La carenza di infermieri è oramai un serio problema nazionale. E se è vero che oramai l’attrattività della professione rasenta quello di un lavoro in miniera (VEDI), motivo per cui i giovani non scelgono più il corso di laurea in infermieristica, forse a breve dovremo rassegnarci al fatto che importare infermieri dall’estero (ovviamente a basso prezzo…?) sia l’unica soluzione possibile.
Così, tra super OSS, grottesche iniziative al grido di “convincete anche i vostri amici a iscriversi a Infermieristica”, nuove improbabili promesse della politica (VEDI) e tra nuovi professionisti che arrivano da Tunisia, India e Perù (VEDI), è notizia di ieri (VEDI ANSA) che oltre 4000 infermieri egiziani hanno ricevuto una “formazione professionale di alto livello”, grazie a una cooperazione fra il nostro Governo e quello egiziano.
Il motivo? O alzare il livello delle competenze infermieristiche all’ombra delle piramidi per fare un regalo al popolo egiziano e al suo governo o… Avere migliaia di professionisti pronti all’immigrazione.
Trattasi di un progetto triennale, chiamato “Supporting to the nursing improvement in three governorates in Egypt”, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), implementato dall’Università di Sassari (in partnership con il Gruppo San Donato, l’Associazione bambini cardiopatici nel mondo e Aispo e l’Associazione Italiana per la Solidarietà tra i Popoli) e che è stato presentato ieri a Il Cairo in occasione del suo completamento.
L’iniziativa formativa è stata condotta in cinque dei ventisette governatorati egiziani e, come sottolineato dal direttore di Aispo, Federico Chiodi, punta ad una formazione di base continua in ambito infermieristico sulla scorta del “modello italiano”.
Come? Attraverso una “formazione non solo teorica ma soprattutto anche pratica”, realizzata grazie all’utilizzo di “manichini tecnologici”, in grado di “consentire all’infermiere di trattare adeguatamente il paziente” ha spiegato il direttore.
Il costo del progetto? Circa due milioni di euro (spesi dall’Italia) con “cofinanziamento” egiziano e degli enti partner di “circa un altro milione”, ha concluso Chiodi.