Speciale Elezioni: gli infermieri dovrebbero votare Calenda e Renzi?

Dario Tobruk 15/09/22
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Le Elezioni Politiche 2022 sono sempre più vicine. Le scelte dei cittadini italiani ancora una volta saranno decisive per cambiare completamente il destino dell’Italia. Ma le scelte degli infermieri? Chi voteranno i 400mila infermieri italiani?

Dopo aver analizzato il programma del Centro-Sinistra è arrivato il turno di andare a scandagliare cosa, del progetto politico del Terzo Polo di Calenda e Renzi, ci riguarda direttamente come infermieri.

Per chi ha fretta: la lettura di questo articolo potrà riassumere le posizioni chiave dei diversi partiti in poche parole.

37 miliardi da investire sulla Sanità tramite MES

Forse il punto centrale per quanto riguarda la sanità in generale è la proposta del Terzo Polo di aderire al MES, conosciuto anche come Fondo Salva-Stati, per recuperare 37 miliardi di euro (a debito ovviamente) e investirli totalmente nel SSN.

Lo riconferma Renzi qualche giorno fa tramite un’agenzia, il leader di Italia Viva ha voluto ricordare l’importanza di nuovi investimenti: “Noi vogliamo 37 miliardi di euro sulla nostra sanità, gli altri zitti sul punto. Perché? Gli infermieri e i medici che si sono comportati da eroi durante la pandemia oggi non se li fila più nessuno. Gli unici che chiedono più investimenti sul tema siamo noi.“.

Inoltre, secondo quanto si legge nel programma elettorale, la Lista Azione -Italia Viva ha intenzione di non finanziare mai più il SSN al di sotto della media europea.

Il Terzo Polo e gli infermieri

Ma è Mariastella Gelmini, nuovo acquisto dello schieramento centrista, a parlare direttamente agli infermieri raccogliendo “L’appello lanciato dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, che rappresenta circa 460 mila professionisti iscritti“, un richiamo che, anche secondo il ministro per gli Affari regionali, “non può restare inascoltato”.

La sanità territoriale ha sempre più bisogno di infermieri e operatori sanitari: l’Italia – prosegue Gelmini – ha superato la pandemia anche grazie a loro, senza dimenticare lo straordinario lavoro che ogni giorno fanno al fianco di persone non autosufficienti”.

Ricordando gli investimenti in sanità previsti con il PNRR, il Ministro cita parte del programma e solleva un punto importante per noi ma finora poco affrontato dalla politica nazionale: “nel nostro programma proponiamo di valutare una più rapida ascesa di carriera in campo sanitario e una remunerazione adeguata al carico di lavoro e soprattutto alle responsabilità, così da limitare contestualmente il fenomeno dell’emigrazione di professionisti sanitari verso l’estero.


Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese?

Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  30.40 €


Procedure più snelle e rapide saranno previste per il rinnovo dei contratti e saranno previsti redditi agganciati alla meritocrazia e alla produttività.

Ma è un altro il punto che solleva alcuni dubbi: “fondamentale una riforma dei percorsi di formazione e accesso prevedendo le specializzazioni cliniche“. Che si stia parlando ancora una volta delle specializzazioni infermieristiche? La formula ricorda la proposta avanzata anche dal centro-sinistra di implementare i corsi di laurea specialistici per gli infermieri e i professionisti sanitari.

Alcuni malpensanti potrebbero darci degli ingenui ed obiettare che ci si sta riferendo a medici ma, un’ulteriore precisazione inserita nello stesso paragrafo del testo scoglie ogni riserva “l’estensione della rete formativa e la revisione dell’iter per l’acquisizione delle specialità mediche“.

La polemica contro Calenda che usa gli infermieri per attaccare il reddito di Cittadinanza

Nota negativa degli ultimi giorni: l’uso strumentale del ridicolo stipendio degli infermieri contrapposto alla misura assistenziale del Reddito di Cittadinanza da parte di Calenda, leader di Azione, ha provocato l’indignazione di tantissimi infermieri.

Su Twitter ne è nata una polemica che ha coinvolto decine di professionisti. Come affrontato nel nostro articolo, gli infermieri non vogliono risolvere un’ingiustizia (il loro stipendio) eliminando uno strumento che ritengono sostanzialmente giusto, o almeno che non vengano coinvolti in questa narrazione da “poveri vs poveri“.

Gli infermieri e la politica

Che la figura infermieristica sia salita nel podio delle professioni più influenti della sanità è una certezza, prova ne è il fatto che l’appello lanciato dalla FNOPI ha provocato una riflessione sia nella società civile che nella politica.

Non sappiamo se le promesse messe in campo dai partiti verranno mantenute, ma di una cosa siamo sicuri: dopo quasi 20 anni di lotte per farci riconoscere come professionisti, la politica nazionale deve fare i conti anche con noi adesso!

Autore: Dario Tobruk 

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Dario Tobruk

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