Carenza di energia e stanchezza continua: quando preoccuparsi?

redazione 23/06/25

La stanchezza cronica è un disturbo comune che può influire significativamente sulla qualità della vita. Si manifesta con una sensazione di affaticamento persistente, che non migliora con il riposo e può compromettere le attività quotidiane.

Sebbene possa essere attribuita a fattori come lo stress o uno stile di vita frenetico, in alcuni casi la stanchezza cronica può essere il sintomo di condizioni mediche sottostanti, come carenze nutrizionali, disturbi del sonno o patologie croniche.

Le cause della stanchezza cronica

Condurre uno stile di vita sedentario può essere una delle principali cause della stanchezza cronica. La mancanza di attività fisica, infatti, può portare a una riduzione della massa muscolare e della capacità cardiovascolare, rendendo il corpo meno efficiente nel produrre e utilizzare energia.

Al contrario, un’attività fisica eccessiva, senza adeguati periodi di recupero, può causare un affaticamento persistente. Il sovrallenamento può portare a un esaurimento delle riserve energetiche e a un aumento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, contribuendo alla sensazione di stanchezza.

Anche una dieta povera di nutrienti essenziali può influire negativamente sui livelli di energia. La carenza di vitamine, minerali e altri nutrienti fondamentali per il metabolismo energetico può compromettere la produzione di energia a livello cellulare.

Inoltre, il consumo eccessivo di zuccheri e cibi ad alto contenuto calorico, ma poveri di nutrienti, può causare picchi e cali improvvisi di energia.

Lo stress cronico, infine, è un altro fattore che può contribuire alla stanchezza persistente. Lo stress prolungato può alterare l’equilibrio ormonale e influire negativamente sul sistema immunitario, causando una sensazione di affaticamento costante.

Quando la stanchezza cronica è legata a una carenza di ferro e acido folico?

La carenza di ferro e acido folico può essere dovuta a diversi fattori. Scopriamo quali sono i principali responsabili di questa condizione.

Carenza di ferro e acido folico: le cause più comuni
Una delle cause più comuni della carenza di ferro e acido folico è una dieta povera di alimenti ricchi di questi nutrienti. Il ferro si trova principalmente in alimenti di origine animale, come carne rossa, pollame e pesce, mentre l’acido folico è abbondante in verdure a foglia verde, legumi e frutta. Una dieta squilibrata, priva di questi alimenti, può portare a una carenza di ferro e acido folico.

Un’altra causa significativa è l’aumentato fabbisogno di ferro e acido folico, che può verificarsi in particolari condizioni fisiologiche come la gravidanza, l’allattamento, la crescita durante l’adolescenza o in presenza di alcune patologie croniche. In queste situazioni, il corpo richiede una quantità maggiore di questi nutrienti per far fronte alle esigenze metaboliche.

Le perdite di sangue, sia acute che croniche, rappresentano un ulteriore fattore di rischio. Le donne in età fertile sono particolarmente soggette a carenza di ferro a causa delle perdite mestruali. Anche condizioni come ulcere gastrointestinali, emorroidi o donazioni di sangue frequenti possono contribuire a una diminuzione dei livelli di ferro e acido folico.

Infine, alcune condizioni mediche possono ridurre l’assorbimento di ferro e acido folico a livello intestinale. Malattie come la celiachia o il morbo di Crohn possono compromettere l’assorbimento di questi nutrienti, portando a una carenza nonostante un’adeguata assunzione alimentare.

I sintomi da non sottovalutare

Uno dei sintomi più comuni della carenza di ferro e acido folico è l’affaticamento persistente. La mancanza di questi nutrienti può compromettere la produzione di energia a livello cellulare, causando una sensazione di stanchezza costante, anche dopo un adeguato riposo.

La debolezza muscolare è un altro segnale da non sottovalutare. La carenza di ferro e acido folico può ridurre l’apporto di ossigeno ai muscoli, compromettendo la loro funzionalità e causando una sensazione di debolezza generalizzata.

Anche la difficoltà di concentrazione può essere un sintomo della carenza di questi nutrienti. Il ferro e l’acido folico sono essenziali per il corretto funzionamento del sistema nervoso e una loro carenza può influire negativamente sulle capacità cognitive.

