Stabilizzazione precari del Covid, è arrivato l’ok dal Cdm

Redazione 29/10/21
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Gli enti del Servizio Sanitario Nazionale vengono autorizzati a stabilizzare il personale assunto a tempo determinato durante l’emergenza“. Questo è quanto si legge nel comunicato del Consiglio dei Ministri che ha dato il via libero alla manovra che stabilizzerà tutti i precari della sanità assunti durante la pandemia Covid.

Stabilizzazione precari del Covid, è arrivato l’ok dal Cdm

Accolte le richieste degli enti aziendali e degli ordini professionali, riunitosi la scorsa settimana per concertare le richieste da fare al governo. L’obiettivo, da ieri accolto, è la stabilizzazione dei professionisti sanitari impegnati in prima linea durante la pandemia e il rafforzamento delle dotazioni organiche delle Aziende sanitarie che negli ultimi 18 mesi hanno potuto contare sul contributo straordinario di oltre 83mila nuovi operatori.

Molto soddisfatto che il governo abbia inserito nella legge di bilancio la misura proposta da Fiaso che consente agli enti del Servizio Sanitario Nazionale di stabilizzare questi professionisti“. Soddisfazione nelle parole del presidente di Fiaso Giovanni Migliore secondo cui sono 53 mila i medici, infermieri e altri operatori sanitari assunti a tempo determinato durante l’emergenza Covid e che in futuro potranno essere stabilizzati con la manovra.

Continua il presidente: “Ringrazio il consiglio dei ministri e particolarmente il ministro della salute Roberto Speranza per la sensibilità dimostrata. Il ministro ha riconosciuto il valore del servizio prestato dai professionisti assunti in quel periodo per superare la parte più difficile della crisi sanitaria determinata dalla pandemia da Covid, ma soprattutto perché dopo anni di sottofinanziamento e di blocco del turn over, durante i quali le nostre aziende sono tuttavia riuscite a garantire la tenuta del sistema, mettendo in campo una straordinaria innovazione organizzativa, si torna finalmente a investire partendo dal personale, che è la nostra risorsa più preziosa“.

La manovra, come lo stesso Draghi ha annunciato, prevede un incremento del Fondo Sanitario Nazionale di due miliardi di euro, investimenti che “ci consentono di poter guardare con rinnovato ottimismo ad una nuova stagione per la sanità pubblica“.


L’ infermiere di famiglia e di comunità

In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità.

Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati.

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

Maila Mislej, Flavio Paoletti | 2008 Maggioli Editore

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