Il corretto posizionamento dell’urocondom rappresenta una procedura infermieristica di rilievo, utile a garantire comfort al paziente e prevenire quando possibile inutili infezioni delle vie urinarie e complicanze legate al cateterismo vescicale invasivo. In questo articolo vedremo passo dopo passo come applicarlo e gestire il cateterismo esterno maschile in modo sicuro ed efficace.
Indice
Questo articolo è stato scritto su fonti affidabili come “L’infermiere – Manuale teorico-pratico per i concorsi e la formazione professionale” di Marilena Montalti e Cristina Fabbri (Maggioli Editore). Un testo aggiornato e completo per affrontare al meglio sia le selezioni concorsuali sia, dopo l’assunzione, la regolare pratica clinica.
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Infermiere – Manuale per i concorsi e la formazione
Manuale per l’Infermiere collaboratore professionale
Questo manuale è destinato sia a professionisti esperti, sia a coloro che devono studiare per superare le prove di un concorso per il profilo da infermiere. Gli argomenti vengono trattati in modo chiaro e approfondito, seguendo le indicazioni dei programmi d’esame dei concorsi delle Aziende Ospedaliere e delle ASL. Nella prima parte del libro vengono descritti l’evoluzione e gli aspetti normativi del Sistema Sanitario Italiano, partendo dall’istituzione e dalle principali riforme del Servizio Sanitario Nazionale arrivando fino al PNRR. L’analisi prosegue con un focus storico e legislativo dell’Infermiere (il profilo professionale, il Codice Deontologico, il percorso di formazione continua ECM, il Codice di Comportamento e le principali teorie infermieristiche) e dell’OSS, descrivendo il percorso che va dall’infermiere generico fino alla figura dell’Operatore Socio Sanitario. Il manuale tratta il processo di assistenza (i modelli per la valutazione delle attività assistenziali) e la ricerca infermieristica con la descrizione delle evidenze nella pratica professionale, con un focus specifico sull’Evidence-Based Medicine (EBM) e sull’Evidence-Based Nursing (EBN). Una parte si focalizza sulle strategie da implementare per garantire la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori sanitari, includendo aspetti come il risk management, l’health technology assessment e le infezioni correlate all’assistenza-ICA. Viene inoltre trattata la normativa relativa alla sicurezza sul lavoro, in particolare il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008. L’ultima parte offre un approfondimento sull’assistenza infermieristica, descrivendo gli strumenti operativi disponibili, come linee guida, protocolli, procedure, PDTA, scale di valutazione e cartella infermieristica. Vengono anche discusse le principali procedure adottate, tra cui Case Management, Primary Nursing e telemedicina, insieme alle diverse tipologie di assistenza, che comprendono quella di base, internistica, area critica sia in ambito intraospedaliero che extraospedaliero, e assistenza perioperatoria. Nella sezione online collegata al libro sono disponibili alcuni approfondimenti normativi. Ivano CervellaLaurea in Infermieristica, Master di I° Livello in Management e Funzioni di Coordinamento delle Professioni Sanitarie, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di II° Livello in Organizzazione, Management, Innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni. Progettista percorsi formativi ECM (Educazione Continua in Medicina), Membro di “Selezioni – Equipe didattica – Esami OSS”, Docente SSN. di Laurea magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche (Università Piemonte Orientale) e del corso OSS, vanta numerose esperienze professionali e didattiche in campo sanitario, vanta numerose esperienze professionali e didattiche in campo sanitario.Carlo CatanesiLaurea in Infermieristica, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di I° livello in Management e Coordinamento delle professioni sanitarie, Master di II° livello in Management e Direzione di strutture complesse. Infermiere presso la S.S. Grandi Ustioni dell’ AOU CSS di Torino, Docente SSN, vanta numerose pubblicazioni scientifiche ed esperienze professionali e didattiche in ambito sanitario.
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Che cos’è l’urocondom?
L’urocondom, condom o tecnicamente chiamato catetere maschile esterno, è una delle possibili alternative al cateterismo uretrale quando la sua utilità è il controllo dell’incontinenza (ad esempio in caso di lesioni da pressione in zona sacrale o troncanterica) o per la raccolta delle urine nei pazienti senza controllo della minzione.
In sostanza, l’urocondom, come suggerisce la parola stessa è simile ad un profilattico in lattice, ma aperto all’estremità prossimale della punta su cui si collega, attraverso un tubo di raccordo, una comune sacca di raccolta delle urine.
La maggior parte dei dispositivi presentano una superficie interna autoadesiva o quantomeno un biadesivo da applicare alla base del pene, pertanto la sua applicazione non è ritenuta complessa.
La scelta di utilizzare un condom esterno al posto di un catetere vescicale può essere una scelta presa dall’infermiere, ma al contrario del catetere vescicale, il cateterismo esterno tramite condom può essere applicato anche dagli operatori socio sanitari in quanto non prevede complicanze notevoli.
