Secondo gli ultimi dati aggiornati allo scorso 2 agosto, i casi di Monkeypox (vaiolo delle scimmie) nel nostro Paese sarebbero arrivati a 505. Il ‘podio’ dei contagi vede in testa la Lombardia con 232 casi, il Lazio con 104 e l’Emilia Romagna con 57.
La nuova circolare
In una nuova circolare del Ministero della Salute condivisa con l’Istituto superiore di sanità, l’Istituto nazionale per le malattie infettive Ircss ‘Lazzaro Spallanzani’, le regioni e le province autonome, è specificato come l’Mpxv possa essere trasmesso a chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, attraverso il contatto con fluidi corporei, contatto con le lesioni o oggetti condivisi.
Su 505 contagiati, 501 sono uomini
Eppure i dati sono impietosi: su 505 contagiati in Italia, ben 501 sono di sesso maschile. Perché questa discrepanza? Le donne sono quindi più resistenti al virus? Oppure… Non è vero (o lo è in parte) che il virus possa essere trasmesso a chiunque?
Bassetti: “Il rischio non è uguale per tutti”
Il prof. Matteo Bassetti (direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova), intervistato dall’Agenzia Dire, non ha dubbi: “Credo che da parte del Ministero della Salute non dovrebbe esserci alcun timore nel dire e nello scrivere quale sia la categoria di persone più interessate dal punto di vista epidemiologico.
Parlare di rischio uguale per tutta la popolazione penso sia un errore clamoroso che continuiamo a commettere ormai da tre mesi. Oggi abbiamo dati epidemiologici che ci dicono che al momento la malattia sta colpendo soprattutto maschi, tra i 20 e i 40 anni, con orientamenti prevalentemente omesessuali e bisessuali. A questo persone andrebbe indirizzata, in questo momento, la campagna vaccinale”.
“Dobbiamo indirizzare il vaccino a determinate categorie”
Bassetti ci tiene a sottolineare: “Noi siamo medici, facciamo sanità pubblica, non parliamo di costume e delle abitudini sessuali delle persone e non giudichiamo se quello che fanno sia giusto o sbagliato.
Dobbiamo fare prevenzione e indirizzare il vaccino alle categorie corrette, perché in questo momento non c’è modo di dedicare una campagna vaccinale a tutta la popolazione, quindi bisogna rivolgersi alle fasce potenzialmente più a rischio”.
“Profonde responsabilità del Ministero”
Per il noto virologo, a causa di questa titubanza, si è perso del tempo prezioso e i contagi sono aumentati in modo preoccupante: “Credo ci siano profonde responsabilità anche da parte del ministero della Salute che non deve preoccuparsi di non urtare la sensibilità di qualcuno, ma deve occuparsi di dare indicazioni molto precise per evitare che questa infezione possa ulteriormente crescere”.
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