Esternalizzazioni in sanità: cresciute del 66% in 3 anni

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Tutti cercano infermieri, tanto che sono costretti ad attingere da paesi del terzo mondo e a produrre figure discutibili e ambigue col fine di non far sentire la carenza. Eppure Asl e ospedali invece di farli entrare dalla porta principale, ovvero assumendoli tramite regolare concorso pubblico, continuano a prenderli in affitto da aziende esterne.


Trattasi di agenzie interinali e cooperative che, tra un salto di gioia e l’altro, fanno spendere alle aziende pubbliche molto di più di quanto queste ultime farebbero semplicemente assumendo il personale: nel 2021 i medici e gli infermieri in affitto sono costati qualcosa come 435 milioni di euro, con una crescita (udite udite!) del 66% dal 2019.


A dirlo sono i dati sui bilanci delle Asl (Conti economici delle aziende del Ssn) elaborati dal sindacato Cimo Fesmed, in cui è chiaro come, guardando l’ultimo Conto annuale relativo al 2021, le assunzioni nel SSN sono sì cresciute, ma troppo poco rispetto ai reali bisogni. Per quanto riguarda i camici bianchi, ad esempio, dal 2019 ci sono state solo 1165 assunzioni (+1%), mentre sul personale del comparto (infermieri in primis) le unità aggiuntive sono state 14.772 (+4,4%).


Sempre secondo l’elaborazione di Cimo-Fesmed, è vero che negli ultimi 10 anni è cresciuto il finanziamento complessivo della sanità, ma… Non è successo lo stesso per ciò che concerne il costo del personale: nel 2010 ciò valeva il 32% del totale, oggi (nel 2021) solo il 27%.


Perché le aziende ricorrono alle esternalizzazioni selvagge? Forse perché a forza di tirare la corda si accorgono delle situazioni di emergenza (il servizio che si ferma) solo dopo averla spezzata? Per intrallazzi con cooperative e agenzie varie? Per evitare le complicazioni di un concorso e la gestione del personale? O per puro masochismo?


Stefano Simonetti, ex direttore amministrativo di Asl ed esperto di Sanità del Sole 24 ore, spiega come la scelta di ricorrere agli esterni è anche legata al fatto che «l’appalto, qualora fosse anche a parità di costo, elimina moltiproblemi gestionali, in quanto trasferisce sull’appaltatore tutti i rischi di impresa e cioè la gestione delle ferie, dei permessi, delle malattie, le relazioni sindacali e qualsiasi altro aspetto del rapporto di lavoro ordinario».

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Alessio Biondino

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