Coronavirus, parola all’esperto: Gaetano Ciliento, specializzato in rischio infettivo

Gaetano Romigi 02/02/20
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Il Coronavirus è ormai diventato l’argomento principale di tutte le nostre conversazioni, come è possibile notare anche dalla dilagante condivisone sui social di notizie che riguardano tale epidemia.

Ma siamo sicuri che tutte queste notizie siano davvero attendibili?

Abbiamo intervistato per voi Gaetano Ciliento, infermiere esperto di rischio infettivo, nonché membro del direttivo nazionale di ANIPIO, società scientifica infermieristica del rischio infettivo.

Gaetano, puoi spiegare a noi e ai nostri lettori cos’è il Coronavirus?

Il Coronavirus è un virus, per l’appunto, che può causare infezioni respiratorie di grado lieve, come un innocuo raffreddore, ma anche gravi, come la polmonite. Soltanto in alcuni casi può procurare il decesso della persona infetta. Ad oggi si conoscono 8 ceppi di Coronavirus in grado di infettare gli umani, tali ceppi acquisiscono questo nome per l’aspetto caratteristico dei virioni (forma del virus prima di infettare una cellula) che se osservati al microscopio elettronico, mostrano una frangia di protuberanze superficiali che creano un’immagine simile a una corona.

Già in passato alcuni ceppi di Coronavirus umani sono stati responsabili di altre epidemie come la SARS (Severe acute Respiratory Syndrome) e la MERS (Middle Seat Respiratory Syndrome).

Dal 31 dicembre ad oggi si sono verificati 9836 casi con 213 decessi, in Europa 16 casi confermati ed in Italia 2.

Un virus, caro Gaetano, che quindi può risultare ad alto rischio oltre che per la cittadinanza anche per gli operatori sanitari. Come è possibile ridurre o eliminare le possibilità del contagio? Ci sono precauzioni utili da considerare?

La prima misura da adottare è effettuare una corretta igiene delle mani attraverso un accurato lavaggio con acqua e sapone e, se le mani sono visibilmente sporche, con soluzione alcolica. Tale procedura va ripetuta tutte le volte che veniamo a contatto con superfici potenzialmente contaminate da liquidi biologici (serizzi igienici) soprattutto prima di assumere cibo. In ambiente ospedaliero è opportuno rispettare i 5 momenti elencati dal WHO.

Le altre misure precauzionali, oltre quelle standard, sono legate alla via di trasmissione del nuovo virus 2019 n-CoV, che, dalle informazioni attualmente disponibili, può avvenire per contatto o droplet. Per questo motivo sono essenziali mascherine chirurgiche e filtranti facciali FFP2 o 3, camici monouso impermeabili a maniche lunghe e guanti.

Inoltre, è possibile contenere il rischio di contagio, seguendo alcune semplici raccomandazioni:

• starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, gettare i fazzoletti utilizzati immediatamente dopo l’uso e lavarsi le mani con acqua e sapone

• evitare di toccare gli occhi, il naso o la bocca se le mani non sono prima lavate

• evitare contatti ravvicinati con persone che mostrano sintomi di malattie respiratorie (tosse e starnuti)

• rimanere a casa se si hanno sintomi di malattia respiratoria

• fare attenzione all’assunzione degli alimenti (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate)

• pulire e disinfettare oggetti e superfici che possono essere state contaminate.

Bisogna altresì prestare particolare attenzione a soggetti con febbre e sintomi respiratori associati a:

• Storie di viaggio in Cina, o residenti in zone a rischio nei 14 giorni precedenti dall’inizio dei sintomi

• Contatto stretto con un caso di infezione confermato da nuovo coronavirus 2019

• Accesso ad una struttura sanitaria in un paese in cui sono state segnalati casi di infezioni da nuovo coronavirus 2019

CORONAVIRUS COVID-19

La storia ci insegna che da sempre le società umane combattono, ciclicamente, la loro guerra contro le epidemie, questo nemico astuto, insidioso, implacabile, e soprattutto, privo di emozioni e scrupoli. Eppure, le società umane hanno sempre vinto. Oggi il progresso scientifico e tecnologico sembra librarsi ad altezze vertiginose. Ma, nella guerra contro le epidemie, le armi dell’umanità sono e saranno probabilmente le stesse di quelle che avevamo a disposizione quando questo inarrestabile progresso aveva appena cominciato a svilupparsi, come nel XV secolo della Repubblica di Venezia, nell’800, nei primi anni del ’900. Oggi, è vero, la comunità internazionale può contare su un’incrementata capacità di sorveglianza epidemiologica, su una solida esperienza nella collaborazione tra Stati, su laboratori in grado di identificare i virus e fare diagnosi, su conoscenze scientifiche in continuo progresso, su servizi sanitari sempre migliori, su agenzie internazionali come l’OMS, l’ISS italiano e il CDC americano. Ma oltre alle conoscenze, ai vaccini e ai farmaci, all’organizzazione dei servizi sanitari, per affrontare con successo le epidemie è molto importante il senso di appartenenza alla comunità, la solidarietà sociale e l’aiuto reciproco fra persone. Di fronte ad una minaccia sanitaria, la fiducia nello Stato e nelle scelte delle autorità sanitarie, la consapevolezza del rischio e la solidarietà umana possono aver la meglio sull’ignoranza, l’irrazionalità, il panico, la fuga e il prevalere dell’egoismo che in tutti gli eventi epidemici della storia hanno avuto grande rilevanza.     Walter Pasiniè un esperto di sanità internazionale e di Travel Medicine. Ha diretto dal 1988 al 2008 il primo Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Travel Medicine.

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E per quanto riguarda le strutture sanitarie, quali sono le procedure standard da seguire?

Le procedure standard da attuare nelle strutture ospedaliere sono:

• In Pronto Soccorso eseguire un triage tempestivo dei pazienti secondo i criteri di definizione di caso sovra elencati. Munire tutti i pazienti sospetti di una mascherina chirurgica e di soluzione alcolica, sottolineando l’importanza di una accurata igiene delle mani, dedicare a tali pazienti un ambiente dedicato.

• Nel reparto di degenza, il paziente sospetto o confermato deve essere allocato in una stanza singola a pressione negativa. Bisogna evitare di spostare il paziente e nel caso si necessitasse, sarà opportuno fargli indossare una mascherina chirurgica, inoltre bisognerà prestare attenzione a non far sostare i pazienti suddetti in aree occupate da altri (sale di attesa). Durante queste attività il personale deve essere munito di dispositivi di protezione facciale.

• Rispettare una accurata igiene delle superfici ambientali sia verticali che orizzontali compresi gli arredi e i presidi medico assistenziali e mantenersi il più possibile informati sullo sul tema e rispettare le indicazioni aziendali.

Autore: Gaetano Romigi

Gaetano Romigi

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