Cosa devo fare prima del prelievo di sangue: digiuno, farmaci, dieta, sport

Dario Tobruk 07/08/25

Una delle domande tipiche che si possono fare a un infermiere è: Ma cosa devo fare prima del prelievo di sangue?“. È una domanda ben posta, perché ha sempre una risposta esatta.

In questo articolo spiegheremo cosa fare prima degli esami del sangue per non sbagliare: devo rimanere sempre a digiuno? Posso prendere i farmaci? Posso fare sport la mattina prima del prelievo? E tanto altro ancora…

Indice

Cosa devo fare prima del prelievo di sangue e perché devo farlo?

La domanda più corretta che dovremmo farci è “Cosa non fare prima di un prelievo venoso?“, infatti è più semplice e rapido sapere cosa è assolutamente sconsigliato sapere cosa quindi, gli esami del sangue, è sicuramente consigliabile rispettare alcune semplici regole.

Questo per evitare che gli esami vengano falsati da numerosi comportamenti errati, che la maggior parte delle persone nemmeno sa di compiere. In questo articolo vi elencheremo cosa fare prima del prelievo di sangue e per quale motivo è meglio seguire queste indicazioni.

Se vi siete accorti di aver sbagliato, nulla di grave ma non esitate ad avvisare l’infermiere che esegue il prelievo. Sarà lui a decidere se è il caso di proseguire (annotando semplicemente il dato per permettere al medico di contestualizzarlo) oppure rimandare a un altro momento.

Queste precauzioni sono necessarie perché il rischio che, in seguito a dati falsati, si proceda a ulteriori e inutili accertamenti è alto. Ad esempio, se fate colazione prima dell’esame della glicemia e non informate l’infermiere che vi sta facendo il prelievo, il rischio è che questo dato possa comportare la richiesta di eseguire una curva glicemica (ovvero fino a 5 prelievi in una sola mattina!).

Perché devo tenere il digiuno prima del prelievo?

La verità è che il digiuno non è indicato per tutti gli esami, ma… visto che per molti analiti come glicemia, trigliceridi, colesterolo, azotemia ed elettroliti e molti altri ancora, è necessario osservare il digiuno prima del prelievo venoso, e considerando che non sempre è possibile distinguere per quale esame digiunare o meno, l’accordo unanime di tutta la comunità clinica è che, prima di fare il prelievo bisogna rimanere a digiuno!

Questo evita che il paziente debba decidere se deve rimanere o meno a digiuno o che medici e infermieri vengano tartassati di richieste difficili da gestire o, peggio, che alcuni esami vengano alterati con gravi rischi per le persone.

Quindi, la soluzione migliore è quella che include il principio di precauzione: in caso di dubbio, meglio rimanere a digiuno.

Posso bere acqua la notte delle analisi del sangue?

Si può bere acqua anche cinque minuti prima del prelievo! A differenza degli alimenti solidi, bere moderatamente e soltanto acqua (non tè, caffè o altre bevande) non modifica né altera il metabolismo e, quindi, non c’è alcun rischio di falsificare gli esami del sangue.

Anzi, una prolungata disidratazione o anche semplicemente il non bere per più di 8 ore, soprattutto durante i periodi estivi o in ambienti molto caldi, potrebbe modificare alcuni valori come l’ematocrito o il sodio. Inoltre per lo stesso motivo, è sconsigliato fare la sauna o il bagno turco il giorno precedente l’esame ematico. Quindi, si può e si deve bere acqua la notte prima del prelievo, ma senza esagerare, ovviamente.

Cosa mangiare la sera prima delle analisi del sangue?

A meno che non vi sia stato raccomandato dal vostro medico di evitare grassi, zuccheri semplici e carni rosse nei giorni precedenti, sapere cosa mangiare prima delle analisi per prepararsi agli esami del sangue è una questione fondamentale per ottenere risultati attendibili. Ne va della vostra salute!

