Donò il bonus Covid ai sanitari che lo curarono, ma ora l’Inps rivuole i soldi

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Angelo Biagini ha cinquantacinque anni, è assessore a Carona (Bergamo) ed è un libero professionista. Lo scorso anno, dopo essere guarito a seguito di una gravissima polmonite da Covid-19, donò il bonus ricevuto dallo Stato per l’emergenza Covid ai medici e agli infermieri del Policlinico di Ponte San Pietro che gli avevano salvato la vita.

La lettera per medici e infermieri

“Ero uscito da dieci giorni dall’ospedale e cominciavo a riprendermi. Sono salito in macchina, sono andato in banca, ho prelevato i soldi e li ho messi in due buste uguali ha dichiarato a Il Corriere della Sera, spiegando come ha ‘impacchettato’ quei 1200 euro con cui ha voluto in qualche modo ripagare la sanità pubblica.

Anche perché, come ha spiegato egli stesso nella lettera consegnata ai sanitari insieme al denaro, Non ritengo giusto che mi vengano riconosciute tali indennità relative ad un periodo per il quale la mia esistenza è stata pressoché totale nei vostri reparti e pertanto di fatto già in ‘carico’ come costo al nostro Stato. Il mio senso civico mi porta pertanto, senza alcuna esitazione, ad offrire tali indennità a tutto il personale che con dedizione e competenza si è prodigato nei miei confronti”.

Il caso dei politici con il bonus Covid

Di certo, non poteva immaginare che, come avviene più di qualche volta in Italia, sarebbe arrivata una imbarazzante beffa: l’Inps gli ha richiesto indietro i soldi. Era la scorsa estate quando scoppiò il caso dei politici che percepivano il bonus Covid. Il Governo, a seguito delle proteste, stabilì l’incompatibilità tra eletti e contributi, ma in un primo momento mise tutti nel calderone: chi incassava roba come 6-7.000 euro di indennità e 4-5.000 euro di rimborsi al mese e chi, come il ‘povero’ Bagini (insieme alla stragrande maggioranza dei consiglieri e assessori comunali), percepisce al massimo il gettone di presenza.

Lo scorso febbraio, quindi, per smantellare il suddetto calderone, si è visto necessario aggiustare il tiro: per chi riceve solo il gettone, visto che è obbligato a partecipare alle sedute e che di solito percepisce cifre modeste, l’Inps annullerà la richiesta di restituzione dei  600 euro mensili. Ma…

La perentoria comunicazione dell’Inps

L’Inps mi ha scritto a febbraio, per altro intimandomi solo di versare la somma. Ho chiesto spiegazioni e ho capito che il problema era legato alla mia carica in Comune. Avrei dovuto pagare entro il 20 marzo. L’ultima comunicazione da loro è del 4 di quel mese e sembra che non mi debba preoccupare, ma un’indicazione definitiva non c’èriporta l’assessore. Che conclude:Ne faccio una questione di principio, dei soldi non mi interessa”.

Autore: Alessio Biondino

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