“Ambulanze col solo infermiere? Non si può dire che non si tolga nulla al servizio di emergenza-urgenza”

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La polemica riguardante i mezzi di soccorso col solo infermiere a bordo continua. Qualche giorno fa Maurizio Novi, presidente delle Misericordie Pisane, aveva provato a rassicurare tutti: «Serve una doverosa premessa rispetto a questa vicenda, che è ben più di un’ipotesi. Intanto già in molte realtà, incluse alcune città della Toscana, è presente l’ambulanza infermieristica che, di fatto, non toglie nulla al servizio di emergenza-urgenza.

Parliamo in primis di infermieri formati, preparati, che sono in grado, attraverso una serie di protocolli, di assistere il paziente così come lo farebbe un medico. Dobbiamo dare fiducia al sistema, perché gli infermieri professionisti hanno motivazioni e competenze tali da gestire le emergenze» (VEDI La Nazione).


Ma non è passato più di qualche giorno che una nuova spruzzatina di benzina ha raggiunto il fuoco di questo argomento tanto chiaro quanto controverso. A lanciarla è stato Johnny Biagini, Consigliere di Maggioranza con delega a RAPPORTI CON IL VOLONTARIATO E L’ASSOCIAZIONISMO: «Dopo le parole di Novi, sorge una riflessione: se in un sistema di emergenza si toglie un’ambulanza con medico a favore di un’ambulanza con infermiere, non si può dire che questa sostituzione non tolga nulla al servizio di emergenza-urgenza.

Se ciò fosse vero, ecco un altro quesito: perché questo cambio non avviene per tutti i punti Pet del 118 Pisa-Livorno ma solo per pochi? Se è vero che, come dice Novi, gli infermieri sono preparati e formati per assistere i pazienti, attraverso una serie di protocolli, così come lo farebbe un medico, a cosa servono le automediche formate da un medico, un infermiere e spesso da un autista soccorritore, se negli altri punti Pet del 118 Pisa-Livorno stanno sostituendo le ambulanze medicalizzate?


Se la centrale operativa deve gestire una richiesta di soccorso classificata come codice rosso, quale mezzo farà partire? Secondo le parole di Novi dovrebbe essere indifferente, visto l’equivalenza tra la figura del medico e quella dell’infermiere. Inoltre, secondo Novi, vi è una carenza oggettiva di medici per l’emergenza-urgenza. Ma Castelnuovo, non è mai rimasto un solo turno senza medico, grazie anche alla professionalità e all’abnegazione dei medici titolari di sede e, sentiti i loro pareri, confermano disponibilità anche per i prossimi anni» (VEDI La Nazione).

FORMATO CARTACEO

Guida al monitoraggio in Area Critica

Il monitoraggio è probabilmente l’attività che impegna maggiormente l’infermiere qualunque sia l’area intensiva in cui opera.Non può esistere area critica senza monitoraggio intensivo, che non serve tanto per curare quanto per fornire indicazioni necessarie ad agevolare la decisione assistenziale, clinica e diagnostico-terapeutica, perché rilevando continuamente i dati si possono ridurre rischi o complicanze cliniche.Il monitoraggio intensivo, spesso condotto con strumenti sofisticati, è una guida formidabile per infermieri e medici nella cura dei loro malati. La letteratura conferma infatti che gli eventi avversi, persino il peggiore e infausto, l’arresto cardiocircolatorio, non sono improvvisi ma solitamente vengono preannunciati dal peggioramento dei parametri vitali fin dalle 6-8 ore precedenti.Il monitoraggio è quindi l’attività “salvavita” che permette di fare la differenza nel riconoscere precocemente l’evento avverso e migliorare i risultati finali in termini di morbilità e mortalità.Riconosciuto come fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell’infermiere, per precisione, accuratezza, abilità nell’uso della strumentazione, conoscenza e interpretazione dei parametri rilevati, questo volume è rivolto al professionista esperto, che mette alla prova nelle sue conoscenze e aggiorna nel suo lavoro quotidiano, fornendo interessanti spunti di riflessione, ma anche al “novizio”, a cui permette di comprendere e di utilizzare al meglio le modalità di monitoraggio.   A cura di:Gian Domenico Giusti, Infermiere presso Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia in UTI (Unità di Terapia Intensiva). Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Master I livello in Infermieristica in anestesia e terapia intensiva. Professore a contratto Università degli Studi di Perugia. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed internazionali. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.Maria Benetton, Infermiera presso Azienda ULSS 9 di Treviso. Tutor Corso di laurea in Infermieristica e Professore a contratto Università degli Studi di Padova. Direttore della rivista “SCENARIO. Il nursing nella sopravvivenza”. Autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane. Membro del Comitato Direttivo Aniarti.

a cura di Gian Domenico Giusti e Maria Benetton | Maggioli Editore 2015

Alessio Biondino