Scoperto nuovo meccanismo per immunoterapia contro i tumori cerebrali

Redazione 16/02/21
Scarica PDF Stampa

Alcuni scienziati affermano di aver scoperto un nuovo potenziale obiettivo per l’immunoterapia dei tumori cerebrali maligni. Lo studio, pubblicato su “Cell”, cita esperimenti di laboratorio con risultati entusiasmanti.


Vuoi contenuti sempre aggiornati sui tuoi social? Noi ci siamo!
Metti un “mi piace” alla pagina Facebook di Dimensione Infermiere e visita il nostro profilo Instagram. E se proprio ci vuoi ovunque, siamo anche su Twitter!

 

Il team di ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute, del Massachusetts General Hospital e del Broad Institute of MIT e di Harvard, afferma che l’obiettivo identificato è una molecola che sopprime l’attività antitumorale dei linfociti T, i globuli bianchi che eliminano le cellule tumorali.

Gli scienziati affermano che la molecola, chiamata CD161, è un recettore inibitorio trovato sui linfociti T. Quando il recettore è attivato dalle molecole allocate sulle cellule tumorali, queste indeboliscono la risposta dei globuli bianchi nell’attività di aggressione contro le cellule tumorali.

Per sperimentare l’effetto anti-inibitorio, gli scienziati hanno eliminato il gene che codifica questo recettore o hanno usato anticorpi agonisti per bloccarne l’attivazione. Il risultato è un miglioramento della sopravvivenza degli animali usati come cavie, dove, il blocco dell’inibizione dei globuli bianchi è stato disattivato.

Inoltre, afferma  Kai Wucherpfennig, PhD, direttore centro: “abbiamo dimostrato che questo percorso è rilevante anche in una serie di altri importanti tipi di cancro umano“, tra cui melanoma, polmone, colon e cancro del fegato. Ad oggi, le immunoterapie attuali si basano su vie precise, ma hanno poco successo. Al contrario, la via inibitoria su cui il team punta è maggiormente presente sulle cellule target, presupponendo un’attività antitumorale più forte rispetto alle terapie attuali.

Finora non è stato possibile giungere a riconoscere nel dettaglio i meccanismi biochimici la visione che gli scienziati hanno dell’attività del linfocita T nella sua lotta contro un tumore, ma grazie a nuove biotecnologie oggi è possibile scrutare più a fondo questi processi, puntando a maggiori risultati.

“Il nostro atlante completo dei programmi di espressione delle cellule T attraverso le principali classi di gliomi diffusi identifica quindi il percorso CD161-CLEC2D come un potenziale bersaglio per l’immunoterapia dei gliomi diffusi e di altri tumori umani“, affermano gli autori dello studio.

Per arrivare a questi risultati è stato necessario usare delle “gliomasfere“, cellule tumorali di pazienti umani, impiantate in cavie da laboratorio e che hanno sviluppato tumori aggressivi nei cervelli dei roditori. Successivamente hanno somministrato il trattamento antitumorale fatto di cellule T geneticamente modificate e quindi osservato gli effetti di sopravvivenza: il trasferimento delle cellule T modificate ha rallentato la crescita dei tumori e “ha conferito un significativo vantaggio di sopravvivenza“. Ulteriori studi saranno necessari per comprendere a fondo i processi implicati e le relative applicazioni cliniche, ma la strada verso una nuova immunoterapia contro le cellule tumorali cerebrali è definitivamente segnata.

Fonti scientifiche:

  • Nathan D. Mathewson et al. Inhibitory CD161 receptor identified in glioma-infiltrating T cells by single-cell analysisCell, 2021 DOI: 10.1016/j.cell.2021.01.022

Leggi anche:

Educazione sanitaria: prevenire il melanoma con la regola dell’ABCDE

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento