Balanzoni condannata: definì gli infermieri servi, capre, scimmie, cani e porci


Barbara Balanzoni, anestesista rianimatore recentemente radiata dall’Albo (VEDI) per aver assunto “con toni estremamente violenti ed aggressivi” una posizione di “completo e totale rigetto di tutta la gestione pandemica, dalla campagna vaccinale all’utilizzo del green pass”, è stata anche condannata a una multa di 3 mila euro per aver vomitato attacchi social contro gli infermieri italiani definendoli, nel 2019, “scimmie”, “ignoranti come capre”, “servi” e non solo.


«Ora che cani e porci sono laureati, non vale più una fava nemmeno un dottore», spiegava l’ex professionista ai suoi follower, denigrando gli infermieri. Parole, queste, che le sono costate l’accusa di diffamazione ai danni della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) e che l’hanno portata a essere processata e condannata in primo grado (VEDI Repubblica).


Come si legge nel capo d’imputazione, la Balanzoni ha offeso gravemente l’onore e la reputazione della federazione degli infermieri. E lo avrebbe fatto, si legge negli atti, attraverso concetti offensivi divulgati tramite i social network, come «augurano alla gente di stare male così possono ficcare gli aghi» e «siamo circondati da ragazzini viziati che non hanno nemmeno capito in cosa consista il loro lavoro, ignoranti come capre».


La querela ai suoi danni fu presentata dalla FNOPI agli uffici della procura di Roma nel luglio del 2019. Nella premessa della denuncia, depositata dall’avvocato Stefano Maccioni, si leggeva: «I membri di tale federazione sono letteralmente bersagliati da continue, gravi e false accuse da parte della dottoressa Barbara Balanzoni». Di lì a breve arrivò il decreto di citazione diretta a giudizio, seguito dalle indagini da parte della pm Antonia Giammaria.


Ci sono voluti quattro anni, ma alla fine la condanna (che prevede il beneficio della sospensione della pena) è arrivata. La Balanzoni avrà imparato l’ennesima lezione? Improbabile: sui suoi canali social, a seguito della decisione del Tribunale ha così commentato:«Qualcuno mi dice dove sta la diffamazione?».


Tranquilla, cara Barbara: nelle motivazioni della sentenza, presto troverà tutte le informazioni necessarie a soddisfare le sue perplessità. Buon anno!

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Alessio Biondino

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