Centro-Destra, noi abbiamo sconfitto il Covid. Cosa farete voi?

Dario Tobruk 29/09/22
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Nonostante due anni di inferno, la sensazione è che negli ultimi mesi abbiamo tutti smesso di parlare della pandemia. Quasi non fosse successo nulla. Abbiamo smesso di analizzare la situazione attuale nel settore sanitario, quanto ci sia costato e come ciò ci ha colpiti nel profondo.

Ma è davvero privo di senso esplorare ancora i diversi modi in cui gli infermieri hanno affrontato la pandemia e come si sentono ora che è finita?

L’infermiere dopo la pandemia

Questi ultimi anni sono stati difficili per tutti noi. Sia a livello professionale che personale, abbiamo dovuto affrontare una situazione che nessuno di noi avrebbe mai immaginato.

Nei due anni trascorsi abbiamo messo, più volte di quanto volessimo, da parte la nostra vita privata per dedicarci completamente al lavoro. Non è stato facile, ma sapevamo che era necessario. Ma ora che la situazione sembra essere migliorata (almeno fino a quest’autunno), è il momento di fare un bilancio di questa esperienza.

Cosa abbiamo imparato? Dove abbiamo fallito? E soprattutto, su quali aspetti riflettere per migliorare la nostra professione? Queste sono alcune delle domande a cui dobbiamo cercare di rispondere insieme.


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Cosa abbiamo imparato dalla pandemia

Per quanto dolorosa, è innegabile che questa esperienza ci ha insegnato molto e ci ha fatto crescere professionalmente e socialmente come categoria. Come singoli abbiamo imparato a gestire situazioni complicate e a prenderci cura di pazienti gravemente malati.

Siamo stati testimoni della forza e della resilienza delle persone. Il duro lavoro è spesso stato ricompensato dalla gratitudine dei pazienti e dei loro familiari. Ma questo non può bastare.

Questa esperienza, infatti, ci ha anche mostrato i limiti del nostro sistema sanitario. Abbiamo dovuto affrontare carenze di personale, di materiali e di strutture adeguate. Abbiamo visto pazienti soffrire e morire perché non potevano accedere alle cure di cui avevano bisogno.

Tutto ciò non era accettabile allora, ma per quale motivo abbiamo smesso di indignarci oggi?!

Ora che un nuovo governo è pronto ad insidiarsi alla guida del Paese per i prossimi anni non dovremmo smettere di fare sentire la nostra voce.

Cosa chiedere al nuovo governo?

Non può essere sufficiente chiedere che briciole cadute dal tavolo (o poco più) al nuovo Governo. Questa situazione ci ha dimostrato quanto siamo indispensabili ma continuiamo a dimenticarlo. Siamo, davvero, la colonna portante del SSN. Ed è per questo che dobbiamo puntare i piedi, stringere i pugni e chiedere ad alta voce di essere, non solo ascoltati, ma esauditi.

Abbiamo già analizzato il programma elettorale del centro-destra. Ora è il momento di scolpire sulla pietra le promesse fatte da Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia:

  • Riforma della Legge Gelli, (Forza Italia), eliminando i reati penali più gravi che trasformano un tragico errore in una condanna e in carcere come capitato al collega triagista qualche mese fa.
  • Incremento organico (Fratelli d’Italia).
  • Valorizzazione professionale attraverso formazione e retribuzione (Forza Italia).
  • Libera professione ed eliminazione del vincolo di esclusività (Lega).
  • Infermiere scolastico (Lega).

Senza dimenticare i principali punti aperti dall’appello lanciato dalla FNOPI, le cui richieste sono state accolte soltanto parzialmente da questa coalizione e che non vorremmo facesse ora orecchie da mercante dopo aver ottenuto il voto desiderato. Anche quello degli infermieri. Noi, infatti, continueremo a chiedere:

  • lo sviluppo della medicina territoriale (come da programma Fratelli d’Italia);
  • una crescita e carriera professionale orizzontale e verticale;

Questo è il minimo che dovremmo ottenere nei prossimi anni. Sappiamo quanto sarà dura governare tra crisi, guerre e post-pandemia, ma noi abbiamo fatto la nostra parte e ci aspettiamo tanto da voi. Quasi quanto i cittadini si sono aspettati da noi. E da noi hanno ottenuto.

Non dimenticatelo. Non dimenticateci.

Autore: Dario Tobruk 

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Dario Tobruk

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