Vaccini e Bufale: tutte le informazioni per saper rispondere alle bufale sui vaccini

Dario Tobruk 21/06/18
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Parliamo di vaccini e bufale: nonostante siano passati più di 10 anni dalla smentita dello studio che correlava i vaccini come causa dell’autismo, la disinformazione ed altre fake news sanitarie hanno portato ad un calo della copertura vaccinale, con relativo aumento dei casi di contagio e morti. È ora di prendere una posizione, è questo vademecum per infermieri e operatori sanitari è un aiuto a farlo.

Cosa sono e come sono fatti i vaccini?

Possono essere considerati prodotti farmaceutici. I vaccini possono essere agenti virali o parti di esse:

  • Agenti virali vivi attenuati in laboratorio e che conservano la capacità di replicarsi ma non quella di provocare la malattia. A contatto con l’organismo provocano la risposta immunitaria ricercata.
  • Vaccini inattivati interi, parti di esse o le sue tossine: attivano la risposta immunitaria.
  • Vaccini ricombinanti prodotti con tecniche di ingegneria genetica.

I vaccini possono contenere sostanze chimiche che aiutano a raggiungere gli scopi previsti dalla vaccinazione:

  • Conservanti, generalmente hanno un azione batteriostatica o battericida.
    Adiuvanti e che aiutano ad incrementare la risposta del sistema immunitario. In fondo all’articolo parliamo dei metalli pesanti.
  • Stabilizzanti, impediscono che variazioni termiche possano modificare la composizione del vaccino.

Perché si fanno i vaccini?

  • Per combattere malattie infettive che non hanno un trattamento specifico e per cui l’unico intervento valido è quello di prevenire la sua manifestazione.
  • Quando l’efficacia del vaccino è maggiore rispetto al trattamento della malattia virale.
  • Difendere sottogruppi di popolazione. Sottovalutate dalla popolazione generale possono essere molto pericolose per particolari tipi di pazienti: l’esempio tipico è la Rosolia nelle donne gravide.

Come funzionano i vaccini?

Il vaccino in quanto agente infettivo non causante malattia, provoca, a contatto con l’organismo umano, una risposta immunitaria (immunizzazione attiva) attivando i processi di riconoscimento e difesa del sistema immunitario. Difese che rimangono, grazie alla memoria immunitaria, attive per anni.

Il richiamo ad eventuali dosi successive, a distanza anche di molti anni, è dovuto al fatto che solo la malattia (e non il vaccino) produce una memoria immunitaria di lungo corso (decenni).

Viene preferita la pratica vaccinale perché è più efficace rispetto all’immunizzazione da infezione nel prevenire complicazioni gravi e talvolta fatali.

La risposta immunitaria dipende da vari fattori:

  • dall’antigene utilizzato,
  • la via di somministrazione (tra i più importanti),
  • presenza di adiuvanti,
  • condizioni e caratteristiche del ricevente (come l’età, lo stato di salute, genetica).

 

Sono sicuri? E come sono prodotti i vaccini?

I vaccini in quanto destinati a pazienti pediatrici e sani sono estremamente sicuri. I controlli sono pedissequi e gli eventi avversi hanno un regime di tolleranza molto ridotto. Le cause farmaceutiche non hanno alcun vantaggio ad inserire sostanze nocive nei vaccini rischiando di perdere miliardi di dollari in cause giudiziarie per indennizzare i pazienti.

Inoltre, dallo studio del vaccino alla sua commercializzazione la strada è lunga e tortuosa, come la messa in commercio dei farmaci passa attraverso varie valutazioni di enti predisposti alla farmacovigilanza come l’AIFA per tutto il periodo della sua esistenza. Può essere immediatamente ritirato in caso di ogni dubbio.

Test: dagli animali ai modelli bioinformatici

I vaccini sono sempre meno testati su animali di laboratorio grazie all’impiego di tecniche e modelli bioinformatici con cui si possono ottenere gli stessi risultati della sperimentazione animale e con minori costi etici (sotto la pressione degli animalisti).

Vaccini e bufale. Tutto da chiarire.

