Grande indignazione per la comunità ospedaliera e universitaria, dove nella giornata di oggi, almeno 200 tra infermieri e studenti hanno promosso un presidio di fronte al Policlinico per manifestare il proprio sdegno per l’accaduto.
Gli investigatori e i commissari interni dell’ospedale hanno, la notte stessa del fatto, ispezionato lo stanzino dove, tra le lenzuola e le scope del reparto, è avvenuta l’aggressione, per ricercare tracce di DNA dell’eventuale predatore sessuale e incastrarlo alle sue responsabilità. Se fosse confermato il crimine.
Marta, la ragazza violentata, non sembra aver dubbi e ha indicato agli inquirenti il colpevole nella figura dell’infermiere esperto del reparto dove stava svolgendo il suo tirocinio.
Eppure, nonostante la dubbia moralità dell’infermiere, il sospetto viene spontaneo a tutti: gli è stata affidata una giovane studentessa per formarla in tirocinio.
Le dichiarazioni fatte dai studenti e raccolte dall’inserto romano de Repubblica.it riformulano queste domande: “La nostra collega non è stata tutelata. Siamo di Medicina, operatori sanitari, infermieri. Tutti qui per lei“, dicono i presenti al presidio organizzato.
“Tutela nel nostro posto di studio, esigiamo che sia un posto sicuro dove studentesse e studenti possano svolgere i propri studi. È chiaro che è già successo? Non deve più accadere” è la sacrosanta richiesta degli studenti che adesso non si sentono più al sicuro tra i corridoi dove fino a qualche ora prima pensavano solo ad imparare la professione.

Anche il Presidente dell’OPI di Roma, Maurizio Zenga, manifesta solidarietà alla “studentessa del corso di laurea in Infermieristica, vittima di uno stupro di cui sarebbe responsabile un infermiere dello stesso ospedale.“, continua Zenga, che si associa all’indignazione e promette provvedimenti in caso di conferma del reato: “La nostra sgomenta e piena solidarietà alla vittima. L’Ordine rileva che episodi come questo non sono solo violazioni gravissime del diritto, ma anche un vero insulto ai valori propri e specifici della Professione, e alla sua deontologia professionale: siamo pronti a prendere tutti i provvedimenti del caso per quanto di nostra competenza”.
L’Ordine provinciale è in attesa di maggiori delucidazioni da parte degli inquirenti, ma valuta da subito di costituirsi parte civile a fianco della studentessa e conclude nelle parole del presidente: “Certo è particolarmente atroce pensare che possa essere accaduto mentre la vittima era impegnata nel suo percorso di futura infermiera e chi avrebbe dovuto formarla con la propria esperienza abbia abusato di lei. Tutta la nostra comunità professionale ne è dolorosamente scossa e colpita”.