Speciale Elezioni: gli infermieri dovrebbero votare il Centro-Sinistra?

Dario Tobruk 13/09/22
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Mancano meno di due settimane alle Elezioni Politiche per il rinnovo dei rami del Parlamento ma la campagna elettorale più confusionaria degli ulttimi decenni non aiuta gli elettori a prendere una decisione serena. Non possiamo di certo analizzare tutti i complessi aspetti dei rispettivi programmi ma, nel merito della nostra professione, e in generale della sanità, quali sono i punti più interessanti per noi infermieri? Questo è il primo di una serie di articoli il cui obiettivo sarà quello di analizzare i programmi di tutte le forze politiche in corsa, in modo da individuare cosa, delle promesse elettorali, ci coinvolge direttamente e poter decidere con maggiore sicurezza a chi affidare la nostra fiducia e il nostro voto di cittadini e infermieri. Partiamo dall’analisi del programma del Centro-Sinistra. Per chi avesse fretta consigliamo questo articolo che riassume le posizioni chiave dei diversi partiti. Qui chi fosse interessato invece al programma del Terzo Polo e del Centro-Destra.

Chi votare se sei un infermiere? Il programma del Centro-Sinistra

Il Centro-Sinistra è la forza politica di carattere democratico-progressista che ha appena concluso l’esperienza di Governo con il primo ministro Draghi. È capitanata dal Partito Democratico (PD), in coalizione con diverse realtà politiche come Articolo Uno e il Partito Socialista Italiano, ma anche +Europa di Emma Bonino e Impegno Civico di Di Maio e Tabacci. Completano l’alleanza forze più orientate come Sinistra Italiana di Fratoianni e i Verdi. Anche Azione avrebbe fatto parte della coalizione se non per alcuni dissidi: Calenda ha poi deciso di allearsi con Matteo Renzi per formulare un “Terzo Polo” centrista.

Il Centro-Sinistra e gli infermieri

A rappresentare le opinioni e gli orientamenti del centro-sinistra riguardo al tema sanità è sicuramente Sandra Zampa, sottosegretario al Ministero della Salute e Responsabile del Dipartimento Salute del partito. In quanto esperta di comunicazione politica e giornalista, possiamo candidarla a fonte attendibile su ciò che la coalizione pensa sul contributo che l’infermieristica potrà dare al futuro della sanità. Ricercando in rete e sui social, surclassiamo da subito le classiche promesse di un maggiore investimento nella sanità (persino un 7% del PIL), dell’aumento degli stipendi degli infermieri (un evergreen), del nuovo trend della rete territoriale e delle migliaia di assunzioni previste, per trovare qualcosa di più verticale e interessante sugli infermieri. Secondo un’intervista rilasciata a QuotidianoSanita.it, il sottosegretario Zampa si fa sfuggire un progetto sussurrato fino adesso solo nei corridoi dei piani alti del Ministero della Salute: “Prevediamo molta più formazione, anche con la previsione di indirizzi specialistici nei corsi di laurea degli infermieri e delle altre professioni sanitarie. Allo stesso modo pensiamo che vadano adeguate formazione e competenze di base e post base degli Oss.”. Sarà solo una nostra congettura ma, pianificare un incremento delle competenze specialistiche sia degli infermieri, sia degli operatori socio sanitari, si inserirebbe in un contesto professionale di carenza di personale sanitario, ciò porterebbe ad un generale task shifting, ovvero di trasferimento di competenze dall’alto verso il basso, dai medici agli infermieri, dagli infermieri agli Oss. Solo una supposizione?

Le promesse del PD per la sanità e gli infermieri

Come già accennato, il programma sulla sanità del PD e del centro-sinistra è un elenco di impegni fino ad ora disattesi durante il precedente Governo.

Riconosciamo l’implementazione della figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità sul territorio, ma rimane ancora inevaso il riconoscimento istituzionale promesso dal sottosegretario alla salute Sandra Zampa a medici e infermieri al termine della prima ondata Covid.  A meno che, con istituzionale, si intendesse la raffigurazione della professione in una moneta e le numerose strette di mano per il duro lavoro. Interessante il focus sulle pension. Secondo il programma la coalizione ha l’intenzione di “consentire l’accesso alla pensione a condizioni più favorevoli a chi ha svolto lavori gravosi o usuranti.”  e come più sopra affermato nel programma “a partire dai 63 anni di età“.

Il programma del Centro-sinistra su infermieri e salute

Analizzando il Programma elettorale 2022 “Insieme per un’Italia Democratica e Progressista” si nota un elaborato ricco di spunti. Se ciò sia dimostrazione di impegno politico o sabbia negli occhi, sta solo all’elettore deciderlo.

Maggiori investimenti sulla sanità

Il centro-sinistra sembra consapevole dei problemi che i professionisti sanitari lamentano da molti anni. Nel programma leggiamo infatti che “serve uno sforzo straordinario per superare l’attuale condizione di stanchezza ed insoddisfazione delle professioni sanitarie messe a dura prova dall’emergenza Covid“. Grazie allo scudo del PNRR e grazie ad un aumento del PIL nell’ultimo anno, il centro-sinistra prende un impegno con la sanità: “ci impegniamo a superare il modello di programmazione della spesa sanitaria […] In modo particolare, il tetto sulla spesa per il personale sanitario ha rappresentato un ostacolo al rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale.“. Forti del cappello dell’Europa poi, si spingono oltre con la promessa di rispettare uno standard minimo di “finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, allineandolo progressivamente ai grandi Paesi europei” al fine di “garantire il diritto alla salute in maniera più omogenea in tutte le Regioni“.

