Senza migliaia di infermieri in più, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi del Pnrr

Redazione 21/03/22
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Lo sviluppo dell’assistenza domiciliare infermieristica è in ritardo rispetto al fabbisogno della popolazione italiana. Di fronte ad un timido 4% di erogazione di assistenza a domicilio, la Fnopi afferma che il reale bisogno si avvicinerebbe al 21% della popolazione. Per arrivare agli obiettivi prefissati dal Pnrr di coprire almeno il 10% dei bisogni dei cittadini, sarebbero necessari 60mila infermieri in più.

Senza migliaia di infermieri in più, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi del Pnrr

A Napoli, nella cornice dell’evento promosso da Motore Sanità “Cambia la Sanità. Reinventare Processi, Ruoli e Competenze” si è parlato di assistenza domiciliare con i suoi protagonisti, gli infermieri.

Durante la sessione “Come costruire una assistenza domiciliare a media complessità e quali filiere necessarie”, sono stati i rappresentati della FNOPI, la Federazione nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche, a fare il punto della situazione.

L’assistenza domiciliare integrata ha come caratteristica quella di presentare una multidisciplinarietà non gerarchizzata degli interventi, nella quale, spesso è l’infermiere un promotore e organizzatore competente.

Ad oggi però, secondo la FNOPI, soltanto il 4% della popolazione italiana dispone di assistenza domiciliare di media complessità mentre, come già confermato, il bisogno reale si attesta a circa il 21% di tutta la cittadinanza.

Per dare una misura del fenomeno basta considerare che l’enorme investimento in miliardi di euro messo in campo dal Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede come obiettivo la copertura di appena il 10% di questo enorme bacino di pazienti.

Obiettivo che in pochi anni però, necessita di un numero minimo di circa 60mila infermieri di cui 20.000 specializzati come infermieri di famiglia e di comunità, solo per arrivare a coprire il 10% previsto dal Pnrr.

Per iniziare a parlare seriamente di assistenza domiciliare invece “Sono necessari poi tra i 6.000 e i 9.000 infermieri per implementare gli Ospedali di Comunità, strutture intermedie tra la domiciliarità e il ricovero in acuzie” ha confermato Teresa Rea, Presidente OPI Napoli e Componente della Commissione FNOPI, per infine affermare che “Per risolvere la carenza la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche ha già proposto a Governo, Parlamento e Regioni, interventi a breve, medio e lungo termine e un’azione coordinata a livello di formazione universitaria”.

Se insieme al grande progetto di assistenza domiciliare, verrà messo in atto un nuovo grande progetto formativo delle migliaia di unità infermieristiche, necessario a metterlo in piedi, questo è un mistero a cui solo la politica nazionale potrà rispondere nei prossimi anni.

Ad oggi, sono presenti solo buone intenzioni, e quantomeno i soldi generosamente (in parte) donati dall’Europa per far sì che tutto ciò sia possibile.

Fonte: Ilfaroonline.it


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