Piano per la non autosufficienza: necessari altri 10 milioni di euro in Lombardia 

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Si è tenuta questa mattina alle ore 11.00 a Milano sotto al Pirellone la manifestazione di protesta “Difendiamo tutti insieme il diritto di esistere” promossa da LEDHA (Lega per i diritti delle persone con disabilità) e FAND (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità) con altre 19 associazioni e alla quale hanno aderito oltre 200 tra associazioni di persone con disabilità e loro familiari e cooperative sociali.


I promotori della manifestazione per i diritti delle persone con disabilità sono scesi in piazza questa mattina per chiedere al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e a tutti i Consiglieri Regionali di intervenire presso il Governo perché siano stanziate e incrementare le risorse necessarie per ampliare i servizi previsti dal Piano Nazionale per la Non Autosufficienza. “Le nuove norme, nazionali e regionali, che regolano il Fondo per la non autosufficienza stanno comprimendo un diritto fondamentale, quello all’assistenza e a scegliere come vivere – denunciano Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA, e Angelo Achilli, presidente di FAND Lombardia -. Per questo chiediamo al Governo nazionale e alla Regione Lombardia di intervenire al più presto”.


È stato fissato in 10 milioni di Euro, la cifra necessaria per garantire, per quest’anno, a tutte le persone con disabilità – senza alcuna lista di attesa – di poter ricevere un sostegno adeguato per l’assistenza offerta dai loro caregiver familiari. “A oggi – sostiene Angelo Achilli, presidente di FAND Lombardia – in assenza di un intervento da parte della Regione non vi sono le risorse per rispondere alle nuove richieste di accesso alla Misura B1 che, lo ricordiamo, vengono presentate da persone in condizione di gravissima disabilità”.


Secondo le stime delle due associazioni, sono circa 600 le nuove domande di accesso alla Misura B1 che vengono presentate ogni anno. Allo stato attuale, solo una parte di queste richieste potrà essere accolta e la maggior parte di queste persone – che hanno un elevato bisogno di assistenza – finirà in lista d’attesa.

Le associazioni promotrici del manifesto sono state affiancate anche da molti Comuni lombardi: è stato sottolineato infatti che, rispetto al Piano nazionale per la non autosufficienza, i Comuni non saranno in grado di erogare i servizi necessari per un numero elevato di persone con gravi disabilità. I Comuni stessi hanno più volte dichiarato di non avere le figure professionali necessarie a garantire un numero adeguato di ore di assistenza.


“Oggi le persone con disabilità devono adattare la loro vita all’offerta di servizi, prestazioni e contributi che vengono offerti loro. Il rispetto dei diritti umani di tutte le persone con disabilità richiede che siano invece i sostegni a doversi adattare alle esigenze e ai progetti delle persone – concludono Manfredi e Achilli -. Il diritto ad una vita libera e dignitosa, senza le adeguate risorse e senza la necessaria flessibilità, rimane un diritto umano proclamato ma non rispettato”.

Sara Sacco

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Alessio Biondino

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