Altri segnali includono il pallore cutaneo, dovuto alla riduzione della produzione di emoglobina, e la tachicardia, che può manifestarsi come una sensazione di battito cardiaco accelerato o irregolare.

In alcuni casi, si possono verificare cefalea, irritabilità e una maggiore sensibilità alle infezioni, a causa dell’indebolimento del sistema immunitario.

Come intervenire per contrastare la carenza di ferro e acido folico

Per contrastare la carenza di ferro e acido folico è possibile adottare diverse soluzioni.

Una delle prime strategie è integrare la dieta con alimenti ricchi di questi nutrienti. Per aumentare l’apporto di ferro, è consigliabile consumare carne rossa, pollame, pesce e frutti di mare. Anche legumi, cereali integrali e verdure a foglia verde possono contribuire a incrementare i livelli di ferro, sebbene il ferro di origine vegetale sia meno facilmente assimilabile dall’organismo.

Per quanto riguarda l’acido folico, è importante includere nella dieta verdure a foglia verde come spinaci, broccoli e lattuga, oltre a legumi come fagioli e lenticchie. Anche agrumi, frutta secca e cereali arricchiti sono ottime fonti di acido folico.

L’importanza dell’assorbimento: la vitamina C come alleata
L’assorbimento del ferro può essere influenzato da diversi fattori. La vitamina C, ad esempio, può migliorare l’assimilazione del ferro non eme presente negli alimenti di origine vegetale. Per questo motivo, è consigliabile abbinare alimenti ricchi di ferro a fonti di vitamina C, come agrumi, kiwi, fragole e peperoni.

Al contrario, alcune sostanze come i fitati presenti nei cereali integrali, i tannini del tè e del caffè e il calcio possono ridurre l’assorbimento del ferro. È quindi opportuno limitare il consumo di questi alimenti e bevande durante i pasti principali.

Quando ricorrere agli integratori di ferro e acido folico
In alcuni casi, l’alimentazione potrebbe non essere sufficiente a ripristinare i livelli ottimali di ferro e acido folico. In queste situazioni, può essere utile ricorrere a integratori specifici.

Gli integratori di ferro e acido folico possono essere particolarmente indicati per le donne in gravidanza, che hanno un fabbisogno aumentato di questi nutrienti, e per le persone con condizioni mediche che ne compromettono l’assorbimento.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’assunzione di integratori dovrebbe avvenire sotto consiglio del medico. Un eccesso di ferro, infatti, può essere dannoso per l’organismo e causare effetti collaterali come disturbi gastrointestinali e danni agli organi.

Inoltre, è fondamentale scegliere integratori di qualità, che garantiscano un apporto adeguato di ferro e acido folico e siano formulati per favorire un assorbimento ottimale

Il ruolo del riposo e dell’esercizio fisico

Dormire bene è fondamentale per il recupero fisico e mentale e per mantenere alti i livelli di energia durante la giornata. È consigliabile adottare alcune buone abitudini, come mantenere una routine del sonno regolare, evitare l’uso di dispositivi elettronici prima di dormire e creare un ambiente favorevole al riposo, con una temperatura adeguata e un livello di rumore ridotto.

Inoltre, è importante praticare attività fisica regolarmente. Lo sport, infatti, favorisce il rilascio di endorfine, migliora la qualità del sonno e contribuisce a mantenere un peso corporeo sano. È consigliabile scegliere un’attività che si adatti alle proprie preferenze e condizioni fisiche, come camminare, nuotare o andare in bicicletta, e praticarla con costanza.

In conclusione possiamo dire che la stanchezza cronica è un disturbo complesso, che può essere causato da una molteplicità di fattori. In alcuni casi, può essere il sintomo di condizioni mediche sottostanti, come la carenza di ferro e acido folico, e richiedere un intervento specifico.

In caso di sintomi persistenti, è sempre consigliabile rivolgersi al medico, che potrà valutare la situazione individuale e indicare il percorso più idoneo per ritrovare l’energia e il benessere.

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Redazione di Dimensione Infermiere
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