Speciale Elezioni: gli infermieri dovrebbero votare il Centro-Destra?

Dario Tobruk 19/09/22
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Ad una settimana dal 25 settembre, giorno utile per votare alle Elezioni Politiche 2022 per il rinnovo dei rami del Parlamento, tra gli infermieri e gli altri operatori sanitari continua a serpeggiare i dubbi su chi votare. Oggi analizziamo il programma del Centro-Destra per valutare i loro futuri progetti rispetto a sanità e salute.

Gli infermieri dovrebbero votare il Centro-Destra?

Se come cittadini, abbiamo le idee chiare sulle nostre preferenze politiche, come sanitari, invece, dovremmo attentamente valutare a chi concedere la nostra fiducia. Quali sono le idee del partito che votiamo su salute e sanità? Nei programmi elettorali sono menzionati gli infermieri, e se sì, che idea hanno della nostra professionalità?

Per scegliere consapevolmente chi votare abbiamo analizzato i programmi sia del Centro-Sinistra, sia del Terzo Polo, per conoscere il nostro destino come infermieri nel futuro SSN. È il turno del Centro-Destra.

Per chi avesse fretta consigliamo questo articolo che riassume le posizioni chiave dei diversi partiti.

Il Centro-Destra è uno schieramento politico formato dalla coalizione di Forza Italia, Lega, Fratelli D’Italia e Noi Moderati. Al suo interno sono presenti diverse dottrine e posizioni: conservatori e liberali, nazionalisti e sovranisti. Ogni partito presenta una differente percentuale tra queste ideologie e orientamenti.

La coalizione di destra è, secondo molti sondaggi, la favorita per questo turno elettorale, e se i rilevamenti confermano i numeri previsti, la nuova maggioranza avrà il potere di modificare la Costituzione con due terzi dei seggi occupati. Una grande responsabilità per gli elettori.


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Chi votare se sei un infermiere? Il programma del Centro-Destra

Il programma elettorale della coalizione di Meloni, Salvini e Berlusconi riassume le posizioni concordate con il testo “Per l’Italia – Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra“. Molto sintetico rispetto ai programmi dei singoli partiti e che analizzeremo più avanti.

Al punto Tutela della salute, dove si parla di sanità, la coalizione sembra non volersi sbilanciare eccessivamente e licenzia sette formule concise e generali.

L’unico punto del programma unitario dove viene coinvolto l’infermiere è il primo dei sette: “Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento della medicina predittiva e incremento dell’organico di medici e operatori sanitari“. Promessa non originale e già disattesa più volte negli ultimi decenni.

Interessante l’impegno a concretizzare una “Flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale“, un’uscita pensionistica degna di una vita di lavoro in reparto è tra le richieste più ambite dalla categoria, difficile però se non sono previste le necessarie coperture (dove li prendono i soldi?).

La coalizione quindi promette una detassazione dei premi di produzione e tutele anche per la libera professione potrebbero agevolare un aumento di stipendio o facilitare la scelta di aprire una P.IVA per darsi al libero mercato, ma nulla di più.

Per trovare qualcosa di più interessante è necessario leggere i programmi dei singoli partiti.

Il programma di Fratelli d’Italia su sanità e salute

La medicina territoriale trova spazio anche nei programmi del partito della Meloni. Alcune formule, anche piuttosto specifiche, per concedere la “possibilità per il cittadino di consentire l’accesso al proprio Fascicolo sanitario elettronico anche a medici di medicina generale, infermieri e farmacisti.” al fine di avere un rapido accesso ai dati sensibili dei propri pazienti (molto utile sul territorio).

Ulteriore conferma verso lo sviluppo del territorio è l’intenzione di “incentivare la diffusione e lo sviluppo della telemedicina, delle cure domiciliari e dei presidi territoriali nelle aree interne a scarsa densità abitativa.“.

Una certa confusione deriva dalla lettura della seguente proposta: “Deducibilità del lavoro domestico di infermieri e badanti“. Supponendo che Fratelli d’Italia sappia che le prestazioni infermieristiche sono deducibili (come quelle mediche) dal 2001, qualsiasi commercialista può confermarlo, la domanda sorge spontanea: perché allineare le spese delle badanti a quelle degli infermieri? Al lettore l’onere di interpretare la frase. Abbiamo chiesto su Twitter lumi, attendiamo risposta.

Infine, come presente anche nel programma della Lega, uno dei punti più di rilievo è l’abolizione del numero chiuso alle facoltà a numero programmato, secondo la regola francese per cui “accesso per tutti al primo anno e selezione per il passaggio al secondo anno.“.

Non molti però sanno che in Francia soltanto il 15% passa la selezione al secondo anno, e quindi completa la sua iscrizione al corso di Medicina o Professioni Sanitarie. Ben quattro studenti su cinque potranno riprovare (a loro rischio) un secondo anno oppure cambiare definitivamente strada.

Le proposte di Forza Italia su sanità e sanitari

Dal programma di Forza Italia si può intravedere un piano definito a medio termine del sistema sanitario. Per quanto riguarda gli infermieri, oltre ad un potenziamento della medicina territoriale che coinvolgerà migliaia di infermieri, è prevista la revisione della Legge Gelli per contrastare il fenomeno della medicina difensiva che, secondo alcune stime, costa alla sanità quasi 10 miliardi di euro tra burocrazia ed esami inutili. In base alla proposta la riforma prevede che il sanitario “debba rispondere solo di colpa grave, ferma restando la responsabilità civile da fatto illecito“.

Valido punto di forza del programma è la “valorizzazione dei Professionisti del SSN, favorendo un percorso di formazione e prevedendo un livello retributivo adeguato alle responsabilità ed al livello professionale raggiunto.“. Mentre una stringata “Riforma della medicina di emergenza.” lascia tutto all’immaginazione.

Il programma della Lega che coinvolge gli infermieri

Sorprendentemente approfondito, il programma della Lega presenta proposte di tutto rispetto tra cui l’istituzione dell’infermiere scolastico inserendo nell’organico della scuola la figura dell’infermiere-operatore sanitario, due in quelle con più di 1.200 allievi” (funzionali anche ai fini della somministrazione di farmaci salvavita e/o dell’assistenza a studenti per i quali la frequenza è possibile unicamente se assistiti, dal punto di vista fisico, da personale infermieristico specializzato)” e alcune agevolazioni per “il personale sanitario e scolastico che deciderà di svolgere la propria professione nei Comuni montani per un periodo non inferiore ai 5 anni.

Punto a favore del programma della Lega (per quanto riguarda la professione infermieristica) è un aspetto molto ambito dalla categoria: “Consentire la libera professione per gli infermieri per dare maggiore opportunità agli anziani di essere seguiti e curati a casa“.

Infine è prevista la concretizzazione di una figura intermedia tra Oss e infermiere, che coadiuverà le professioni sanitarie nelle strutture dove questi mancano cronicamente da anni.

Gli infermieri nei programmi politici

Più o meno, la professione infermieristica messa in luce dalla pandemia, è ormai rimasta fortemente adesa nell’immaginario collettivo degli elettori e, a ragione di ciò, anche i partiti devono dialogare con lei. Programmando una visione della sanità che li coinvolga e li valorizzi.

Senza infermieri non c’é futuro, il fortunato slogan è diventato un tenebroso monito per la politica: l’arduo compito di governo non potrà quindi che essere indigesto, perché senza infermieri non c’è salute, e senza salute non c’é Stato.

Senza Stato c’è solo il caos.

Autore: Dario Tobruk 

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Per approfondire, Speciale Elezioni:

Dario Tobruk

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