A Natale siamo tutti più buoni? Non con gli infermieri: escalation di aggressioni


Continuano le aggressioni ai danni del personale sanitario (sopratutto infermieristico) da nord a sud in tutto il paese. Anzi… Sembra proprio che con le feste, forse complice lo spirito natalizio, gli episodi di violenza siano aumentati.

A denunciarlo, ancora una volta, è il sindacato Nursing Up che in una nuova nota stampa a firma di Antonio De Palma parla di «una pericolosa mala cultura, subdola come un cancro, che nulla a che a vedere con un paese civile come il nostro».


Il presidente nazionale del sindacato spiega: «Non bastava la carenza di personale, non bastavano i turni massacranti e le ferie saltate. In particolare i pronto soccorso, con l’afflusso di pazienti diventato nella maggior parte dei casi ingestibile, si sono trasformati in una vera e propria polveriera.

Quello che vi raccontiamo, ricostruito con il solido supporto dei cronisti locali con cui siamo costantemente a contatto, è un bilancio davvero drammatico. Sei le aggressioni fisiche ufficiali denunciate nell’arco dei pochissimi giorni che hanno caratterizzato queste feste di fine anno. Numeri che portano alla luce una situazione gravissima, giunta più che mai ad un punto critico.


Calci, pugni, schiaffi, minacce: scenari che facciamo sempre fatica a descrivere, tale è lo sdegno, quanto l’assurdità di quello che accade ogni giorno e che si è drammaticamente ripetuto, negli ultimi giorni, nelle corsie dei nostri ospedali».

Già, perché quanto pare nei giorni di festa le botte si sono a dir poco sprecate. Il 28 dicembre un professionista del Cto di Napoli è stato preso a calci, intanto che un altro veniva minacciato al pronto soccorso del Pediatrico di Bari e perdeva i sensi (VEDI). 


Il 27, presso il Dea dell’ospedale di Livorno, un infermiere e altri operatori sanitari sono stati aggrediti. A Santo Stefano, al pronto soccorso del San Paolo di Napoli, un infermiere e un medico sono stati presi a schiaffi dai parenti di un paziente appena deceduto. Sempre il 26, in quel di Cassino, un infermiere si è visto lanciare contro un monitor. Il 24, a Vicenza, un infermiere del 118 preso a pugni.

De Palma si domanda amaramente: «Pensate davvero sia finita qui? Se tutto questo è quanto si sa ufficialmente del periodo che va da Natale a Capodanno, chissà quanti sono gli episodi di violenza che finiscono nel mare magnum del sommerso, che non vengono denunciati per paura oppure, anche peggio, a causa di quella che potrebbe diventare una pericolosa assuefazione a fatti gravi come questi: la consuetudine. Tutto questo non possiamo accettarlo».


Nursing Up, rispolverando alcuni dati, ricorda come le aggressioni fisiche e/o verbali sul posto di lavoro colpiscano in un anno circa un terzo degli infermieri: sarebbero ben 130mila casi con un sommerso non denunciato all’Inail di circa 125mila casi l’anno.


«Nel caso dei nostri professionisti della salute, poi, è palese che siamo di fronte ad una escalation di aggressioni che solo la politica può contribuire ad arginare con interventi ad hoc. Interventi strutturali atti anche a far comprendere, a tutti i livelli, che gli infermieri non sono i nemici contro cui combattere, contro cui sfogare rabbia e angoscia, ma rappresentano quei professionisti che nell’esercizio delle loro conoscenze, competenze e responsabilità, si prendono cura della collettività, e che sempre più spesso il loro apporto caratterizza fortemente la riuscita degli interventi sanitari ed assistenziali ai vari livelli» conclude il presidente De Palma.

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Alessio Biondino

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