Con la legge 81/2020, la cefalea cronica è stata riconosciuta come patologia invalidante, rientrante nelle malattie sociali. Di conseguenza, chi ne soffre (in Italia sono circa 8 milioni di persone) può ottenere una percentuale di disabilità e il maturare dei presupposti per la Legge 104, con relativo assegno di invalidità civile di 287 euro al mese.
La diagnosi
Per poter sfociare in una condizione di disabilità riconosciuta, la cefalea cronica deve essere però diagnosticata da uno specialista accreditato per la diagnosi/cura delle cefalee e accertata per almeno un anno, trascorso il quale il professionista potrà attestare la condizione invalidante.
La cefalea cronica è considerata invalidante quando si esprime nelle seguenti forme: emicrania continua, cefalea cronica quotidiana anche senza l’assunzione di analgesici cefalea cronica a grappolo, emicrania cronica frequente, cefalea nevralgiforme unilaterale di durata breve che comporta l’arrossamento e lacrimazione oculare.
La domanda
Per fare domanda è necessario seguire il normale iter dell’invalidità civile: prima bisogna inviare un certificato telematico del proprio medico curante all’Inps dove si attesta la condizione.
Dopodiché si potrà procedere con la presentazione della domanda di invalidità civile all’Inps, dove una commissione medica provvederà a effettuare le opportune valutazioni, stabilendo una percentuale di gravità. A seconda di tale percentuale, si potrà ottenere o meno la pensione di invalidità di 287 euro al mese per 12 mensilità.
Il limite di reddito personale annuo che consente di aver diritto alla prestazione è pari a 4.931,29 euro.
Autore: Alessio Biondino