Voucher di 3000 euro per iscriversi a Infermieristica

redazione 02/07/25

La Regione Veneto lancia un incentivo da 3000 euro per chi si iscrive a Infermieristica, nel tentativo di contrastare la carenza cronica di personale sanitario.

Il voucher, distribuito in tre anni, punta ad aumentare le immatricolazioni nei corsi universitari veneti, dove i posti ci sono ma restano vuoti. Una misura economica che divide: per la politica è un primo passo, per i sindacati è troppo poco.

1000 euro all’anno per i nuovi studenti di infermieristica

Tremila euro per chi decide di iscriversi a Infermieristica, 1000 euro per ogni concluso al corso di Laurea. È questa la misura appena annunciata dalla Regione Veneto per contrastare una delle emergenze più gravi del Servizio sanitario regionale: la carenza di infermieri.

Secondo le stime regionali, ne mancano almeno 3.500 solo in Veneto, e l’invecchiamento della popolazione non fa che aggravare la pressione su ospedali, Rsa e servizi territoriali.

L’iniziativa si inserisce nel solco del precedente successo ottenuto con il voucher di 1500 euro (su un totale di 1800) per la formazione degli operatori sociosanitari (OSS), che ha portato da 45 a 65 i corsi attivati in pochi anni, con 4.224 allievi formati, per l’86% donne.

Ma il fabbisogno resta elevato: mancano ancora duemila OSS.

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Carenza infermieristica: dimissioni, burnout, abbandono, i problemi della professione.

Anche l’offerta universitaria in ambito infermieristico è cresciuta. Eppure, i numeri delle immatricolazioni non bastano: nel 2024 il saldo tra assunzioni e pensionamenti si è chiuso in negativo (-359), e il turnover non riesce a compensare i vuoti.

Le dimissioni “inattese” rappresentano quasi la metà del totale: molti scelgono di tornare nelle regioni d’origine, passano al privato o cambiano completamente lavoro.

Il piano della Regione include anche altre misure: sportelli psicologici aziendali contro burnout e stress, una piattaforma per la mobilità interaziendale senza concorso, e un incremento dell’1% dei fondi contrattuali, pari a 51 milioni l’anno per il triennio 2025-2027. Fondi destinati a uniformare i salari tra le Usl, a erogare premi di risultato e a sostenere il welfare aziendale.

Critico il sindacato degli infermieri Nursind, che definisce insufficiente il voucher. «Servono borse di studio vere, contributi per affitti e trasporti», afferma Andrea Gregori, segretario regionale. Dello stesso parere Anna Maria Bigon (PD): «Servono interventi strutturali, non misure spot. Le tasse universitarie vanno eliminate e gli stipendi aumentati».

Nel frattempo, la Regione guarda anche all’estero per coprire i vuoti in organico: occhi puntati sul Sudamerica, Brasile in particolare. Soluzione tampone che possono risolvere un problema a breve termine e aggravarlo nel medio-lungo periodo.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

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