Infermiere di famiglia e di comunità: chi è, cosa fa e come diventarlo

Dario Tobruk 04/01/22
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L’infermiere di famiglia è la figura che rivoluzionerà il sistema sanitario. Fondamentale per il futuro della sanità territoriale, promossa ma anche osteggiata da ogni parte. In questo articolo delineiamo in un breve riassunto chi è, cosa fa e come diventare infermiere di famiglia e di comunità.

Chi è l’infermiere di famiglia e di comunità?

L’approdo in Italia della figura professionale dell’Infermiere di famiglia è un percorso iniziato anni fa e non ancora del tutto concluso. Si è iniziato a parlare di infermiere di famiglia a livello nazionale nel Dicembre del 2014 attraverso una proposta di legge volta a modificare il decreto Balduzzi, a seguito del quale è stata introdotta questa particolare figura. L’infermiere di famiglia è, in breve, il professionista sanitario che fornisce ai cittadini gli strumenti assistenziali utili per sostenere il peso di una malattia o di una disabilità cronica direttamente sul territorio e nello specifico all’interno dell’ambiente familiare. Rilanciato definitivamente in Italia con il Decreto Rilancio (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 128 del 19 maggio 2020 il decreto legge n. 34 e delineato nell’art.1), l’IF/C incuba da molto tempo la sua specificità e licenza d’azione. In Italia tra le realtà già attive sul territorio spicca l’esperienza di Trieste dove la la Dott.ssa Maila Mislej, già autrice di libri sul tema, porta avanti il servizio dell’infermiere di famiglia con successo. Come riassunto in un articolo de L’Infermiere (rivista ufficiale della FNOPI), la presidente Barbara Mangiacavalli disegna il perimetro operativo di questa specializzazione. Questa la definizione:

L’infermiere di famiglia e comunità è un professionista responsabile dei processi infermieristici in ambito familiare e di comunità, con conoscenze e competenze specialistiche nelle cure primarie e sanità pubblica.

Non è l’assistente di studio del medico di medicina generale, non è ‘assunto’ da questo, né toglie nulla delle prerogative di diagnosi e cura al medico di famiglia, ma è una figura professionale che insieme ad altre figure professionali forma la rete integrata territoriale, prende in carico in modo autonomo la famiglia, la collettività e il singolo.

Per vedere più limpidamente il campo d’azione e la sua applicazione reale sui sistemi sanitari possiamo affidarci alle esperienze di paesi anglofoni come il Regno Unito o gli USA, che possono contare già da tempo su figure similari (diverse culture e realtà plasmeranno ai loro scopi figure parzialmente simili), in particolare in Uk l’infermiere di famiglia è rappresentato dal Public Healty Nurse, una figura che presta il suo servizio in grandi comunità e si occupa degli aspetti relazionali e pratici che riguardano il mantenimento e il supporto della salute del paziente. Altro modello a cui potersi riferire è il Family Nurse Practitioner che negli USA solitamente agisce sotto la supervisione di un medico occupandosi della salute della famiglia, ponendo le basi alla riabilitazione educativa del paziente qualora fosse richiesto e più in generale attività di supporto nell’assistenza sanitaria.

Cosa fa l’infermiere di famiglia?

Ma in particolare cosa fa l’infermiere di famiglia? Appoggiandoci ancora all’illustrazione della presidente FNOPI:

Il suo ruolo è quello di promuovere salute, prevenzione e gestire nelle reti multiprofessionali i processi di salute individuali, familiari e della comunità all’interno del sistema delle cure primarie. […]

Ha un ruolo anche proattivo per promuovere salute, educazione sanitaria per la persona sana e la famiglia e la comunità e insegna l’adozione di corretti stili di vita e di comportamenti adeguati.

