Quanto deve lavorare un infermiere per guadagnare lo stipendio annuo un top manager? 1200 anni

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Un calcolo tanto inquietante quanto curioso sullo stipendio da fame degli infermieri è stato fatto dal rapporto Oxfam sulle disuguaglianze, presentato al Forum economico di Davos.


Ovviamente, l’obiettivo non era quello di dimostrare se e quanto gli infermieri (soprattutto quelli italiani, fanalino di coda in Europa) siano dei poveracci squattrinati, ma tutto ciò fa oltremodo riflettere sui motivi reali della sempre più scarsa attrattività professionale oramai vantata dalla categoria.


Eh già, perché con 1500-2000 euro al mese, un infermiere dovrebbe lavorare più di 1000 anni per guadagnare quanto uno dei top manager delle aziende più importanti del globo.


In uno dei passaggi, lo studio è piuttosto chiaro: «In molti casi le più penalizzate sono le donne: basti pensare che a una lavoratrice del settore socio-sanitario servirebbero 1.200 anni per raggiungere la retribuzione annua percepita, in media, da un amministratore delegato delle 100 aziende più grandi al mondo».


E su ciò, come spiegato dal direttore esecutivo di Oxfam International Amitabh Behar, non ci sono dubbi visto che «7 delle 10 società più grandi al mondo hanno un miliardario come amministratore delegato o azionista di riferimento».


Altresì, il rapporto conferma come durante la fase più acuta della crisi inflattiva le imprese siano riuscite a tutelare i propri margini di profitto, intanto che enormi fette della forza lavoro perdeva inesorabilmente potere d’acquisto. Ed ecco che, in 52 paesi, gli stipendi di quasi 800 milioni di lavoratori non hanno tenuto il passo dell’inflazione.


A proposito: l’analisi di Oxfam sui relativi a 1.600 tra le più grandi aziende del pianeta (dati della World Benchmarking Alliance) rivela come solo lo 0,4% di queste si sia pubblicamente impegnato a corrispondere ai propri lavoratori un salario dignitoso e a supportarne l’introduzione, lungo le proprie catene di valore.


Siamo proprio sicuri di voler trasformare, sempre di più, la nostra sanità e i nostri ospedali in aziende…?

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Alessio Biondino

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