Contrordine: l’infermiera “killer” di Piombino è colpevole. Cosa aspettarsi in Cassazione?

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Al termine del secondo processo di appello Fausta Bonino, l’ex infermiera presunta “killer” di Piombino è stata condannata all’ergastolo per aver ucciso almeno quattro pazienti iniettando loro una dose massiccia di eparina non prescritta da nessuno.


I fatti contestati alla donna, che si è sempre dichiarata innocente, avvennero nel biennio 2014/2015 e le morti sospette che le erano state addebitate erano addirittura 13, poi ridotte a 10. In primo grado fu inizialmente condannata all’ergastolo per omicidio plurimo volontario, ma il tutto fu poi confutato nel primo processo di appello e la Bonino fu assolta “per non aver commesso il fatto” da tutte le contestazioni riguardanti i 10 omicidi.


“Ancora non ci credo. Mi hanno creduta, non ho mai ucciso nessuno” si sfogò la donna (VEDI articolo), in lacrime dopo la lettura do quella sentenza. “Non potevano accusarmi per delle menzogne dette da qualcuno, non c’era altro” dichiarò.


Durante il ricorso in Cassazione, poi, l’assoluzione per le sei morti “aggiuntive” fu confermata, ma… Per le quattro incriminanti, quelle che le costarono l’ergastolo in primo grado, venne richiesto un nuovo processo di appello. Processo che, per l’appunto, è andato in scena lo scorso mercoledì e ha visto l’infermiera condannata nuovamente all’ergastolo.


L’avvocato della donna ha annunciato che farà ricorso in Cassazione. Cosa aspettarsi, visto che è stato detto, confermato e dimostrato tutto e il contrario di tutto? Bella domanda…

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