Nulla vieta a questa figura di agire con le sue peculiari competenze infermieristiche direttamente sulla persona, scopo invece peculiare dell‘infermiere ADI, la sua missione è però quella di migliorare gli aspetti attinenti alla salute del paziente aiutando ad evitare comportamenti che possano peggiorarne le condizioni o affliggere se stesso o i componenti familiari, un lavoro giocoforza da realizzarsi nel tempo, inserendosi nelle dinamiche più delicate delle fasi della malattia. Prende in carico un certo numero di persone (e quindi nuclei familiari) di un determinato territorio. L’Agenas specifica che l’infermiere di famiglia dovrebbe avere in carico all’incirca 2500 abitanti per professionista, il decreto ne prevede 8 per 50mila abitanti, quasi il triplo. Secondo le indicazioni FNOPI nell’ambito della prevenzione l’infermiere di famiglia dovrebbe coprire tutte le fasi della prevenzione:

  • primaria, ovvero agendo su tutti quei fattori di rischio di malattia attraverso l’educazione sanitaria sui fattori modificabili come la dieta, la lotta al tabagismo, l’attività fisica, ecc…
  • secondaria, la promozione di test di screening ed esami previsti per diagnosticare precocemente le malattie;
  • terziaria, modello post-acuzia che include tutti quegli interventi utili ad evitare le riacutizzazioni di malattie croniche;

E come abbiamo già specificato può effettuare:

  • interventi di assistenza infermieristica diretta in caso di necessità.

Il suo è un lavoro realizzato a stretto contatto con l’utente, assistito presso la sua abitazione e tra le persone che compongono la sua famiglia. Un’esperienza pubblicata in un nostro articolo diverso tempo fa, come nient’altro al mondo, potrà spiegare meglio come questa figura si interfaccia al paziente, con una propria competenza specifica, in un rapporto multiprofessionale con il resto dell’equipé:

Leggi anche / Il Pianista: l’esperienza di un infermiere di famiglia e di comunità con un paziente artista.

Come diventare infermiere di famiglia?

Ad oggi per essere assunti o per lavorare come infermiere di famiglia e di comunità esistono due strade, la collaborazione con le aziende sanitarie in regime di libero professionista, o in altri casi l’assunzione a tempo indeterminato di infermieri nel caso il servizio sia gestito dall’azienda stessa. O ancora entrambe le soluzioni. La formazione dell’infermiere di famiglia invece, sebbene deve rispondere a degli standard condivisi internazionalmente, non è stata ancora formalizzata per legge, quindi i percorsi potranno essere diversi: da Master universitari, al corso di formazione interno, fino alla previsione di percorsi universitari dedicati a questa importante figura. Altre realtà imprenditoriali di infermieri pioneri infine, non hanno atteso un riconoscimento dall’alto e sono riusciti ad imporsi sul proprio territorio, all’interno delle proprie competenze sanitarie, come figure di riferimento per la salute delle famiglie. Dobbiamo ammettere che, attualmente, i cittadini che hanno un bisogno sanitario ma che per determinati requisiti non possono ancora attivare un servizio di assistenza infermieristica domiciliare si trovano spesso spiazzati dalle loro necessità e riversano i loro dubbi al proprio medico di famiglia quando invece dovrebbero essere a conoscenza di poter ricevere prestazioni infermieristiche (come ad esempio prelievi o medicazioni) da infermieri liberi professionisti che prestano sul territorio. A questo scopo, sia per pazienti che per gli stessi infermieri, ci viene in aiuto la tecnologia. Tra i tanti servizi utili per incrociare la domanda di prestazioni infermieristiche e l’offerta di tali servizi, sicuramente l’App Resilia è la soluzione che in futuro potrà cambiare le carte in tavola nel mondo dell’infermieristica domiciliare.

Come offrire servizi infermieristici sul territorio?

