Sono passati pochi giorni dal comunicato di protesta targato Fials sugli infermieri trattati come ‘Lavoratori usa e getta’ (VEDI), cui è seguita una lettera alla Commissione Sanità del Senato (VEDI) nel tentativo di smuovere le acque almeno per ciò che concerne il progetto dell’infermiere di famiglia (praticamente fermo al palo, VEDI).
Eppure il sindacato, nella persona del segretario generale Giuseppe Carbone, tramite un nuovo scritto ha deciso di spiegare meglio la situazione delle ‘finte’ assunzioni di infermieri durante l’emergenza Covid, così come certificato dalla Corte dei Conti. Lo riportiamo qui integralmente.
Essere infermieri in tempo di Covid
“Stanno traghettando l’Italia fuori dall’emergenza con un’opera incessante da oltre 15 mesi: prima hanno allestito reparti in tempi record per i malati Covid, battendosi contro il virus anche senza protezioni adeguate, sotto organico e dimostrando un coraggio da leoni, poi si sono arruolati nella campagna vaccinale, alcuni persino volontari nei giorni di riposo pur di partecipare all’impresa di immunizzare la popolazione.”
Stipendio ridicolo
“Sono i nostri operatori sanitari, che qualche giorno fa abbiamo visto premiati con onorificenze al merito dal Capo dello Stato. Ma rimane vergognosamente basso il trattamento stipendiale riservato loro: con 1.400 euro al mese, gli infermieri faticano da anni ad affrontare il quotidiano, in più ora c’è un esercito di oltre 66mila precari, certificati dalla Corte dei conti, che ha calcolato solo 17.151 tempi indeterminati assegnati a medici, infermieri e altre professioni sanitarie su un totale di 83.180 assunti per l’emergenza. Una cosa inaccettabile”.
Pandemia e penuria di contratti stabili
“Dall’elaborazione dei dati recentemente pubblicati emergono scelte miopi e prive di avvedutezza politica da parte delle varie aree geografiche coinvolte. In particolare le isole svettano per colpevole penuria di contratti stabili con 2.550 infermieri reclutati, di cui solo 5 assunti a tempo indeterminato.
Mentre per le altre professioni sanitarie si registra l’indecenza di 2 assunzioni definitive su 4.013 reclutamenti”. Per non parlare poi del Sud, che presenta “numeri davvero spaventosi con 690 contrattualizzati a tempo indeterminato a fronte di 8.085 reclutamenti”.
Dopo oltre un anno di trincea… Nessuna certezza
“Inutile lamentarci che i nostri giovani se ne vadano all’estero e che nel Paese cresca la denatalità: è chiaro che tutti i proclami e le dichiarazioni d’intenti cui abbiamo assistito negli scorsi mesi non hanno portato nessun reale cambiamento.
Sono stati creati posti di lavoro senza futuro, ma non possiamo permetterci di perdere il patrimonio di esperienza e professionalità costituito da decine di migliaia di precari tra infermieri, oss, tecnici, professionisti, ostetriche, personale amministrativo e di assistenza, indispensabile per mandare avanti i servizi alla salute e realizzare l’ambizioso disegno del Pnrr. Soprattutto trovo inappropriato che si vedano negata qualunque certezza dopo oltre un anno di trincea”.
Assunzioni per la sicurezza dei cittadini
“Vengano completate le ricognizioni non ancora effettuate dei necessari fabbisogni di personale nelle aziende ospedaliere e sanitarie anche tenendo conto dei pensionamenti che si prevedono per l’anno in corso. Occorrono stime con il più davanti per rafforzare il SSN e rispondere alla domanda di sicurezza dei cittadini che tutti consideriamo ineludibile”.
Autore: Alessio Biondino
Carenza di infermieri? Certo, è una professione ‘laureata’ pagata da ‘diplomata’
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