Report Salutequità: necessario esigere il diritto alla Salute dei cittadini

Redazione 01/06/21
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Oltre un milione e 300mila ricoveri saltati, di cui più di 500mila urgenti. Radioterapia, chemioterapia, ricoveri per il tumore alla mammella, ai polmoni, al pancreas, impianto defibrillatori e pacemaker, interventi cardiochirurgici maggiori: il calo nel 2020 è tra il 10 e il 30% a seconda della prestazione. Persino i ricoveri pediatrici sono crollati fino al 50%.

E anche i trapianti di organi hanno fatto marcia indietro: -8 per cento.

Uno tsunami annunciato e certificato dal Rapporto 2021 sul Coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti, snocciolato e analizzato nel Quarto Report di Salutequità, che rischia di generare un’onda lunghissima di patologie gravi e decessi.

“Abbiamo avuto anche 144,5 milioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali in meno, 90 milioni di prestazioni di laboratorio sempre in meno, così come 8 milioni di prestazioni di riabilitazione e 20 milioni di diagnostica – sottolinea Tonino Aceti, presidente di Salutequità, Associazione indipendente per la valutazione della qualità delle politiche per la salute. – Ma la cosa più grave è che nonostante la forte riduzione delle prestazioni erogate rispetto al 2019, circa il 67% delle risorse stanziate nel 2020 per il loro recupero non sono state spese dalle Regioni. L’accantonamento delle risorse è stato di circa il 96% nelle Regioni meridionali e insulari, di circa il 54% al Nord e del 45% al Centro”.

“Finanziare queste misure non basta più – aggiunge Aceti -. Per rendere effettivamente esigibile il diritto alla salute in ogni angolo del Paese, serve un sistema efficiente, efficace e tempestivo sull’attuazione da parte delle Regioni delle misure volte al recupero delle prestazioni. In caso di inerzia delle Regioni è necessario prevedere l’esercizio di poteri sostitutivi da parte dello Stato, nonché inserire il recupero delle prestazioni e dell’utilizzo delle relative risorse da parte delle Regioni tra gli indicatori del Nuovo Sistema Nazionale di Garanzia dei LEA. E’ evidente a tutti che, alla luce della pandemia, indicatori nuovi come questo devono essere introdotti nel Nuovo Sistema di Garanzia, ancora purtroppo fermo ai dati del 2018”.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €

“Non sarebbe accettabile – conclude il presidente di Salutequità –  ritrovarci ancora una volta, a fine 2021, con un livello inadeguato di recupero delle prestazioni e di utilizzo delle relative risorse da parte delle Regioni. Per questo Salutequità è impegnata a modificare l’art. 26 del Decreto Sostegni Bis per dare concretezza e strumenti attuativi che garantiscano l’equità di accesso alle cure”.

Scarica il IV° Rapporto Salutequità – giugno 2021

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