Abbiamo detto migliaia di volte che la tecnologia cambierà il nostro futuro di professionisti sanitari, ma in questo caso dobbiamo proprio cambiare visione: in questo caso, infatti, rivolgiamo i nostri sguardi al presente! Lo scopo dell’Applicazione per smartphone Resilia è fornire in un’unica soluzione la risposta ai bisogni sanitari che di volta in volta i cittadini necessitano. L’app infatti supporta i professionisti sanitari a promuovere il loro servizio sul territorio aiutando il paziente a trovare qualcuno che rispondi al suo bisogno di salute o di benessere. Il funzionamento è semplice:

  1. i professionisti promuovono i propri servizi (es. prelievi, medicazioni, iniezioni, educazione sanitaria, ecc…)
  2. i pazienti cercheranno direttamente sull’applicazione e nel proprio territorio una lista di professionisti e relativi servizi;
  3. quindi l’app mette in contatto domanda e offerta, paziente e infermiere con una nuova esperienza online.

L’App Resilia è estremamente intuitiva e facile da scaricare, con il proprio smartphone Android sul Google Store da questo link oppure tramite Iphone sull’Apple Store. Una volta raggiunta la pagina dedicata, basterà cliccare su installa. Aperta l’applicazione, alla prima schermata, si potrà scegliere se iscriversi come utente del servizio o come professionista. Nel primo caso, l’iscrizione all’app è molto semplice, basta usare il tuo account Google o il tuo account Facebook, completare con altre poche informazioni e il servizio sarà attivo. Chi invece vorrà prestare servizi come infermiere di famiglia direttamente al cittadino, dovrà iscriversi come professionista. La procedura da seguire, seppure anch’essa semplice, richiede una serie di istruzioni in più che adesso mostreremo.

1) Creare un account business Resilia

Account Business Resilia
Account Business Resilia
Alla prima schermata iniziale, cliccare su “registra la tua attività“. Il primo step è quello di inserire i dati di accesso e di fatturazione.

Dati di accesso

Inserire l’email in cui si desidera ricevere notifiche ed email, il proprio numero di cellulare e una password per accedere in futuro all’applicazione.

Dati di fatturazione

Quindi inserita la propria ragione sociale, l’indirizzo di fatturazione, l’Iban, il numero di partita IVA, Pec, ed eventualmente il numero di SDI (Sistema di Interscambio), bisognerà flaggare e accettare i termini e le condizioni del servizio e l’autorizzazione al trattamento dati. Per passare avanti cliccare su “registrati”.

2) Informare i clienti sui servizi prestati sul territorio

Dati di attività Account Resilia
Dati di attività Account Resilia
Compilata una breve descrizione pubblica e pubblicata la propria immagine professionale, dovranno essere inseriti i propri dati di contatto e tutte quelle informazioni che serviranno al paziente per mettersi in contatto e sapere in quale zona lavori. Appena sotto al form di inserimento dati, un menù a tendina permetterà di selezionare la categoria (ad. Salute) e la sottocategoria (Infermiere, Fisioterapista, ecc…). Qualifiche e attestati particolari potranno essere inserite come immagini. Per passare alla terza fase, cliccare su “Salva“.

3) Orari e Servizi

Una volta definiti i dati di contatto, potranno essere specificati gli orari e i servizi nel particolare. 

Orari e Servizi App Resilia
Orari e Servizi App Resilia

Aggiungere gli orari di servizio

Dal lunedì alla domenica, dovranno essere inseriti gli orari in cui si è disponibile.

Inserire i servizi

Cliccando su “nuova prestazione” potranno essere inserite le prestazioni, una breve descrizione per ognuna, il prezzo (iva inclusa), il luogo (nella propria sede, a domicilio o entrambi), la distanza massima (o nessuna) prevista, le fasce orarie in verrà fornito il servizio (ad. esempio un infermiere può impostare l’attività di prelievi a domicilio solo la mattina presto) e, infine, lo slot temporale, ovvero quanto tempo si ritiene necessario dedicare per quel particolare servizio (es. un’ora per una medicazione avanzata). Concluso il riempimento dati, cliccare su “Inserisci“.

Infermiere di famiglia libero professionista, fornire servizi con l’App Resilia

Le informazioni di benvenuto al circuito Resilia ci ricorderanno che le prestazioni verranno saldate settimanalmente e che la fattura deve essere emessa al cliente e che per ogni necessità è sempre possibile contattare il servizio clienti di Resilia.

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