I vaccini sono considerati uno degli strumenti più efficaci e sicuri di prevenzione primaria. Nonostante l’Italia abbia sempre mantenuto alti livelli di adesione ai programmi di vaccinazione pianificati dal SSN, da diversi anni ormai e in seguito a spiacevoli falsità scientifiche, leggende metropolitane e mancata educazione il numero di persone che si vaccina correttamente è in calo.

Perdita dell’immunità di gregge

La prima implicazione negativa alla minore copertura vaccinale è la perdita della cosiddetta immunità di gregge: quando una popolazione è vaccinata, chi per motivi sanitari non può farlo, viene protetto dal resto “del gregge” grazie alla mancata diffusione dell’agente patogeno.

I fondamentali giuridici della pratica vaccinale.

L’art. 32 della Costituzione sancisce il diritto della salute come bene fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. Con interesse della collettività si intende che la perdita di salute del singolo individuo è di fatto un nocumento a tutta la società.

La salute di un individuo è un bene indisponibile, ovvero non vendibile ne ceduto ne trasferibile. Nessun cittadino italiano dispone del diritto di procurare danno alla propria salute. Possiamo decidere di porre un freno ai trattamenti sanitari e decidere del nostro destino di fronte la malattia, ma non possediamo il diritto di provocarcela.

Per questo motivo, non possiamo disporre illimitatamente del nostro corpo: non possiamo vendere un nostro braccio o un rene in cambio di denaro, e se lo facessimo nonostante non verremmo perseguiti penalmente, in caso di inadempienza della controparte (a cui abbiamo venduto il braccio o il rene non ci paga) non possiamo appellarci alla Giustizia e pretendere di essere risarciti, perché non avremo il diritto di disporre del nostro corpo come elemento commerciabile e quindi il contratto verrebbe considerato nullo e ti ritroveresti con un braccio in meno e il portafogli vuoto!

Gli obiettivi della pratica vaccinale

  • Conferire all’individuo sano una protezione contro le infezioni.
  • Ridurre, contenere o eradicare malattie infettive a livello globale (come il vaiolo negli anni 80′ completamente eradicato)
  • Raggiungere un’elevata copertura della popolazione al fine di ottenere l’immunità di gregge.
  • Contribuire a ridurre e prevenire alcune patologie neoplastiche provocate da virus come il carcinoma alla cervice uterina provocata dal papilloma virus e altri oncovirus umani (wiki).

Risparmio nella spesa sanitaria

Il beneficio oltre a quello sanitario è anche economico: prevista la spesa per la gestione delle cronicità provocate da agenti patogeni che possono essere prevenute dalla relativa vaccinazione si può sottrarre questa spesa a quella di un piano vaccinale.

Esempio: Spesa nazionale per la cura di carcinoma alla cervice uterina delle cittadine malate meno le spese per vaccinare la popolazione di donne ad alto rischio: generalmente la seconda è inferiore alla prima.

Dall’esitazione a vaccinarsi al Movimento No Vax

A ragione e torto: le cause della diffidenza dei genitori a vaccinare i figli.

Complice la diffusione in rete di Fake News sanitarie, come la famosa e infondata correlazione tra vaccini e autismo, l’atteggiamento della popolazione nei confronti della pratica vaccinale è di resistenza, esitazione e scetticismo.

Nonostante siano condivisibili certe argomentazioni politiche e sociali del cittadino che rivendica la volontà di autodeterminare le scelte sulla propria salute e su quella dei propri figli e della reale efficacia dell’obbligatorietà rispetto ad altri sistemi come l’informazione e l’educazione del cittadino. Nessun sanitario, ad oggi, può obiettare che una copertura vaccinale superiore al 90-95% sia un obiettivo deprecabile.

Per questo motivo devono essere chiare a quest’ultimi le maggiori obiezioni rivolte al sanitario da parte della madre e del padre preoccupati di vaccinare il proprio bambino.

Perché il genitore ha paura dei vaccini?

I dubbi e le accuse dei genitori nei confronti delle istituzioni:

  • I vaccini vengono proposti a bambini troppo piccoli.
  • Vengono somministrati quantità considerevoli in poco tempo.
  • Vengono tenuti nascosti gli effetti collaterali da case farmaceutiche e da sanitari compiacenti.
  • Le malattie prevenibili sono meno gravi dei vaccini.

