Rifiuta prelievo dal tirocinante: “Non faccio da cavia”. Poi chiama i parenti: botte agli infermieri

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Calci e pugni in faccia e sul corpo: due operatori sanitari, un infermiere e uno studente tirocinante, sono stati brutalmente aggrediti per un semplice prelievo di sangue. L’episodio è avvenuto all’ospedale civile di Baggiovara, facente parte dell’azienda ospedaliero-universitaria di Modena, nei locali della terapia intensiva cardiologica. Sembra che i parenti di un’anziana paziente, contrariati dall’intervento di un tirocinante, abbiano orchestrato una sorta di “raid punitivo” contro il personale sanitario. La paziente, dopo aver rifiutato il prelievo con la frase “Non faccio la cavia”, ha allertato il marito, che si è presentato in ospedale con altri due parenti, nonostante fosse fuori orario di visita.


A ricostruire l’accaduto è Cisl Emilia Centrale: “Intorno alle 8:30, il marito della paziente, accompagnato da altre due persone, è entrato in reparto chiedendo di incontrare l’infermiere responsabile del prelievo. Il professionista si è identificato, ma la discussione è rapidamente degenerata. Il sindacato racconta che il marito ha colpito il sanitario con un pugno in volto, facendolo cadere a terra. Da quel momento, i tre aggressori hanno iniziato a tempestarlo di calci e pugni, davanti agli occhi increduli di vari testimoni. Un altro infermiere è intervenuto per difendere il collega, ma è stato a sua volta aggredito, riportando diverse contusioni.


Anche la Fp-Cgil fornisce dettagli sull’accaduto, spiegando che tutto è iniziato con una normale procedura di prelievi per i degenti. Dopo uno scambio di battute con il tirocinante, la paziente ha avvisato i familiari, che prima hanno minacciato verbalmente l’infermiere e poi lo hanno colpito con violenza al volto e all’addome. I sanitari coinvolti hanno riportato ferite con prognosi di dieci e due giorni rispettivamente.


Di fronte a questa escalation di violenza, Cisl Emilia Centrale chiede “piena assistenza legale” per le vittime, perché vogliamo che gli aggressori siano portati davanti a un giudice e che l’azienda si costituisca parte civile, destinando l’eventuale risarcimento a un fondo per le vittime di aggressione”. Anche la Fp-Cgil interviene sul tema, sottolineando come gli atti violenti contro il personale sanitario non si limitino più solo al Pronto Soccorso, ma coinvolgano reparti critici come la terapia intensiva. “Chiediamo che l’azienda ospedaliera implementi maggiori controlli durante le visite dei familiari e che si costituisca parte civile anche in caso di aggressioni fisiche e verbali contro il personale”, conclude il sindacato.

Cosa devo fare prima del prelievo di sangue 2

Alessio Biondino

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