Svegliarsi prima può proteggerci dalla depressione

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La depressione è il disturbo mentale più diffuso nel mondo. A causa della pandemia Covid-19 i casi di ansia e depressione sono aumentati soprattutto tra i giovani. Una nuova ricerca pubblicata su Jama Psychiatry dimostra che svegliarsi un’ora prima del solito può ridurre del 23% il rischio di depressione.

E’ vero che i nottambuli hanno un rischio maggiore di soffrire di depressione?

La genetica determina il cronotipo di una persona, cioè le sue abitudini nello scandire le attività quotidiane ed essere maggiormente attiva in un determinato momento della giornata, mattiniera come l’allodola o nottambula come il gufo. Sappiamo che numerose varianti genetiche, compresa quella del “gene dell’orologio”, influenzano il cronotipo e le nostre preferenze riguardo a quanto tempo dormire.

Il cronotipo influenza anche il nostro benessere mentale. Studi scientifici dimostrano che esiste un legame tra il cronotipo e l’umore: i nottambuli hanno il doppio delle probabilità di soffrire di depressione rispetto alle persone mattiniere, indipendentemente dalle ore di sonno effettivo.

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

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Il disturbo depressivo maggiore è il principale problema di salute mentale tra le persone di età compresa tra 15 e 44 anni e colpisce principalmente il sesso femminile. La pandemia di Covid 19 ha generato ansia e continui fattori di stress, alterato i ritmi sonno-veglia e causato disturbi del sonno in moltissime persone; il risultato è che i casi di depressione sono aumentati in maniera esponenziale.

Svegliarsi un’ora prima può ridurre il rischio di depressione: lo dice una ricerca scientifica

Un recente studio pubblicato su JAMA Psychiatry e condotto dal MIT, dalle Università di Harvard e Colorado Boulder, ci fornisce un’idea di come dormire di più e svegliarsi prima può aiutarci a salvaguardare la nostra salute mentale.

La ricerca è stata realizzata su 840.000 persone ed è la prima nel suo genere. Gli studiosi si sono posti una semplice domanda: le persone con varianti genetiche che predispongono ad essere mattinieri hanno un rischio di depressione più basso?

La risposta è stata affermativa: mettendo a confronto i dati genetici e le cartelle cliniche dei partecipanti, i ricercatori hanno scoperto che svegliarsi un’ora prima, dormendo le stesse ore, diminuisce il rischio di soffrire di disturbi depressivi.

Se una persona che è solita andare a letto all’una cambia le sue abitudini e anticipa l’orario a mezzanotte, dormendo lo stesso numero di ore, riduce il rischio di depressione maggiore del 23%; e lo abbassa ancora di più, circa del 40%, se va a letto alle ore 23:00.

Come si spiega questo effetto? Può essere perché chi va a dormire prima si alza prima ed è più esposto alla luce del giorno: questo produce una serie di modificazioni ormonali che possono influenzare positivamente l’umore , come afferma la ricercatrice Celine Vetter.

Secondo Iyas Daghlas, l’autore principale dello studio, in una società come la nostra, progettata per le persone mattiniere, i nottambuli possono sentirsi disallineati dall’ “orologio sociale”, con effetti negativi sul tono dell’umore.

In base ai risultati di questa interessante ricerca, anticipare l’orario del risveglio può essere un valido aiuto per il nostro benessere psichico, in particolare se siamo “gufi”, con l’abitudine di addormentarci tardi la sera e, di conseguenza, svegliarci tardi al mattino.  Resta ancora da chiarire se le persone “allodole”, che hanno un cronotipo mattiniero, possano trarre un vantaggio dall’alzarsi prima del solito.

Autore: Serena Frassini

Fonte scientifica:

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Credit Foto di Free-Photos da Pixabay

Serena Frassini

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