Torino, paziente accoltella infermiere e appicca il fuoco in pronto soccorso

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Continuano gli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari, in particolare modo quelli dei nostri pronto soccorso. E oramai siamo arrivati alla follia pura.


Stavolta, un infermiere è stato ferito con un coltello da un paziente esagitato. L’uomo, un 77enne ricoverato da alcuni giorni per problemi respiratori, a un certo punto ha dato di matto e ha iniziato ad aggredire il personale.


A rimetterci, soprattutto un infermiere che è stato ferito ad una mano e all’addome. Il paziente, non contento di aver attentato alla vita del professionista, ha addirittura cercato di sfondare l’ingresso della portineria con il bastone e ha concluso questa sua immotivata ribellione dando fuoco ai cestini della spazzatura.


Come raccontato da Mario Caserta (CISL FP Torino): «Ieri sera al pronto soccorso di Moncalieri abbiamo sfiorato la tragedia. Purtroppo sono anni che segnaliamo questo pericolo, ma le risposte dell’azienda sono sempre state timide e non incisive.


Da tempo i nostri delegati del pronto soccorso segnalano la precaria sicurezza in cui lavorano gli infermieri e gli OSS del DEA del Santa Croce, più volte ci sono state aggressioni ai colleghi e più volte abbiamo chiesto l’estensione della presenza della guardia giurata a tutta la giornata.


Attualmente il vigilante prende servizio alle ore 23, ma chi decide di accanirsi contro i sanitari, spesso per le frustrazioni dovute alle troppe inefficienze del sistema sanitario, non ha orari e può farlo in qualsiasi ora del giorno e della notte».

FORMATO CARTACEO

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015

Alessio Biondino

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