RSA, è boom di strutture non autorizzate e personale “fantasma”

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Il mondo delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) in Italia è oramai un labirinto complesso in cui convivono situazioni molto diverse tra loro. Da un lato, ci sono strutture regolari e professionali che si occupano adeguatamente del benessere degli anziani ospitati. Dall’altro, invece, emergono casi di sfruttamento dei lavoratori e situazioni che finiscono per penalizzare tutti coloro che cercano di garantire agli anziani un livello elevato di assistenza rispettando le norme e i contratti.

Uno dei problemi più gravi riguarda la proliferazione di strutture abusive. In Italia, migliaia di queste strutture illegali hanno cercato di far fronte alla domanda di assistenza estiva e non solo. Nel maggio del 2021, il Ministero della Salute incaricò i carabinieri di effettuare un’indagine su queste strutture, ma a distanza di due anni i dati completi non sono ancora stati pubblicati. Tuttavia, si stima che siano stati individuati ben 90.000 posti letto abusivi in strutture non autorizzate (VEDI La Stampa).


Il problema delle strutture abusive non è limitato solo al Sud Italia, come molti potrebbero pensare. Anche nel Piemonte, regione del Nord Italia, ci sono situazioni simili che richiedono azioni immediate per affrontare il problema.

Inoltre, la carenza di personale qualificato è un altro ostacolo significativo per le RSA. Alcune strutture si trovano a operare con personale non qualificato e non iscritto all’albo professionale, con la conseguenza di un servizio di assistenza carente e a rischio per gli anziani. Anche tra gli infermieri e gli operatori socio-sanitari, si verificano situazioni di scarsa professionalità e competenza, con il rischio di impatti negativi sia sulla qualità dell’assistenza che sul rapporto con gli anziani e colleghi.


Le organizzazioni del settore riconoscono il problema della carenza di personale sanitario e assistenziale nel Piemonte e mettono in guardia da una potenziale emergenza sociale se non saranno prese misure immediate. Si stima che sia necessario un numero considerevole di operatori socio-sanitari (circa 5000 unità) per garantire adeguati servizi alla popolazione anziana della regione.

Per far fronte a questa situazione, vengono proposte alcune soluzioni, come la proroga della dgr. 4 per gestire l’emergenza in modo immediato, l’introduzione di figure complementari come Adest, Ota e assistenti familiari, e la rimodulazione dei corsi di formazione degli operatori socio-sanitari per adeguarli ai fabbisogni regionali.

In mancanza di provvedimenti adeguati, tutto il sistema delle RSA rischia di entrare in crisi, con conseguenze disastrose per gli anziani e per coloro che cercano di svolgere un lavoro onesto e di qualità nel settore. È necessario affrontare questi problemi con urgenza per garantire il benessere degli anziani e il rispetto dei diritti dei lavoratori in un settore della salute e dell’assistenza tanto delicato. Solo così potremo sperare di costruire un sistema di RSA che sia veramente all’altezza delle esigenze della nostra società, decisamente… Invecchiata.

E in questo marasma di mancati controlli, di abusivismo selvaggio e di personale farlocco… Arrivano gli indiani!

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Alessio Biondino

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