Formazione universitaria agevolata per i dipendenti pubblici fino al 60% dei costi

Dario Tobruk 23/11/21
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Formazione universitaria agevolata per i dipendenti pubblici, questa è la riforma del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Lo scopo è quello di rinforzare le competenze dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici e fornire un servizio migliore al sistema paese.

Formazione universitaria agevolata per i dipendenti pubblici

È lo stesso ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta a segnalare che “Dal 10 gennaio 2022 partirà un grande piano formativo per rafforzare le conoscenze e le competenze dei 3,2 milioni di dipendenti delle amministrazioni pubbliche. Un’enorme ‘ricarica delle batterie’ finalizzata a riqualificare il capitale umano pubblico e a migliorare la qualità dei servizi a cittadini e imprese”.

Con la firme d’intesa tra il ministro delle PA, il ministro dell’Università e della Ricerca Messa, e la rettrice dell’Università della Sapienza di Roma, avvenute ad inizio ottobre scorso, prende avvio l’iniziativa di agevolare la formazione universitaria dei dipendenti pubblici, che permetterà ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni, dal prossimo anno, di iscriversi a corsi di laurea e master agevolati nei costi e nella fruizione, ad esempio con la modalità da remoto.

Agevolazioni economiche fino al 40% per i dipendenti pubblici

Secondo i protocolli pubblicati le agevolazioni ridurranno del 50% le spese universitarie, con un ulteriore 10% di sconto se il dipendente è donna o ha in carico due figli. Non solo a Roma, in tutta Italia, gli atenei stanno rispondendo positivamente all’iniziativa: sono già in atto numerosi progetti formativi su temi di interesse nazionale.


L’ infermiere di famiglia e di comunità

In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità.

Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati.

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

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Attualmente non vi sono note che riguardano anche il personale sanitario nello specifico e le fonti attendono che il sistema di agevolazioni aumenti le competenze del personale amministrativo “classico”, per favorire i cambiamenti strutturali che il Pnrr porterà con sé ma, è difficile credere che il ministro presenterà il fianco ad una simile discriminazione politica tra settori che meritano tali agevolazioni e altre che non lo meritano.

Da parte sua Brunetta sembra avere le idee chiare: “Vogliamo che la Pubblica amministrazione sia il più grande catalizzatore della crescita del Paese”. Per scoprire se anche il settore sanitario avrà la sua fetta di agevolazioni universitarie dovremmo attendere maggiori informazioni, sembra infatti che tutto verrà chiarito: “A dicembre lanceremo una campagna di comunicazione perché tutti i dipendenti pubblici siano informati delle opportunità di formazione, che potranno valutare in base alle loro esigenze di lavoro, di carriera e di reddito. L’investimento formativo sarà premiato. Nei contratti di lavoro, vicini al rinnovo, sarà previsto un legame diretto tra formazione, produttività e dinamiche retributive. Torniamo a investire sui ‘volti della Repubblica’, come li ha definiti il presidente Mattarella. La Pubblica amministrazione riparte dalle persone”.

Non ci resta che attendere i dettagli di questa riforma, nella speranza che almeno questa volta, non si venga discriminati più del dovuto.

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin)

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