La sera prima – e nei giorni precedenti – è importante mantenere una dieta il più possibile abituale, evitando eccessi o carenze. Lo scopo di molti esami (ad esempio colesterolo e altri lipidi) è verificare se il proprio stile di vita rappresenta un fattore di rischio per diverse patologie.

Spesso la tentazione è quella di ridurre la dieta e “fare i bravi” solo qualche giorno prima degli esami. Ma questo comportamento è un po’ come barare: vincere il primo posto sul podio dei virtuosi e poi, una volta scesi, lanciarsi sul divano con un sacchetto di patatine fritte… non vi porterà lontano.

Inutile avere dei bei valori se poi si torna alle vecchie abitudini. Non è una gara, ma un controllo su ciò che dovremmo migliorare.

Il consiglio, quindi, è questo: nei giorni precedenti e la sera prima delle analisi del sangue, mangiate ciò che è abituale per voi, assicurandovi che tra la fine del pasto serale e il prelievo trascorrano almeno 8 ore, preferibilmente 12. Come già detto, adeguati apporti di acqua sono consentiti.

In base ai risultati, il vostro medico, dietologo o nutrizionista vi fornirà i migliori consigli per correggere eventuali squilibri, con una dieta sana ed esercizio fisico. E questa volta, magari, raggiungerete davvero un meritato primo posto sul podio.

Cosa mangiare dopo il prelievo di sangue?

Dopo il prelievo, spesso il primo desiderio è andare al bar a fare colazione. In realtà, il miglior consiglio su cosa mangiare dopo le analisi del sangue è consumare cibi facilmente digeribili, soprattutto se il numero di provette prelevate è stato elevato.

Alcuni alimenti consigliati potrebbero essere: come frutta ricca di acqua ed elettroliti come l’anguria, snack naturali a base di cereali e frutta secca, yogurt greco, e alimenti ricchi in ferro nel resto della giornata come verdure a foglie verde, carni rosse e legumi. È opportuno bere almeno un bicchiere d’acqua per recuperare la volemia persa con il prelievo e aiutare la pressione a risalire (soprattutto nelle persone ipotese). Un thè, un succo di frutta o una bevanda sana potrebbe essere un ottima alternativa all’acqua.

Questi alimenti sono sufficienti ad aiutare l’organismo a reintegrare i componenti persi con il prelievo.

Va comunque considerato che, a parte casi estremamente eccezionali o donazioni di sangue, i quantitativi prelevati si aggirano intorno ai 30–50 ml (l’equivalente di una tazzina di caffè).

Anche i prelievi più completi, con numerose provette di diversi colori, rappresentano comunque una quantità modesta per un adulto in buona salute: con un volume sanguigno medio di circa 5 litri, un prelievo di 50 ml rappresenta appena l’1% del totale.

Pertanto, le sensazioni di debolezza o malessere che si avvertono dopo un prelievo sono spesso legate più allo stress del digiuno o della procedura stessa, che non alla quantità effettiva di sangue prelevato.

Posso fare sport il giorno prima del prelievo?

Se si è persone sportive, un giorno senza fare sport è davvero una grossa seccatura. Purtroppo, in caso di sforzi intensi e prolungati, alcuni analiti potrebbero essere rilasciati nel sangue, aumentandone i valori il giorno successivo, come nel caso della creatinina.

Pertanto, si può affermare che una leggera attività fisica il giorno prima non è raccomandata ma nemmeno sconsigliata se proprio non se ne può fare a mano (al massimo attività rilassanti come una passeggiata con il cane). L’attività fisica intensa, invece, è sempre sconsigliata, che sia sport o un un lavoro fisico importante ed è fondamentale ricordarsi di non fare sforzi intensi prima di un prelievo.