Esitazione vaccinale

Con il termine esitazione vaccinale si raccoglie in un unico termine i concetti di riluttanza, indecisione ed incertezza nei confronti della vaccinazione ed è strettamente connesso a fattori contestuali, storici, geografici e socio-politici.

Nel 2000 uno studio canadese distingueva i vari sottogruppi di genitori secondo atteggiamento:

  • L’esitante, il genitore che si lascia frenare da dubbi e preoccupazioni e ritarda o rifiuta di far vaccinare il figlio.
  • Il disinteressato, sottostima il rischio della malattia prevenibile attraverso una corretta vaccinazione perché non ne percepisce il pericolo.
  • L’escluso, è il genitore che per diversi motivi socio-economici non usufruisce del servizio.
  • Gli antivaccinatori, i cosiddetti NoVax, resistenza proattiva alla vaccinazione del proprio figlio e spesso ambasciatore di ideologie complottiste.

Sottostimare il rischio e non vaccinarsi

Dagli studi si deduce che il cittadino non riesce a valutare correttamente il rischio che corre non vaccinandosi. Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal è più probabile morire in una partita di calcetto o in un incidente ferroviario che morire in seguito a vaccinazione da anti-polio.

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

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Gruppi di studio a favore della vaccinazione.

Dall’OMS ad alcune Regioni come il Veneto e l’Emilia-Romagna, diversi gruppi di studio hanno raccolto dati, profili e indicazioni per affrontare il problema. Paradossalmente è proprio l’italiano con alta scolarità a rifiutare l’adesione al programma vaccinale. L’immigrato è più collaborativo (probabilmente il genitore straniero di prima generazione ha una buona percezione del rischio delle malattie infettive perché è più consapevole delle morti causate da malattie quali il morbillo) e considera la vaccinazione gratuita un vantaggio e non un obbligazione.

Il campo di gioco tra favorevoli e contrari

La confusione sul tema dei vaccini è tale che chi lo fa non è mai del tutto “fidelizzato” e quindi potrebbe non aderire una seconda volta e chi non aderisce volontariamente non è scontato che non possa essere convinto in un secondo momento. Magari dopo un’opera di convincimento da parte del medico, dell’infermiere o del farmacista di fiducia.

Come rispondere alle bufale sui vaccini.

I vaccini causano l’autismo

Negli anni Novanta il gastroenterologo Wakefield pubblicò su Lancet un articolo in cui con dati falsificati metteva in relazione il vaccino MPR e autismo. Ci vollero quasi 15 anni prima che un giornalista scoprì che lo studio era falso e tendenzioso e in seguito il medico fu radiato dall’albo dei medici inglesi.

Intanto però i media titolarono per molto tempo la notizia e la sua smentita non ebbe lo stesso eco mediatico e il danno fu di un allontanamento e diffidenza alla pratica vaccinale con il risultato di una consistente caduta della copertura e quindi dell’effetto “immunità di gregge”.

Ad oggi gli studi dimostrano che l’autismo sia causato da fattori genetici e ambientali in fase prenatale, scagionando definitivamente i vaccini come causa di autismo.

Piuttosto non è ancora smentita del tutto la correlazione tra vaccini antiinfluenzale del ceppo A(H1N1) e la Sindrome di Guillain Barrè. Pare che comunque il rapporto rischio-beneficio pende sul proseguire con la vaccinazione visto un solo caso accertato ogni milione di vaccinati over 50.

È bene non nascondere certe evidenze perché il rischio di una disinformazione, anche a fin di bene, è la diffidenza e l’incremento di teorie complottiste.

Il calendario vaccinale è esagerato!

I dubbi che accompagnano i genitori nel seguire il calendario vaccinale rendono la compliance difficile: troppi vaccini nei primi due anni di vita, troppo presto vaccinare nei primi mesi di vita, è complesso e difficile seguire le dosi e il calendario.

La paura di sovraesporre il sistema immunitario del bambino a troppi antigeni è infondata, dato il fatto che un singolo agente patogeno esprime migliaia di antigeni mentre nell’intera vita di una persona, attraverso i vaccini viene a contatto e immunizzato con poche centinaia di unità antigeniche.

È inutile vaccinarsi contro malattie scomparse e debellate!

