Quando gli infermieri, senza clamore, ti salvano la vita

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È accaduto diverse volte, negli ultimi giorni: nonostante faccia notizia solo il clima pesante che si respira nella nostra sanità fatto insulti, di violenze, di turni massacranti, di sfruttamento sistematico (che crea nei cittadini una visione distorta della professione) e di confusione tra ruoli diversi, capita anche che gli infermieri salvino delle vite. In silenzio. Senza suscitare il clamore che invece generano notizie in stile “infermiere ladro” o “infermiera assassina”. Riportiamo qui gli ultimi episodi.


Era lo scorso sabato pomeriggio (18 marzo), quando al termine di una partita di calcio a Riva di Solto (Bergamo) uno dei guardalinee è caduto esanime a terra colto da infarto. Fortunatamente, ad assistere alla gara c’era un’infermiera fuori servizio che, con supporto di due carabinieri e dopo venti muniti di manovre salvavita (con l’aiuto del Dae), lo hanno strappato a morte certa. L’uomo è stato poi trasportato in elisoccorso presso l’ospedale Papa Giovanni di Bergamo (VEDI Prima Bergamo).


Sempre il 18 marzo (di mattina) si è verificato un altro episodio simile, stavolta in quel di Piacenza: un signore di 76 anni ha perso conoscenza ed è andato in arresto cardiaco durante una passeggiata al centro commerciale Galassia ed è stato tenuto in vita dalle manovre rianimatorie di un’infermiera i fuori servizio. Dì lì a pochi minuti, grazie all’arrivo dei soccorritori (col defibrillatore), il cuore del malcapitato è ripartito (VEDI Piacenza Sera).


Lunedì 20 marzo, a Trieste, un uomo di circa 30 anni aveva inalato un boccone di cibo presso la sua abitazione e stava soffocando. La persona che era con lui ha subitamente allertato i soccorsi e, istruito sul da farsi da un infermiere della centrale operativa intanto che l’auto medica e l’ambulanza giungevano sul posto, ha disostruito le vie aeree dell’amico con le apposite manovre. All’arrivo dei soccorsi, l’uomo non ha avuto nemmeno bisogno di essere trasportato in ospedale (VEDI Trieste Café).


Nel tardo pomeriggio di domenica 19 marzo, ancora a Trieste (nel comune di Pontebba), una giovane donna è diventata mamma per la seconda volta nella propria casa, guidata nel parto dall’infermiera della Struttura operativa regionale emergenza sanitaria (che ha gestito l’intervento) e assistita sul posto dal marito, intanto che i soccorritori della Sores giungevano a sirene spiegate da Tarvisio (VEDI Trieste Café).

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Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015

Alessio Biondino