E in ogni caso, è tassativo non fare sport o sforzi fisici nelle 24 ore precedenti il prelievo! Per la stessa ragione, è meglio evitare massaggi e trattamenti fisici o verificare con il proprio medico la necessità di rimandare il prelievo di qualche giorno nel caso in cui la fisioterapia o gli esami ecografici non siano prorogabili.

Posso prendere i farmaci prima delle analisi del sangue?

Le alterazioni dei valori del sangue durante l’assunzione di una terapia sono comprovate da numerosi studi scientifici, ma non è possibile prevedere con precisione come questi possano influire, a causa di una serie innumerevole di fattori (Weigel, 2021). Inoltre, le linee guida internazionali raccomandano che l’assunzione di farmaci venga sospesa solo su indicazione medica, perché molti farmaci alterano i risultati degli esami del sangue, ma sospenderli arbitrariamente può mettere a rischio la salute del paziente.

Quello che il paziente dovrebbe sapere, per rispondere alla domanda se può prendere i farmaci prima delle analisi del sangue, è che la migliore preparazione prevede teoricamente di non assumere farmaci di alcun tipo prima del prelievo venoso. Ovviamente, questa condizione è pressoché impossibile da rispettare in molti casi.

Il consiglio è quindi di parlarne direttamente con il proprio medico, che deciderà, in base alla situazione clinica, quali farmaci dovranno essere sospesi, quali rimandati a dopo il prelievo e quali, invece, dovranno essere assolutamente assunti e a che orario.

Generalmente, i farmaci non salvavita (esempio un antinfiammatorio) e gli antibiotici (soprattutto in caso di ricerca di batteri nel sangue) potrebbero essere rimandati dal medico ad appena dopo il prelievo.

Altri farmaci, che influenzano il monitoraggio ormonale ematico come la Levotiroxina (es. “Eutirox”) con gli ormoni tiroidei, possono essere semplicemente assunti dopo il prelievo (ricordandosi anche di aspettare 30 minuti prima di fare colazione o prendere altri farmaci) e non prima, soprattutto se si vogliono dosare correttamente gli ormoni T3, T4 e TSH nel sangue.

Come non svenire con le analisi del sangue?

Molti non amano sottoporsi a un prelievo di sangue: per alcuni è la vista del sangue, per altri la paura dell’ago o il dolore della puntura. In altri casi, è l’ansia da prestazione, che comincia a farsi sentire già dalla sera prima.

Qualunque sia il fattore scatenante (o trigger), è comune che alcune persone possano svenire prima, durante o dopo un prelievo. Questo fenomeno è noto come sincope vasovagale.

Si tratta di un evento frequente, ben conosciuto dagli infermieri che eseguono i prelievi, e che nella quasi totalità dei casi non rappresenta un’emergenza, essendo una reazione fisiologica a uno stimolo stressante. Pertanto, non ci sono consigli validi per tutti per trovare un modo rapido su come non svenire con le analisi del sangue.

Una valida tecnica che può aiutare a migliorare la situazione è praticare la mindfulness, sia molto prima di ogni prelievo che prima, durante e persino dopo.

invece, per chi ha già sperimentato svenimenti durante i prelievi, o ritiene di essere a rischio, è consigliabile:

  • farsi accompagnare da un amico o un parente;
  • avvisare il personale infermieristico prima di eseguire il prelievo;
  • portarsi alimenti e idratanti come consigliati sopra e consumarli nei pressi;
  • attendere almeno 15 minuti prima di lasciare il centro prelievi per rimanere in osservazione.

In caso l’episodio sia nuovo anche per voi, nessun problema, segnalate le vostre sensazioni all’infermiere che vi indicherà e vi accompagnerà a posizionarvi in sicurezza fino alla fine dell’episodio.

Nella maggior parte dei casi, lo svenimento è pericoloso solo se può causare dei traumi in situazione a rischio, come ad esempio svenire qualche minuto dopo il prelievo mentre si è alla guida, dato che potrebbe causare un’incidente.

