Sei un professionista sanitario stressato, in Burnout, pronto a dimetterti (VEDI articolo Studio FNOPI: il 59% degli infermieri è stressato, il 45% pronto a lasciare entro un anno) per fare altro e con una preoccupante carenza di “vocazione“, di attitudine al “sacrificio” e alla “missione“?
Stai tranquillo: per farti rispolverare un po’ di motivazione, allontanando dalla tua professionalità certi incomprensibili stereotipi (…) e provando a ricordarti che comunque il paziente è al centro di tutto il processo di cura nonostante la tua insoddisfazione, ci pensano la Diocesi di Termoli-Larino e la Pastorale della Salute Diocesana.
In collaborazione con l’Opi Campobasso-Isernia, le suddette “istituzioni” comunicano infatti di aver organizzato a Termoli un corso di formazione Ecm dal titolo“Ri-umanizzare la cura: obbligo dei professionisti della sanità. Ruolo degli infermieri e degli operatori socio sanitari”.
L’evento formativo, che si terrà il prossimo 16 dicembre presso l’Auditorium della Parrocchia di Santi Pietro e Paolo, ha come scopo dichiarato quello di dare un contributo al miglioramento dell’assistenza nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie del territorio.
Come? Provando a trasmettere un po’ più di umanità (o di carità cristiana?) ai professionisti della sanità, agli OSS, ai Volontari delle Associazioni impegnate nel campo dell’Assistenza socio-sanitaria «e a tutti coloro che vogliono informarsi su un modo empatico di concepire l’assistenza e sul ruolo delle due figure professionali centrali nell’assistenza alla Persona malata».
Come evidenziato su Termoli Online: «Tra gli Obiettivi del corso mettiamo in evidenza l’indispensabile aggiornamento e perfezionamento tecnico-scientifico e l’altrettanto indispensabile nuovo livello motivazionale centrato sul rispetto della “persona”nella sua interezza fisica, psichica, emozionale, morale e relazionale. Pertanto l’obiettivo prioritario è di indirizzare sempre di più gli Operatori Sanitari verso il passaggio culturale dal “curare” al “prendersi cura” della Persona malata».
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