Sanità, Gimbe: “In Italia imponente sotto-finanziamento”

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La Fodazione Gimbe denuncia, ancora una volta, problemi critici nel sistema sanitario italiano. Secondo il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, i principi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale, come universalità, uguaglianza ed equità, sono stati traditi, portando a «liste di attesa infinite, affollamento dei pronto soccorsi, aumento della spesa privata, diseguaglianze di accesso alle prestazioni, inaccessibilità alle innovazioni e migrazione sanitaria» (VEDI Agenzia DIRE).


La spesa sanitaria pubblica in Italia nel 2022 è risultata al 6,8% del PIL, inferiore alla media OCSE e europea (7,1%), con una spesa pro-capite anche al di sotto della media. Questo divario si è ampliato negli anni, nonostante l’aumento della spesa sanitaria durante la pandemia. L’Italia è stata costantemente ultima tra i paesi del G7 per la spesa sanitaria pro-capite.

La Fondazione Gimbe sottolinea l’urgente necessità di invertire questa tendenza attraverso politiche di finanziamento più adeguate: «I confronti internazionali sulla spesa sanitaria pubblica pro-capite relativi al 2022 confermano che l’Italia in Europa precede solo i paesi dell’est, Repubblica Ceca esclusa, oltre a Spagna, Portogallo e Grecia.


E tra i Paesi del G7, di cui nel 2024 avremo la presidenza, siamo fanalino di coda con gap ormai incolmabili, frutto della miopia della politica degli ultimi 20 anni che ha tagliato e/o non investito in sanità ignorando, a differenza di altri Paesi, che il grado di salute e benessere della popolazione condizionano la crescita del Pil. 

Ovvero che la sanità pubblica è una priorità su cui investire continuamente e non un costo da tagliare ripetutamente. Ecco perché il nostro Paese ha urgente bisogno di invertire la rotta, con segnali già visibili nella Nadef 2023 e, soprattutto, nella prossima Legge di Bilancio. Altrimenti sarà l’addio al diritto costituzionale alla tutela della salute» conclude Cartabellotta. 

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Alessio Biondino

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