Nel peggiore dei casi, come nei pazienti anziani, fragili e cardiopatici, una sincope vagale potrebbe essere effettivamente pericolosa per la salute, ma a punto è necessario affidarsi al personale infermieristico. Se tutelati dall’infermiere, appunto, qualsiasi sia l’evenienza sarete in buone mani.

A ragione di ciò ricordiamo di non allontanarvi immediatamente dal centro prelievi e di rimanere in osservazione fino a 30 minuti dopo il prelievo se necessario.

Cosa altro devo sapere per prepararmi alle analisi del sangue?

Ci sono molte altre cose che dovresti sapere prima di fare il prelievo di sangue, te li elenchiamo velocemente:

  • Postura: Il cambio di postura può modificare molti analiti, pertanto è consigliato rimanere seduti per almeno 15 minuti prima del prelievo.
  • Ansia e stress: elevati livelli di ansia e stress possono modificare alcuni valori del sangue, come la conta leucocitaria, e alcuni ormoni presenti nel sangue, come adrenalina, noradrenalina, prolattina e cortisolo.
  • Febbre: in alcuni pazienti fragili, uno stato febbrile potrebbe alterare i livelli glicemici.
  • Bambini: il digiuno deve essere indicato tassativamente dal pediatra, poiché le 8 ore spesso potrebbero risultare eccessive.
  • Alcool: prima del prelievo è sconsigliato assumere alcolici come birra o vino.
  • Fumo: non fumare per almeno un’ora prima del prelievo, o ancora meglio smetti di fumare!
  • Dosaggi di farmaci particolari: se lo scopo del prelievo è dosare un determinato farmaco, è necessario attendere circa due settimane.
  • Donne: alcuni ormoni sessuali sono influenzati dalla fase del ciclo mestruale; se si ricercano questi valori, è necessario farsi specificare dal medico i giorni esatti per eseguire il prelievo.

Altre considerazioni importanti prima di lasciarci: questo articolo ha il solo scopo di informare e diffondere alcune informazioni utili per il paziente ma NON possono sostituire il parere del medico, a cui è d’obbligo sempre riferirsi per confermare queste raccomandazioni.

Sconsigliamo di prendere iniziative senza prima il consulto del proprio medico in base alle informazioni qui lette perché queste raccomandazioni devono essere necessariamente contestualizzate in base alla vostra situazione e quadro clinico. Leggi qui per maggiori informazioni sul nostro disclaimer.

Infine, per essere sempre preparati ad affrontare ogni imprevisto e i mille problemi che possono sorgere durante l’assistenza a una persona malata, noi di Dimensione Infermiere consigliamo la lettura e lo studio di questo manuale: “Assistere a casa. Suggerimenti e indicazioni per prendersi cura di una persona malata” ed. Maggioli, 2011, da cui abbiamo tratto questo articolo, riportato le illustrazioni e usato come fonte attendibile di assistenza di base.

Disponibile sia su Amazon che sul sito di Maggiolieditore.it, il manuale renderà il caregiver più consapevole e più sereno nelle piccole assistenze di tutti i giorni verso le persone che amiamo e che hanno maggiormente bisogno del nostro aiuto.

Assistere a casa – Suggerimenti e indicazioni per prendersi cura di una persona malata