Medicina territoriale, telemedicina e infermieri di famiglia

La carta vincente – buona anche per tutti gli altri programmi politici – sembra essere la medicina territoriale. Tutti con un opinione qualsiasi, purché sia una. Anche il centro-sinistra non si lascia sfuggire il trend positivo e promette: “Investiremo sulle Case della Comunità come modello in grado di farsi prossimo alle esigenze di tutta la popolazione, in un’ottica di prossimità e multidisciplinarietà. […] rafforzando ed incentivando la presenza sul territorio dei Medici di Medicina generale e degli infermieri di comunità, garantendo il tempestivo rinnovo dei contratti di lavoro. Un Piano finanziato attraverso un adeguato incremento del Fondo Sanitario Nazionale, affinché nessuno si ritrovi solo quando ha bisogno di assistenza.”

L’ infermiere di famiglia e di comunità

In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati.

L’ infermiere di famiglia e di comunità

Nella dialettica tra comunità, persona, famiglia e sistema solidale, una dialettica oggi sempre più difficile a causa dei mutamenti demografici in atto, si inserisce l’infermiere di comunità e di famiglia: due aree di competenza differenziate e complementari, che obbligano a un ripensamento profondo del ruolo e della professione, dal punto vista clinico, sociale e organizzativo. In queste pagine l’attenzione si concentra su storie che riuniscono, senza soluzione di continuità, bambini, adulti, anziani e le loro comunità. Storie dove le competenze e le capacità tecniche storiche dell’infermiere sorreggono quelle innovative. in cui le relazioni intense dei protagonisti mettono in moto la creatività e la capacità di attivare risorse, anche eterodosse, per sviluppare interventi partecipati di prevenzione e percorsi assistenziali condivisi e personalizzati. Apparirà ancora più chiaro che l’assistenza non può e non deve essere standardizzata, ma deve essere personalizzata a seconda delle esigenze delle persone e delle caratteristiche delle comunità. “Questo libro – tecnico e coinvolgente – dovrebbe finire in mano a tante persone… Sono pagine che parlano alle nostre esistenze. Alla vita di chi ha dedicato le proprie giornate al sociale. a chi si è appena affacciato a quello che, probabilmente, domani sarà il suo lavoro. a coloro che comunque nutrono interesse, più con il cuore che con la mente, a fatti e vicende che toccano uomini e donne soprattutto nel periodo della difficoltà e dell’abbandono” (dalla Presentazione di don Mario Vatta).

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Ma è la telemedicina il vero asso nella manica. Non basta semplicemente promettere una adeguata assistenza territoriale, bisogna trasformare la promessa in un sogno di innovazione e progresso tecnologico: “Completeremo la transizione digitale già avviata per agevolare il lavoro dei professionisti e l’accesso al sistema e alle cure della popolazione, valorizzando telemedicina, COT, teleassistenza, telemonitoraggio e teleconsulto, e potenzieremo l’Assistenza territoriale in tutto il territorio nazionale, per dare concreta attuazione alla sfida della prossimità delle cure.”. Il tutto in un contesto governato dalla collaborazione de “la farmacia dei servizi, come struttura di prossimità della rete territoriale in raccordo con le Case di Comunità e con la rete delle farmacie italiane.Non c’è che dire, il programma promette bene, anche se è difficile non ricordare che negli ultimi tre anni, il PD e il centro-sinistra hanno avuto un importante ruolo politico: secondo le analisi ASTRID le attuazioni dei programmi precedenti risultano piuttosto lacunose. Chiedere ad un infermiere di votare una coalizione di centro-sinistra per un ennesimo governo, alla luce delle esperienze passate, non può che apparire come un vero atto di fede politica. Una fede persuasa da convinzioni ideologiche irremovibili. Ad un tale infermiere va pertanto la nostra stima e ammirazione per così tanta fiducia.

Il programma parallelo della Alleanza Verdi e Sinistra

Prima di concludere questa analisi vogliamo riportare anche il programma congiunto degli alleati Sinistra Italiana e Europa Verde che, nonostante la coalizione con i partiti di centro-sinistra, hanno ritenuto necessario presentare delle specifiche parallele sul programma. Alcune di queste differiscono notevolmente per tono e peso politico. Abbiamo pensato che sia utile evidenziare le tre più notevoli:

  • Diritto all’aborto: “Va affrontata la piena attuazione della Legge 194 anche attraverso normative che consentano solo a personale infermieristico e medico non obiettore di partecipare ai concorsi pubblici.“. All’avviso dell’autore, la seguente formula non è solo inattuabile ma persino discriminatoria e anti-costituzionale, seppure mossa da un nobile intento.
  • Numero chiuso: “Il SSN deve essere oggetto di una azione politica che ne sostenga i principi fondamentali di programmazione sanitaria e di sviluppo del personale (in stretta sinergia con l’ambito universitario, abolendo il numero chiuso in tutte la facoltà di ambito medico e infermieristico)“. Soluzione populista, che all’analisi dei fatti è impraticabile e controproducente.
  • Politiche di genere: “Il personale sanitario tutto sia formato alla medicina di genere“. Ne abbiamo parlato in questo articolo.

Gli infermieri dovrebbero votare il Centro-Sinistra?

Al lettore rimane il compito di valutare i contenuti, e giudicare se il programma sia credibile, e se sia attuabile o meno. Noi abbiamo semplicemente evidenziato, esposto ed analizzato i punti più salienti che riguardano gli infermieri al fine di fornirvi una visione più ampia e completa dei programmi delle forze politiche in campo. Sperando di non aver espresso troppi giudizi qualitativi (ci scusiamo se ciò vi abbia influenzato), vi invitiamo ad attendere e leggere anche le analisi del centro-destra, del terzo polo e delle opposizioni che verranno pubblicate a breve.

Autore: Dario Tobruk 

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