Quando usare il cateterismo esterno maschile?
Sebbene in ospedale l’uso del cateterismo esterno può apparire un intervento alla portata di tutti gli operatori, al domicilio dovrà invece essere valutato attentamente il suo uso.
Esclusa l’assistenza personalizzata al paziente, dove il dispositivo è perfettamente adatto alla situazione e ciò può rappresentare un aumento della qualità di vita dello stesso e dei suoi famigliari, è comunque necessario assicurarsi che l’urocondom sia il dispositivo appropriato per il paziente, non vorremmo mai che si utilizzasse un cateterismo esterno in caso di ritenzione urinaria, con il rischio della formazioni di pericolosi globi vescicali.
Pertanto, l’infermiere dovrà valutare con attenzione le motivazioni alla base della prescrizione e del bisogno dell’urocondom.
E valutare sia anche molto tempo dopo che l’uso del dispositivo sia ancora la scelta migliore per il paziente.
Quando è controindicato l’uso dell’urocondom?
Come qualsiasi dispositivo e presidio, anche l’urocondom, per quanto possa sembrare innocuo ha numerose controindicazioni. Tra le controindicazioni relative e assolute al cateterismo esterno maschile troviamo:
- allergia al lattice o al materiale di cui è composto il dispositivo (silicone, adesivo, ecc…)
- assenza di consenso da parte del paziente;
- cute arrossata, infiammata, lesioni cutanee sul pene;
- storia di ritenzione urinaria e formazione di globo vescicale.
Qual é la procedura di posizionamento dell’urocondom?
Se l’applicazione del dispositivo è molto semplice e quasi priva di rischi, la sua gestione, invece, può essere molto più complessa e colma di imprevisti. Lo vedremo più avanti.
Materiale occorrente:
- guanti
- kit dispositivo e nastro biadesivo;
- traversino monouso;
- necessario per tricotomia;
- necessario per igiene perineale;
- sacca raccolta dell’urina.
Preparazione del paziente:
- La prima cosa da fare è identificare il paziente e assicurare la privacy.
- Quindi informare il paziente sulla procedura e sui motivi per cui lo si sta applicando, questo favorisce la compliance del paziente alla procedura stessa. Una volta ottenuto il consenso, proseguire.
- Uno dei più importanti motivi per il posizionamento dell’urocondom come alternativa al cateterismo vescicale, è che quest’ultima è spesso causa di infezioni delle vie urinarie: di solito il paziente sarà ben contento di tentarne l’uso quando non è strettamente necessario cateterizzare.
Procedura di posizionamento dell’urocondom
- posizionare il paziente in posizione supina e spogliare la zona genitale e pubica;
- valutare il livello di incontinenza urinaria e le condizioni della mucosa del pene, se vi sono le condizioni per un’eccessiva macerazione dei tessuti bisogna prevedere più cambi del dispositivo e/o valutazione al giorno
- preparare il materiale: disporre il dispositivo e il nastro biadesivo alla portata dell’operatore;
- eseguire l’igiene delle mani e indossare i guanti;
- se necessario eseguire igiene perineale e tricotomia della base del pene (per far aderire il nastro biadesivo) del paziente, quindi asciugare con cura i genitali per evitare macerazioni del glande;
- posizionare il biadesivo sulla base del pene, senza che questa stringa eccessivamente e che il prepuzio si abbassi per evitare la formazione di parafimosi;
- appoggiare la guaina arrotolata sulla punta del pene, può risultare utile agganciare delicatamente con le dita la sommità del glande;
- srotolare la guaina fino alla base del pene dove si trova la striscia adesiva, applicare una pressione circolare per far aderire le due superfici;
- collegare il profilattico al tubo di raccordo e alla sacca di raccolta urine;
- verificare alla prima urina la tenuta del sistema e che non ci siano perdite;
Gestione dell’urocondom
- il dispositivo deve essere sostituito almeno una volta al giorno, più volte se necessario;
- in quanto la dislocazione o la perdita di urina non è un evento così raro, è necessario che il paziente venga controllato più volte durante la giornata;
- deve essere eseguita igiene perineale e genitale al bisogno e valutate le condizioni della mucosa del pene e del glande:
- se presente macerazione o altri segni si può procedere prevedendo una pausa tra un’applicazione e l’altra per ridurre l’insulto sulle mucose;
- è utile seguire queste indicazioni sulla cura della cute del paziente anziano (vedi link);
- se anche questa accortezza non fosse sufficiente è mandatorio sospendere l’uso e verificare alternative insieme all’equipé multidisciplinare.
Autore: Dario Tobruk (seguimi anche su Linkedin – Facebook – Instagram – Threads)
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