FORMATO CARTACEO

Assistere a casa

Da chi svolge quotidianamente un lavoro a contatto con le persone malate e i loro contesti famigliari, e che affronta con loro tutto quello che può accadere dentro le case durante l’assistenza domiciliare, nasce questo agile e utilissimo manuale. Non è un testo enciclopedico, non vuole avere, per spirito degli autori stessi, la presunzione di risolvere qualsiasi problema si possa presentare nel corso dell’assistenza domiciliare. Un’assistenza domiciliare non può prescindere dalla possibilità di effettuare a domicilio le cure necessarie ed eventuali esami diagnostici. per questo c’è bisogno di creare un équipe ben addestrata di sanitari coordinati fra loro, di assicurare una reperibilità 24 ore su 24, e di avere la certezza di una base di riferimento, fulcro importantissimo, quale la famiglia e i volontari. Proprio loro infatti rappresentano il raccordo essenziale tra il paziente e il professionista. spesso si trovano a confrontarsi con una realtà diversa, piena di incognite. Devono essere edotti sui diversi aspetti della malattia ma è fondamentale che conoscano il confine entro cui muoversi e quando lasciar posto al personale sanitario. Conoscere significa non ignorare e non ignorare significa non aver paura: una flebo che si ferma non deve creare panico nei famigliari o nel volontario, anche perché essendo loro il punto di riferimento per il paziente sono loro i primi a dare sicurezza e questo avviene solo se si conoscono i problemi. Il testo cerca perciò di porre l’attenzione sulle necessità più importanti, sui dubbi più comuni, sulle possibili situazioni “difficili” che a volte divengono vere urgenze, non dimenticando i piccoli interrogativi che spesso sono sembrati a noi stessi banali ma che, al contrario, sono stati motivo di forte ansia non solo per il paziente ma anche per i famigliari e per i volontari alle prime esperienze. Giuseppe Casale, specialista oncologo e gastroenterologo, è fondatore dell’Associazione, Unità Operativa di Cure Palliative ANTEA, di cui è anche Coordinatore Sanitario e Scientifico. Membro di molte Commissioni del Ministero della Sanità in ‘Cure Palliative’, è autore di diverse pubblicazioni, nonché docente in numerosi Master Universitari. Chiara Mastroianni, infermiera esperta in cure palliative, è presidente di Antea Formad (scuola di formazione e ricerca di Antea Associazione), e membro del comitato scientifico dei Master per infermieri e medici in cure palliative dell’ Università degli studi di Roma Tor Vergata.

 

Chiara Mastroianni, Giuseppe Casale | Maggioli Editore 2011

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Fonti scientifiche e approfondimenti:

  • Giovarina D. (2018). L’importanza della standardizzazione del prelievo venoso: la raccomandazione EFLM-COLABIOCLI. Sibioc Documents. [Link]
  • Santarcangeli D.F (2019). Raccomandazioni per la rilevazione e la gestione dei campioni non idonei nei laboratori clinici. SIBioC DOCUMENTS. [Link]
  • Clinical and Laboratory Standards Institute. (2010). Accuracy in patient and sample identification; Approved guideline (CLSI document GP33-A). Wayne, PA: Clinical and Laboratory Standards Institute. [Link]
  • Weigel KM, et al. Steady-State Pre-rRNA Analysis to Investigate the Functional Microbiome. Curr Protoc. 2021 Jul;1(7):e209. doi: 10.1002/cpz1.209. PMID: 34314573; PMCID: PMC8323982.
  • Jonklaas J, Bianco AC, Bauer AJ, Burman KD, Cappola AR, Celi FS, Cooper DS, Kim BW, Peeters RP, Rosenthal MS, Sawka AM; American Thyroid Association Task Force on Thyroid Hormone Replacement. Guidelines for the treatment of hypothyroidism: prepared by the american thyroid association task force on thyroid hormone replacement. Thyroid. 2014 Dec;24(12):1670-751. doi: 10.1089/thy.2014.0028. PMID: 25266247; PMCID: PMC4267409.
  • Brignole M, et al. ESC Scientific Document Group. 2018 ESC Guidelines for the diagnosis and management of syncope. Eur Heart J. 2018 Jun 1;39(21):1883-1948. doi: 10.1093/eurheartj/ehy037. PMID: 29562304.

Dario Tobruk

Dario Tobruk è un infermiere Wound Care Specialist, autore e medical writer italiano. Ha inoltre conseguito una specializzazione nella divulgazione scientifica attraverso un master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza, focalizzandosi sul campo medico-assistenziale e sull…Continua a leggere