Ad oggi solo il vaiolo è ufficialmente scomparso dalla faccia della Terra ed a ragione di ciò in Italia e nel Mondo è stata sospesa la vaccinazione.

Altre malattie infettive come la poliomielite, invece, seppur isolate e debellate in Europa, si manifestano in altre nazioni con focolai e singoli casi. In un epoca di viaggi low cost, immigrazione di massa ed altissima mobilità il rischio di contaminazione intercontinentale rimane sempre alto. Per questo motivo è indispensabile mantenere alta la copertura vaccinale.

Malattie infettive come la rosolia e il morbillo sono tutt’altro che debellati e registrano aumenti vertiginosi. I numeri: 5000 casi di morbillo e 4 morti lo scorso anno. Secondo il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità il 95% dei casi non era vaccinato o aveva somministrato solo la prima dose senza aver concluso il ciclo corretto per la piena immunizzazione.

Le malattie infettive si possono curare!

In realtà, per molte malattie infettive la cura è il vaccino, ovvero l’immunizzazione preventiva. Morbillo e Rosolia sono causate da virus e non hanno una cura, si possono curare i sintomi, come la febbre e la tosse, e gestire le sovra-infezioni con il rischio di complicazioni gravi e fatali.

E se vi sono cure per altre malattie infettive potenzialmente fatali è vero che la difficoltà a diagnosticarle in tempo causa decessi che potevano essere prevenuti con la semplice vaccinazione. Il caso emblematico è la meningite batterica, per cui nonostante i trattamenti antibiotici esistano, sono i vaccini il trattamento più efficace a prevenire la morte.

Medici e infermieri non vaccinano i figli!

Non vi sono prove a sostegno di questa leggenda metropolitana. Anzi gli operatori sanitari sono il sottogruppo di popolazione che aderisce maggiormente ai programmi di vaccinazione e i fattori più motivanti sono proprio la difesa del paziente.

Sono i vaccini a causare le malattie.

Le malattie infettive e i suoi agenti patogeni, virus o batteri, hanno da sempre straziato l’umanità. Negli scheletri e nelle mummie di persone di ogni ceto sociale, dal faraone allo schiavo, sono riscontrabili gli effetti patologici di molte malattie infettive. Questo dimostra che le malattie infettive sono esistite ancora prima che siano stati inventati i vaccini per sconfiggerle.

I vaccini contengono metalli pesanti!

È vero, alcuni vaccini contengono mercurio e alluminio. Ma lo contengono anche il cibo e l’acqua! Sono metalli ubiquitari, ovvero presenti ovunque:

  • L’alluminio è il metallo più diffuso sulla Terra e ne assorbiamo notevoli quantità tutti i giorni senza problemi. Il corpo è in grado di smaltirlo senza problemi.
  • Il mercurio,invece è presente sotto forma di thiremosal, per cui è stata dimostrata l’innocuità, anche se, in nome del principio di precauzione è stato rimosso dai vaccini a destinazione pediatrica. Il thiremosal viene ad oggi usato per i vaccini destinati ai paesi in via di sviluppo.

L’uso di questi metalli è dovuto alla loro capacità adiuvante di aumentare la risposta immunitaria e di prolungarne nel tempo l’efficacia.

Ricordiamo che nei vaccini le percentuali sono piuttosto inferiori e le somministrazioni di dosi vaccinali nell’arco di una vita sono relativamente poche rispetto a quante volte assumiamo alluminio e mercurio con il cibo.

Autore: Dario Tobruk

 

Fonti:

  • Gli interventi di vaccinazione” di Ferro, Colucci, Baldo tratto dal volume:
  • Quesiti clinico-assistenziali – anno 8 n.10, settembre 2017 di Eva Benelli, Maria Rosa Valetto.
  • https://www.vaccinarsi.org/scienza-conoscenza/contro-la-disinformazione/vaccini-non-causano-autismo
  • http://www.paleopatologia.it/articoli/aticolo.php?recordID=47
  • http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino.asp)
  • https://dottoremaeveroche.it/i-vaccini-contengono-metalli-pesanti/

Leggi anche:

http://www.dimensioneinfermiere.it/articolo-32-della-costituzione-diritto-autodeterminazione-spunti-e-riflessioni/

Dario Tobruk

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