#CiSpetta la FNOPI alza i toni: “Nessuno tocchi indennità infermieristica”

Redazione 02/12/20
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Nessuno tocchi l’indennità di specificità infermieristica così come è scritta nella bozza della legge di Bilancio 2021, nonostante l’importo sia anche basso rispetto al lavoro degli infermieri che hanno dimostrato di saper mettere a rischio la propria salute e anche dare la vita per assistere le persone. Lo fanno da sempre, ma durante la pandemia è stato evidente e il loro ruolo è stato speciale”.

Questo l’appello della Fnopi al Parlamento nel mentre ha preso il via l’esame degli emendamenti presentati in Commissione Bilancio alla Camera.

“Anche nel mezzo di una pandemia hanno provato in ogni modo a garantire quanto più possibile l’umanizzazione dell’assistenza, preoccupandosi di organizzare ad esempio una videochiamata ai familiari che non vedevano da giorni i propri cari. Sono sempre gli infermieri che hanno accompagnato sino all’ultimo i pazienti, tenendoli per mano e cercando di garantire, anche con un pesante scafandro, la necessaria vicinanza per una “dignità del fine vita”. Praticamente h24 vicino ai pazienti e alle loro necessità. Questo i cittadini lo sanno e lo hanno sempre testimoniato sia nelle esternazioni verso gli infermieri di questi mesi, sia nelle loro risposte alle diverse ricerche dove il gradimento dei cittadini supera il 92% e sottolineano sempre con queste percentuali il loro desiderio e il bisogno di avere accanto gli infermieri per affrontare i loro bisogni di salute”.

“Non è questione di ‘parità di trattamento’ come rivendicano altre professioni sanitarie, a quella ci penseranno i contratti. Nella legge di bilancio si vuole invece riconoscere l’unicità di un’attività nel suo genere e che solo gli infermieri svolgono. Niente calcoli economici: l’assistenza alla persona fragile, specie in questi momenti, non si misura così – sottolinea la Fnopi -. Gli infermieri sanno bene che il quantum dell’indennità dovrebbe essere più elevato, e anche su questo ci aspettiamo che i parlamentari lavorino di più per incrementarla, ma sono anche i primi a ritenere che rappresenti davvero – e di questo ringraziamo ancora una volta il ministro, il viceministro e tutto il Governo e chiediamo al Parlamento di non toccare un principio finalmente affermato dopo anni di silenzio assordante, anche davanti all’evidenza – l’affermazione della specificità della professione infermieristica. E questo non solo a livello nazionale, ma in tutto il mondo, dove gli infermieri sono una professione a sé, parallela, con compiti evidentemente diversi ma complementari, a quella dei medici”.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

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In questo senso la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche ha inviato una lettera aperta ai parlamentari che stanno esaminando la legge di Bilancio 2021 con una richiesta precisa: “che l’articolo ora 74 della legge di Bilancio sia sostenuto nella sua architettura attuale e rafforzato, per un giusto e meritato riconoscimento della singolarità, della formazione, della qualità e dell’abnegazione di un’intera categoria professionale di cui fanno parte oltre 450mila professionisti. E che durante la pandemia, per ora, sono morti in 58 e contagiati in oltre 30mila per garantire l’assistenza continua e che questa Federazione rappresenta”.

“Abbiamo analizzato gli emendamenti finora presentati in Parlamento: alcuni sono pericolosi e irricevibili perché utilizzano l’indennità di specificità infermieristica come bancomat per tutte le professioni sanitarie, snaturando l’obiettivo della norma che è di riconoscere il valore e la specifictà della professione infermieristica. Ci appelliamo al ministro, al viceministro e alle forze parlamentari affinché si tenga la barra dritta con la scelta e il chiaro messaggio dati con la legge di Bilancio”.

“Nessuno tocchi l’indennità di specificità infermieristica quindi, che non ha il significato di un riconoscimento economico su cui prendere le misure di tutte le categorie di operatori sanitari, non è un ‘contratto da rinnovare’, ma è soprattutto il riconoscimento di una professione fino a oggi diluita nel Pubblico impiego. Una professionalità molto diversa da tutte le altre professioni sanitarie”, conclude la Fnopi.

Fonte:

Redazione

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