Quando finirà la pandemia Covid? Gli scenari possibili e alcune previsioni

Dario Tobruk 21/01/21
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Iniziamo con la brutta notizia: il 2021 non sarà l’anno della fine dell’epidemia da Sars-Cov-19. Ma quando finirà la pandemia Covid? In questo articolo capiremo perché soltanto i vaccini rimangono la nostra unica speranza di tornare ad una vita normale.

Quando finirà la pandemia Covid? Forse nel 2025!

Purtroppo il coronavirus non verrà sconfitto tanto presto. Gli scenari epidemiologici sono tanti ma tutti puntano su un’unica certezza: difficilmente la pandemia Covid finirà quest’anno.

I fattori in gioco sono molteplici, mentre il numero degli eventuali scenari lo sono ancora di più. Tutto dipenderà da come le persone e i governi decideranno di comportarsi, da fattori ambientali e dalla diffusione del virus: vaccinazioni, misure di distanziamento sociale, prescrizioni igieniche, lockdown intermittenti, variabilità stagionale, durata dell’immunità al virus, sono solo alcuni dei fattori in gioco.

Uno scenario di esempio: se l’immunità al virus durasse meno di un anno, avremo picchi di contagio fino al 2025.

Come si interrompe una pandemia?

Affinché la pandemia finisca, è necessario che le percentuali di persone immunizzate al virus, attraverso un precedente contagio o vaccinazione, siano comprese tra il 55 e l’80 per cento della popolazione.

Considerato che, a fine prima ondata uno studio pubblicato su Nature ipotizzava che in un panel di 11 paesi europei, solo il 4% della popolazione risultava contagiata, possiamo giustificare lo scetticismo degli scienziati nello sperare che tutto possa finire in tempi brevi.

L’unica soluzione realistica risiede quindi sull’efficacia dei vaccini e su una lunga durata dell’immunizzazione. Non si vuole affermare che i vaccini siano la soluzione perfetta, ma quella più attuabile. Dovremmo persino sperare, che i vaccini funzionino! Molti vaccini, come quelli per il morbillo, garantiscono protezione per decenni, altri invece la perdono molto velocemente.

Quanto dura l’immunità al Covid?

La risposta alla domanda “quando finirà la pandemia Covid“, dipende dalla durata dell’immunità: alcuni virus inducono un’immunità duratura altri risposte più fugaci.

Immunità indotta dal virus

Un recente studio pubblicato da un team di ricercatori americani ha raccolto, analizzato e quantificato la concentrazione nel tempo di anticorpi e cellule della memoria di 188 persone contagiate da Covid-19. Da queste indagini si afferma che nel 95% dei casi analizzati la risposta naturale all’infezione genera una memoria immunologica che perdura fino a 8 mesi dall’infezione.

Immunità indotta dal vaccino

I dati che riguardano l’immunità indotta dal vaccino non permettono di fare troppe previsioni. Una risposta persistente è garantita dai trial del vaccino Moderna a 3 mesi dalla seconda dose, ma quanto questa duri è ancora troppo presto per dirlo.


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Leggi anche l’articolo in cui spieghiamo come vanno interpretati i dati: Ossimetria e l’uso del Saturimetro: interpretazione dei dati e interventi


Altri scenari della pandemia Covid nel futuro

E se l’immunità non durasse abbastanza?

In questo caso, in analogia ad altri coronavirus, in cui l’immunità dura intorno alle 40 settimane, i picchi epidemici sarebbe frequenti, almeno ogni anno. Fino ad una attenuazione del virus stesso o ad altre cure farmacologiche.

E se l’immunità fosse permanente?

Se per qualche motivo l’immunità risultasse permanente, il virus dopo aver contagiato tutto il mondo si esaurirebbe in breve tempo per scomparire. Anche entro il 2021. Ma se fosse solo una risposta moderata, dopo un periodo di silenzio ricomparirebbe dopo qualche anno.


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Lo scenario verosimile: pandemia per tutto il 2021

Il rapporto del CIDRAP, il Center for Infectious Disease Research and Policy, un centro di ricerca all’interno dell’Università del Minnesota e che si occupa di salute pubblica e malattie infettive, basandosi sui trend di altre pandemie influenzali mondiali, prevede una presenza considerevole per tutto il 2021 ancora, con diversi possibili modelli: picchi e lente discese o trasmissione continua senza andamenti ad onde.

In ogni caso questi modelli sono stati disegnati quando non era ancora chiaro se un vaccino fosse mai arrivato e affidavano a questa soluzione la speranza di poter uscire da questa pandemia in tempi relativamente brevi.

Vaccino che non è tardato ad arrivare e di cui si attende solo la piena adozione da parte della popolazione e un’adeguata e robusta risposta immunitaria. Solo così potremmo avere un’idea meno vaga di quando finirà la pandemia da covid.

Una speranza: il vaccino

Ad oggi, per tornare alle nostre vite normali, abbiamo solo una speranza: che il vaccino funzioni e che in molti scelgano di farsi vaccinare. Diversamente gli scenari non possono che essere deprimenti, rimanere dietro mascherine e a debita distanza l’uno dall’altro. Senza avere per molto tempo ancora, la possibilità di abbracciare i propri cari.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

CORONAVIRUS COVID-19

La storia ci insegna che da sempre le società umane combattono, ciclicamente, la loro guerra contro le epidemie, questo nemico astuto, insidioso, implacabile, e soprattutto, privo di emozioni e scrupoli. Eppure, le società umane hanno sempre vinto. Oggi il progresso scientifico e tecnologico sembra librarsi ad altezze vertiginose. Ma, nella guerra contro le epidemie, le armi dell’umanità sono e saranno probabilmente le stesse di quelle che avevamo a disposizione quando questo inarrestabile progresso aveva appena cominciato a svilupparsi, come nel XV secolo della Repubblica di Venezia, nell’800, nei primi anni del ’900. Oggi, è vero, la comunità internazionale può contare su un’incrementata capacità di sorveglianza epidemiologica, su una solida esperienza nella collaborazione tra Stati, su laboratori in grado di identificare i virus e fare diagnosi, su conoscenze scientifiche in continuo progresso, su servizi sanitari sempre migliori, su agenzie internazionali come l’OMS, l’ISS italiano e il CDC americano. Ma oltre alle conoscenze, ai vaccini e ai farmaci, all’organizzazione dei servizi sanitari, per affrontare con successo le epidemie è molto importante il senso di appartenenza alla comunità, la solidarietà sociale e l’aiuto reciproco fra persone. Di fronte ad una minaccia sanitaria, la fiducia nello Stato e nelle scelte delle autorità sanitarie, la consapevolezza del rischio e la solidarietà umana possono aver la meglio sull’ignoranza, l’irrazionalità, il panico, la fuga e il prevalere dell’egoismo che in tutti gli eventi epidemici della storia hanno avuto grande rilevanza.     Walter Pasiniè un esperto di sanità internazionale e di Travel Medicine. Ha diretto dal 1988 al 2008 il primo Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Travel Medicine.

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Leggi anche:

Tutto quello che c’è da sapere sul vaccino anti-Covid con le risposte dell’AIFA

Fonti:

  • lescienze.it
  • ema.europa.eu
  • Rahmandad, Hazhir and Lim, Tse Yang and Sterman, John, Behavioral Dynamics of COVID-19: Estimating Under-Reporting, Multiple Waves, and Adherence Fatigue Across 92 Nations (January 17, 2021). Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3635047 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3635047
  • Immunological memory to SARS-CoV-2 assessed for up to 8 months after infection

Foto di copertina di fernando zhiminaicela/Pixabay

 

Dario Tobruk

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