Schillaci: “Pensioni più magre? Non c’è la volontà di penalizzare gli operatori sanitari”

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Lo ha dichiarato ieri il ministro della salute Orazio Schillaci, provando a rassicurare medici e infermieri su un eventuale ritocchino alla manovra 2024 del Governo, intenzionata a mangiucchiare le pensioni dei dipendenti pubblici: «Ho incontrato il ministro Giorgetti, e lo rivedrò domani insieme alla ministra Calderone, ovviamente c’è la volontà di risolvere le criticità che sono legate alla norma sulle pensioni perché credo sarebbe impensabile che in un momento come questo operatori sanitari lascino il Servizio sanitario nazionale, potrebbe essere davvero il tassello finale di un disastro che noi dobbiamo assolutamente far sì che avvenga».


Nel suo intervento, avvenuto in videocollegamento all’evento “Healthcare Summit” del ‘Sole 24 Ore’, Schillaci ha precisato che «ancora non è stata definita la modifica finale ma, ribadisco, non c’è la volontà di penalizzare gli operatori sanitari che hanno dimostrato in questi anni, pensiamo alla pandemia, grande dedizione».

Come fare? Da quanto si apprende, si naviga fra le ipotesi come quella di far scattare il taglio solo per chi decidesse di andare in pensione anticipata o di posticiparlo per tutti tra 3 anni. Comunque, sulla manovra in generale il ministro è entusiasta: «Le cifre stanziate per la sanità superano quelle che sono state stanziate in precedenza, ma ridurre tutto il discorso della sanità solamente a un problema di avere fondi in più mi sembra un’ottica un po’ limitata».


Molti italiani, stanchi che nella nostra sanità non funzioni più niente a forza di “tagli”, hanno perciò una visione “limitata”? Di certo, è necessario intervenire in modo drastico e in diversi ambiti: «Bisogna cambiare e fare degli interventi strutturali, non solo continuare come purtroppo abbiamo fatto all’inizio, a mettere delle ‘pezze’. La stessa Corte dei Conti, durante l’audizione sulla legge di bilancio ha sottolineato che le risorse messe dal governo per la sanità sono più alte del solito ma saranno insufficienti senza una riforma strutturale del Servizio Sanitario Nazionale».

Ma per fare ciò, non ci vogliono fondi adeguati…?


E intanto, tra voragini negli organici, personale sempre più anziano e i giovani che non si iscrivono più a Infermieristica, a quanto pare le discutibili “pezze” si sprecano (VEDI ad esempio l’invasione degli indiani e la produzione di pseudo infermieri a basso prezzo).

Eppure, Schillaci è fermamente convinto che siamo sulla strada giusta: «Io credo che il vero punto è quello di far sì che gli italiani finalmente nel 2026 abbiano un modello di sanità diversa, moderna, in cui ci sia una sanità di prossimità con una piena integrazione tra gli ospedali e i territori. Questo porterà sicuramente anche a un minor afflusso verso i Pronto soccorso. Bisogna offrire delle alternative vere. Penso poi molto anche alla telemedicina, perché è veramente la novità che può influire positivamente per avere una sanità più equa, lasciatemelo dire.


Oggi ci sono ancora troppe diseguaglianze che sono inaccettabili nell’offerta sanitaria tra le regioni, ma non penso solo e sempre al divario tra Nord e Sud, ma anche alle differenze che ci sono tra chi abita in una grande città e chi vive in un piccolo centro, tra chi abita magari in una regione geograficamente più complessa da raggiungere.

Però vorrei ribadire, perché poi la Manovra qualcuno forse non l’ha letta, ma per la prima volta ci sono i soldi per assumere per le case di comunità e per le medicine territoriali, ci sono 250 milioni per le assunzioni per il 2025 e ci sono 350 milioni per il 2026» ha concluso il ministro.

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Alessio Biondino

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