L’infermiere legale Incaviglia: “Vocazione? Basta con questa vergognosa forma di indottrinamento!”

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La cerimonia d’apertura dell’Anno Accademico 2023/2024per le nuove matricole del Corso di Infermieristica dell’Università di Torino, in cui le autorità presenti hanno definito la professione infermieristica “una vocazione” (VEDI articolo I relatori aprono l’anno accademico: «L’infermieristica è una vocazione».  Ribatte Nursind: «Non siamo dei caritatevoli tuttofare»), continua far discutere.


E nonostante la presidente OPI di Asti abbia provato a gettare acqua sul fuoco spiegando che secondo lei termini come “vocazione” valorizzano in qualche modo la professione (VEDI articolo La presidente OPI: «I termini professione e vocazione non sono incompatibili»), la polemica non accenna a placarsi; dando vita ai soliti teatrini social dove le diverse scuole di pensiero infermieristiche (da una parte chi farebbe follie per un autografo della Nightingale, dall’altra chi fa riferimento alle leggi e all’evoluzione della professione) si scontrano senza esclusione di colpi.


Stavolta, sperando di far scorrere i titoli di coda sulla nuova polemica basata su questo vecchio, triste e purtroppo ricorrente tema (uno dei tanti che l’infermieristica italiana fatica non poco a scrollarsi di dosso), abbiamo scomodato l’infermiere legale Matteo Incaviglia. Che in poche righe ha sintetizzato il suo punto di vista sulla questione:


«La vocazione appartiene fondamentalmente ad una visione religiosa dell’esistenza, non certo ad una Professione.

Pertanto gli Infermieri sono dei professionisti della salute esattamente come i medici e come tutti gli altri Professionisti.

Basta con questa vergognosa forma di indottrinamento, che produce da anni una visione distorta della Professione Infermieristica.

È disarmante constatare come questa preparazione allo sfruttamento proviene sovente da chi invece dovrebbe tutelare la Professionalità e, soprattutto, dovrebbe opporsi ad ogni forma di sfruttamento, di indottrinamento e di lesione del decoro Professionale».

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Alessio Biondino

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