col testo del Decreto riguardante gli infermieri, apparso ormai 29 anni fa!

Magari gli estensori del testo hanno cercato su Google “infermiere- responsabilità’’, e si è aperto sotto i loro occhi questo testo, ritenuto “ottimo” per qualcos’altro…ma di cosa stiamo parlando?

Non pare, a questo politico, che ci sia già abbastanza confusione in essere oggi, su questi argomenti affrontati?


Vi immaginate in una corsia un infermiere, e un assistente alla salute, che hanno addirittura le stesse responsabilità su chi deve pianificare, gestire e valutare l’intervento infermieristico, ma con una formazione nettamente distinta?

Perché siamo costretti a scontrarci ogni giorno con la negazione dei problemi esistenti, problemi che danneggiano soprattutto i cittadini, cioè coloro che – evasori esclusi – pagano le tasse, ed in cambio ricevono questi schiaffi verso la sicurezza, la qualità delle cure, la (mancata) programmazione delle necessità organizzative, intorno alla questione della salute?».


Una bella confusione, non c’è che dire. Che colpisce i cittadini, il nostro sistema e la credibilità che la professione infermieristica si è costruita nel tempo… Evolvendo (troppo spesso solo sulla carta) a suon di leggi e di competenze acquisite. 

Il presidente Falli, amareggiato, conclude così: «Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere; siamo arrivati alla politica del copia e incolla: ma mai, si pensa davvero a copiare dalle esperienze migliori e positive del passato, che pure non mancano, vedi il citato provvedimento di De Lorenzo o, per restare a sistemi incentivanti per la professione con ricaduta sui cittadini, al riconoscimento degli infermieri specializzati che pure già esisteva nella legge 1098 del 19 luglio 1940 (Regno d’Italia, e per carità di Patria non citiamo il Governo coevo)!».

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Alessio Biondino

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